“Conquistare nuovi e più vasti consensi”, le parole attualissime di Berlinguer a 38 anni dalla morte

by redazione

“Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà

Un discorso che è rimasto nella storia quello di Enrico Berlinguer, morto 35 anni fa. L’ultimo discorso celeberrimo.

7 giugno 1984. Enrico Berlinguer è stato colpito da un ictus. Scende dal palco di Padova, stravolto, sorretto a spalla. Durante la notte entra in coma e muore, dopo 4 giorni, l’11 giugno.

Sull’onda emotiva il Pci vince le Elezioni Europee. Il 17 giugno 1984, alle elezioni europee, il Pci decide di lasciare Enrico Berlinguer come capolista. Il Partito Comunista raggiunge il 33,3% superando per la prima e ultima volta la Democrazia Cristiana, diventando il primo partito d’Italia.

Le ultime parole famose, come le ha chiamate Aldo Cazzullo su RaiStoria, sono quelle pronunciate dai grandi personaggi della storia, come Enrico Berlinguer, pochi istanti prima di entrare nella morte.

Le sue frasi sono profetiche, un testamento spirituale, quanto mai attuale oggi. Sotto la sua guida il Pci è un partito democratico e riformista, Berlinguer vuole fare del Pci il primo partito di governo europeo. Per la sua mitezza era amato anche dai suoi avversari.

“I comunisti hanno dimostrato anche negli ultimi mesi di sapersi battere per garantire le libertà e i diritti democratici non solo per sé stessi in quanto opposizione ma per tutti, anche per chi non è comunista, anche per chi è avversario dei comunisti”, le sue parole sono ancora moderne, buone per il presente.

Nel documentario Pietro Folena, allora segretario del Pci di Padova, racconta la preparazione di Berlinguer ad ogni comizio. “Scriveva parola per parola, ogni suo discorso era una assoluta novità”. Mai nessun discorso del segretario Pci era uguale all’altro.

Chi ha studiato la sua retorica, rileva che la prosa era molto asciutta, scarna con pochi aggettivi, Berlinguer non vuole stupire con la tecnica dell’oratoria, ma aveva comunque una sua magia:  riusciva a persuadere pur non utilizzando gli strumenti classici della persuasione e dell’ars oratoria.  

Nelle sue parole si avvertiva il fortissimo rigore morale, il senso etico, si sentiva la sincerità del suo impegno. In quel video del suo ultimo discorso si nota la resistenza, la voglia incessante e morale di proseguire e di portare a termine il comizio e di dare lo slancio che serve per affrontare gli ultimi giorni che mancano alla campagna elettorale.

“Votando Partito Comunista Italiano si contribuisce a portare in Europa un’Italia diversa da quella a cui l’hanno ridotta i partiti che l’hanno governata finora e che la governano tuttora; si contribuisce a portare in Europa non l’Italia della P2 ma l’Italia pulita, democratica, l’Italia dei lavoratori che hanno detto e dicono no al “Decreto sulla Scala Mobile”, l’Italia della grande manifestazione del 24 marzo a Roma, l’Italia delle forze sane della produzione, della tecnica, della cultura, l’Italia delle donne che vogliono cambiare la società non solo per acquisire una parità di diritti effettiva dell’accesso al lavoro, alle professioni, alle carriere, ma per fare parte della società con le doti generali di cui esse sono le peculiari portatrici dopo secoli di oppressione e di emarginazione”.

Enrico Berlinguer fu tra i primi e tra i pochi della sua epoca a capire la grande portata dell’unica rivoluzione compiuta in Italia dal movimento del ’68, quella del femminismo. Anche sulla condizione femminile le sue parole sono profetiche e attualissime, perché ancora oggi si assiste ad una regressione in termini di parità e di conciliazione dei tempi vita lavoro.

“Siamo oggi, con lo svolgimento dei nuovi movimenti femminili e femministici, all’inizio – un inizio certo contrastato e pieno anche di intime contraddizioni – di un mutamento nelle coscienze delle donne destinato alle conseguenze più grandi. Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che il ripensamento della condizione secolarmente fatta alle donne, lo sviluppo del loro movimento di liberazione e il superamento dei limiti della concezione puramente emancipatrice – che consisteva nel proporre alle donne l’imitazione del modello maschile – tutto questo porta con sé una riconsiderazione generale della società, dei modi stessi della sua trasformazione, e della politica”, disse in un suo discorso ai giovani.

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