Colloquia XII, il racconto del mondo nel segno dell’eresia

by Enrico Ciccarelli

È stata davvero di alto livello, l’edizione numero dodici di Colloquia: Il Festival delle Idee organizzato dalla Fondazione Monti Uniti di Foggia ne ha messe in mostra di profonde.

Dopo l’aperitivo del venerdì sera con Stefano Massini, il direttore del festival Gad Lerner ha condotto da par suo due discussioni di notevole interesse: il tema dell’eresia, che Lerner con buona intuizione giornalistica ha voluto legare all’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Bergoglio e alle reazioni a volte esagitate che ha destato (in fondo il Papa non ha detto cose molto diverse da quanto è scritto nell’articolo 42 della Costituzione repubblicana), è stato affrontato con sobrio rigore dal professor Adriano Prosperi, storico italiano fra i più autorevoli e grande studioso della Riforma e della Controriforma, ma anche del dimenticato popolo contadino d’Italia e di Capitanata, e con soave eleganza ed evangelica delicatezza da don Giovanni Nicolini, allievo di Giuseppe Dossetti e prete dei poveri, che ha ricordato come negli Atti degli Apostoli, ove compare per la prima volta, il termine eresia non ha alcuna connotazione negativa, alludendo piuttosto a una particolare scelta di elezione all’interno della fede. In collegamento da remoto, il sociologo Luca Ricolfi ha parlato diffusamente del suo saggio su quella che chiama “società signorile di massa”, nella quale una base produttiva sempre più ridotta sostiene consumi opulenti di fasce della popolazione consegnate al “parassitismo”.

Scenario inquietante su cui è necessario attirare l’attenzione. Spiace che Ricolfi dia l’impressione di colorare e condire l’analisi con moralismi assai poco scientifici, al servizio delle liturgie penitenziali che sembrano affascinare l’intellighentsia progressista e il suo rapporto ambivalente con la modernità. Lerner ha cercato, senza troppi risultati, di segnalare le possibili zone d’ombra e i rischi di un approccio di questo genere.

Al mattino della domenica, chiusura in grande stile con la straripante simpatia di Francesca Puglisi, attrice del Piccolo di Milano e cabarettista di Zelig, che si è prodotta in un esilarante monologo tratto dallo spettacolo “Ccà niuscuno è fisso . L’età della precarietà” (scritto dalla stessa Puglisi con Adriana Faiella). Si è riso di gusto a seguire le peripezie di un’attrice partenopea impegnata in un’Accademia di Teatro di scuola e sede ambrosiana, di quanto ci si debba esercitare in acrobazie e scioglilingua, apprendere a compitare correttamente il nome “GiÓrgio”, ma l’attrice non ha mancato di dare alla discussione contributi di grande intelligenza ed acume.

Insieme a lei la grintosa Karima Moual, giornalista italo-marocchina firma del Sole24Ore, che ha incrociato le lame con Lerner sull’opportunità di partecipare a trasmissioni televisive che hanno la rissa come principale ingrediente. Moual ha difeso, in dissenso dal conduttore, il valore anche simbolico, anche didattico, della sua presenza in quei contesti, che Lerner negava.. A tagliare la testa al toro l’eretico per eccellenza, il sommo fotografo Oliviero Toscani, che ha marchiato d’infamia la televisione nel suo insieme, definita “avanspettacolo dell’informazione”. Toscani ha precisato di avere la tv solo per vedere qualche partita dell’Inter, e quindi di viverla come una sofferenza.

Il maestro Toscani ha parlato anche della raccolta di ritratti che va effettuando in giro per il mondo (ora sono circa ottantamila) e delle ottomila persone che hanno raccolto il suo appello a mandargli immagini dal lockdown. Il grande eretico continua a cercare un racconto del mondo oggi, secondo lui, possibile solo attraverso l’immagine, che proponga un altro e differente punto di vista. D’altronde, come ha detto Massini nel suo monologo, Torquemada e Fra Dolcino, il Grande Inquisitore e l’eresiarca sono entrambi presenti nella nostra anima e nella nostra coscienza. Grazie di avercelo ricordato, Colloquia.

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