Il libro come strumento di cambiamento sociale e politico: Davide Grittani alla Biblioteca di Foggia

by Modesta Raimondi

Ciò che resta maggiormente addosso nella presentazione dell’ultima opera di Davide Grittani, La bambina dagli occhi d’oliva, Arkadia editore, è il ruolo autorevole che Grittani stesso conferisce all’oggetto libro. Un libro che si fa strumento etico e politico di cambiamento individuale e sociale. Perché accontentarsi della letteratura d’evasione, restando in una zona di confort che non descrive ciò che siamo e dove siamo veramente, non deve essere l’obbiettivo finale del lettore, che anzi dovrebbe reagire, insospettirsi e addirittura indignarsi quando le pagine a cui ha dedicato la sua attenzione non trasformano in alcun modo sentimenti e conoscenza.

Uno dei luoghi de La bambina dagli occhi d’oliva è rappresentato dalle sale da gioco, spesso percepite come lontanissime e che invece sono vicinissime, prossime, distanti pochi metri dalle nostre più o meno comode abitazioni.

Grittani ci è entrato per raccontarle ricavando un senso di netto distacco da parte degli avventori che lo guardavano come un corpo estraneo. Diremmo che le storie delle persone gli interessano nella loro verità. Tra i disaccordi con editori più importanti di quello con cui alla fine ha pubblicato, c’è stato infatti il suo rifiuto alla trasformazione del finale, che case editrici mainstream forse preferivano meno amaro. Perché si è troppo abituati ad una sorta di equilibrio tra sentimenti opposti che si muovono tra la visione lucida dei guasti e la loro effimera risoluzione, con il risultato che nulla cambia e tutto resta come prima. Anzitutto chi legge.

A dimostrazione del valore dei libri come strumento etico e politico di trasformazioni sociali, Grittani ha citato Il Branco di Andrea Carraro, che ha giocato un prezioso ruolo nella modifica della legge contro lo stupro che, da reato contro la morale, è poi diventato reato contro la persona. E anche Una Vita violenta di Pasolini, che ha influenzato i progetti redatti durante il boom economico, dal momento che la sua lettura ha aiutato i politici italiani a comprendere quanto fosse controproducente ghettizzare i poveri con i poveri e i ricchi con i ricchi, col risultato che dopo la sua pubblicazione nacquero le cooperative di edilizia residenziale assistita. Perfino l’Intelligence Usa prese a setacciare gli acquedotti in cerca degli evasi, dopo che la diffusione de I Miserabili di Victor Hugo divenne capillare in America. Perché i libri arrivano sempre prima della vita, conclude Grittani che antepone il valore dello strumento libro al giornalismo e al cinema.

Che libri sono dunque i suoi? Quali parti di umanità rivelano?

Per scoprirlo bisogna leggerli.

Ciò che possiamo anticipare de La bambina dagli occhi d’oliva è che riguarda l’annosa colpa degli adulti, rei di omissioni, mancato ascolto e auto-assoluzione nei confronti dei più piccoli. Per un romanzo che come i fatti veri della vita non ha un lieto fine.

Un aneddoto interessante è l’incontro romano di Grittani col maestro Dario Argento, da cui ha preso spunto il libro. Una casa in ristrutturazione che dietro la carta da parati nasconde disegni infantili e la narrazione che prende corpo dalla vecchia e preistorica consuetudine degli esseri umani: quella di raccontare la loro vita disegnandola sui muri.

Nell’Auditorium della biblioteca provinciale di Foggia, La Magna Capitana, c’era tanta gente ad accogliere Davide Grittani nel pomeriggio di ieri 13 ottobre. L’incontro è dentro la rassegna Fuori gli autori organizzata insieme alla libreria Ubik. Quello di Grittani è il secondo appuntamento. Il primo era stato con Francesco Carofiglio, mentre i successivi saranno Piernicola Silvis e Giovanni Rinaldi.

Alla presentazione Michele Pennetti, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, Edoardo Winspeare, regista, oltre agli interventi di Giuseppe D’Urso, presidente del Teatro Pubblico pugliese e Michele Trecca della Ubik.

«Ho già presentato il libro altrove», ha detto Grittani, «ma lo scoglio della propria città è il più duro. È il mio piccolo omaggio a questa terra un po’ acciaccata».

Entusiasmo sincero per La bambina dagli occhi d’oliva è stato espresso da Pennetti e Winspeare, che hanno lodato «l’incredibile sviluppo narrativo», l’ingresso in «mondi del tutto sconosciuti» e la «straordinarietà dei personaggi».

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