Giochi multisensoriali, canoa e tubo a bolle: nasce la snoezelen room per bimbi autistici, targata Girasole

by redazione

Cannucce colorate in fibra ottica, cubi che cambiano colore al tatto, un percorso che agevola il senso di equilibrio, il tubo a bolle e la canoa terapeutica. Sono alcuni degli elementi che compongono la stanza multisensoriale presentata stamattina a Foggia e realizzata attraverso il Bando Orizzonti Solidali 2019, vinto dall’associazione Il Girasole.

Le stanze multisensoriali nascono in Olanda negli anni ‘70 e sono conosciute anche con il nome di snoezelen room. Il termine deriva da snuffelen (esplorare) e doezelen (rilassare) che caratterizzano la finalità della terapia. Nel corso degli anni sono stati dimostrati benefici sui pazienti con disturbi dello spettro autistico ma anche con malattie degenerative geriatriche. 

In una società dove un bambino su 65 presenta disturbi dello spettro autistico, questo tipo di terapia che agisce sulle emozioni e sulla rabbia o lo stress assume un ruolo molto importante, specie nell’ottica di sostegno alle famiglie.

Nel progetto è stata inserita anche una sperimentazione importante del sistema LIMB (attraverso la società Garage 94) che consentirà di utilizzare alcune tecnologiche all’avanguardia. Ad esempio alcuni braccialettini che registrano i movimenti della persona (come velocità e direzionalità) in tempo reale e li riportano su un ricevitore in locale. La prima elaborazione viene fatta su analisi statistiche e offre un feedback immediato all’operatore. In una prima fase la sperimentazione accoglierà trenta bambini (di cui 15 con problemi di spettro autistico e 15 normodotati) oltre che offrire percorsi con genitori e docenti e gode della collaborazione della ASL di Foggia.

Durante la presentazione, Daniela Balducci presidente della Fondazione Megamark ha messo in evidenza la passione e la continuità del lavoro dell’associazione Girasole.  “Quest’anno sono arrivati 300 progetti, sono stati ascoltati 26 e 12 hanno vinto il bando. Ci piaceva dare la possibilità al Girasole di andare avanti e fornire attrezzature innovative e diverse, i colori che stimolano emozioni e che sono trasversali anche per i bambini più problematici. Un’altra cosa che nei progetti non emerge mai ma che ci tengo a dire che nel budget di programmazione, il compenso per il referente è zero. Queste sono quelle emozioni che toccano il cuore perché quello che viene chiesto non è per sé ma sempre e solo per gli altri”.

Abbiamo posto qualche domanda a Cristina Bubici.

Dottoressa su cosa agisce questo metodo? Che vuol dire ridurre le stereotipie?

Il metodo snoezelen è stato ideato da due terapisti olandesi che si sono resi conto che uno spazio dove c’è una stimolazione multisensoriale diminuisce il disagio psichico e i comportamenti problematici. Uno spazio di rilassamento e stimolazione. In un ambiente protetto vedremo sicuramente dei benefici anche per migliorare le competenze.

I bambini con disturbo di spettro autistico talvolta hanno anche problemi nelle stereotipie, quando vanno in stress o in ansia emergono comunque comportamenti problematici. La stanza multisensoriale offrirà uno spazio molto rilassante e l’obiettivo è la riduzione di questo tipo di problemi.

In che consiste il percorso? A che cosa servono gli elementi?

Ci sono cannucce colorate in fibra ottica e un cielo stellato che possono essere toccati e cambiano colore. Sono elementi che favoriscono le percezioni della vista e del tatto. I cubi anche toccandoli cambiano colore e quindi il bambino percepisce che di fronte la sua azione c’è un cambiamento che stimola i suoi sensi. Poi c’è il tubo a bolle che attraverso l’effetto luminoso di cambio di colore agevola una sensazione di rilassamento.

E la vasca a che serve?

Si chiama Canoa Terapeutica che rievoca l’abbraccio materno e il calore è uno spazio di rilassamento di contatto, i bambini vengono posti dentro di essa. E poi c’è la base dell’equilibrio dove il bambino può seguire il percorso camminando e un tappeto morbido con alcuni elementi. Possono sia esplorare in maniera libera che seguire percorsi strutturati con esperti di psicomotricità funzionale e logopedia. 

Esistono anche stanze o aree multisensoriali all’aperto?

All’aperto è difficile vedere le luci che hanno un ruolo importante nella terapia. La stanza multisensoriale è al chiuso anche se i sensi vengono stimolati anche in un bosco.

Rispetto alla sua esperienza qual è il problema più grande delle famiglie?

La solitudine.  Una volta avuta la diagnosi, le famiglie sono sole non sanno a chi rivolgersi sono poco supportate e la famiglia è distrutta. Noi cerchiamo di supportarli e aiutarli in questo. Dando loro una guida a quelle che sono le terapie e la strada a percorrere anche attraverso il confronto con altre famiglie che vivono le stesse situazioni.

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