Buttafuoco elogia “la squillante armonia” di Lectorinfabula. “La Puglia ha un’identità trasversale”

by Antonella Soccio

Il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco è reduce da Lectorinfabula di Conversano, dove giovedì sera 26 settembre insieme a Michele De Feudis ha dialogato con Peppino Caldarola sul libro “Come mi sono perso il fratello greco cercando la sinistra”.

“Caldarola parte da un aspetto privato e fa i conti con la sua esistenza e con le proprie radici e comincia ad immaginarsi e vagheggiare che ci fosse un fratello in Grecia, ovviamente è una proiezione che diventa pretesto per raccontare se stesso, attraverso la sua vita. Le connotazioni ideologiche sono a posteriori”, spiega Buttafuoco a bonculture a margine di un appuntamento che ha registrato il sold out.

Abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda sulla politica e sulla destra pugliese. 

Buttafuoco, in Puglia impazza nel centrodestra il totonome sul candidato presidente capace di battere Michele Emiliano. Si fanno i nomi di tanti dirigenti e personalità vicine targate Fratelli d’Italia, la Puglia è destinata ad un ventennio di centrosinistra?

Non conosco nello specifico la realtà pugliese però sulla base di quello che vedo, di quello che sento e di quello che ho attraversato, ho sempre immaginato che la Puglia sia un luogo dall’identità fortissima. Una identità che è radicata nella sua stessa storia, dall’immediato Dopoguerra ad oggi. È una terra, in senso buono, trasversale, pacificata. È una terra in cui gli odi non hanno motivo e non hanno luogo e dove uno come Michele Emiliano non ha mai avuto problemi a riconoscere la vena viva di una identità di destra, verso cui porta un assoluto rispetto. Una destra che va da Padre Pio ad Araldo di Crollalanza, da Pinuccio Tatarella fino allo stesso Berlusconi.

Come mai allora, nonostante l’identità, la destra è ancora minoritaria e non si va oltre la leadership di Raffaele Fitto?

Proprio Fitto è l’esempio di una realtà radicata che produce politica. Vedo personalità di squillante presenza, ad esempio Stella Mele è una delle figure di riferimento anche sulla scena nazionale per il suo partito e per la realtà pugliese. È secondario valutare le cose da punto di vista delle caselle conquistate, l’identità forte, da Stella Mele a Fitto, si riverbera anche a livello nazionale e a livello europeo.

L’opinione pubblica pugliese è stata ultimamente scossa dal caso della condanna a sei anni e due mesi di reclusione per l’agricoltore di 56 anni che uccise un ladro di 67 anni intento a rubare gasolio nella sua proprietà in contrada “Caserotte” a Troia. Il tema della legittima difesa nelle campagne è molto sentito. Lei ha scritto qualche anno fa l’efficace libro “Armatevi e morite. Perché la difesa fai da te è un inganno (e non è di destra)”. È ancora questa la sua tesi?

Sì, ancora una volta, se posso tornare alla tesi del libro, è importante dire che non si può costringere il singolo cittadino a farsi carico di una tragedia come quella di questo caso di cui mi sta parlando. Tocca allo Stato. Sono convinto che lo Stato debba garantire sostanzialmente tre capitoli dell’esistenza di ciascuno di noi: l’istruzione, la salute e la sicurezza. Non possiamo privatizzare né la salute, né l’istruzione, né la sicurezza, perché se vengono privatizzare, cioè affidate alle logiche di mercato, soltanto chi è ricco potrà permettersi e consentirsi il lusso di avere una laurea, di essere sano e di essere difeso.

Secondo lei è definitivamente conclusa la parabola di Salvini, almeno al Sud, dove ha fatto molto presa proprio sulla legittima difesa e sull’immigrazione?

Non ci si può avventurare in previsioni, sembrava sparito Renzi ed è ritornato. Le dinamiche della politica in questo frangente sono sempre aleatorie, per dirla con Marx Tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria”. Non ha senso fare previsioni.

A chi si affiderà il Sud?

Al Sud c’è stato un grande tradimento. Il 4 marzo del 2018 il Sud per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana ha bocciato i partiti di sistema. Ha travolto il Partito democratico, che è l’emblema del sistema. Adesso si è perpetrato il tradimento di questo risultato, con la nascita del governo giallorosso, perché la gente che aveva votato in massa per il Movimento 5 Stelle per non avere più davanti agli occhi il sistema, se lo ritrova al governo. Questa è la vera contraddizione. Quindi il Sud patisce questo ennesimo colpo di scena e non premierà certamente la forza che ha restituito al Partito democratico il governo. Hanno contraddetto il voto del 4 marzo. Tutto poteva fare il M5S tranne riportare il Partito democratico al governo.

La Puglia sta vivendo una stagione di festival letterari molto importante, che giudizio dà a queste manifestazioni nei centri storici e in luoghi spesso colpiti dallo spopolamento?

Tutto dipende dalla possibilità di far veicolare le parole, il dibattito, le idee. Io ho visto anche in Puglia, ma non faccio i nomi, dei festival che sono diventati delle sagre, dove non c’è il tempo di riflettere, di incontrare, di parlare. Una sorta di macina, che inevitabilmente mette sullo stesso piano la sagra della frittella e della salsiccia con quella del libro. E non funziona, può funzionare solo a smuovere un po’ di economia. Sono reduce da Conversano e c’è una squillante e felice armonia tra la città, i suoi abitanti, con tanti ragazzi mobilitati e poi l’agorà, nel senso greco proprio dell’espressione, che è la piazza dove ci si incontra, si discute e dove chi è in transito si porta dietro qualcosa di prezioso.

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