Fuori c’è un male invisibile da cui mettersi al riparo

by redazione

La protezione dell’umanità contro i ciechi capricci della natura era parte integrante della promessa moderna. L’attuazione moderna di quel progetto, tuttavia, non ha reso la natura meno cieca e capricciosa, e si è invece concentrata sul distribuire selettivamente l’immunità agli effetti dei suoi capricci. La battaglia moderna per neutralizzare le calamità naturali segue lo schema della costruzione dell’ordine economico: intenzionalmente o meno, essa divide l’umanità tra categorie meritevoli di cure e unwertes Leben, vita senza valore.

PAURA LIQUIDA-Zygmunt Bauman

Diario di un soprano a Milano

Oggi non sono andata in centro, non ho preso la metro. Sono andata a fare la spesa, al Penny Market. Nel mio quartiere, tutti i negozi sono chiusi, anche di giorno, così come i negozi di abbigliamento cinese, i ristoranti All you can eat, i negozi italiani di tattoo, le assicurazioni, il caf, la bottega di  tendaggi per la casa. Tutto è chiuso, ad eccezione dei tabacchi e dei supermercati.

La gente per strada cammina a testa bassa, molti di loro indossano la mascherina.  Al Penny tutti riempiono i carrelli di pasta, carne, latte, acqua. C’è fretta di pagare, nessuno più si intrattiene a parlare con le cassiere, tutti vogliono ritornare al più presto nelle loro auto. Esco dal Penny, sono carica e decido di prendere il bus.

All’interno tutti anziani, nessuno osa toccare le sbarre per sorreggersi, tutti a testa bassa, come se fossero colpevoli di qualcosa. Arrivo a casa, ma la gente che apre il portone dimentica cosa sia la gentilezza, nessuno aspetta di farti entrare.

Dall’ordinanza di ieri, dalle 18 in poi resterà tutto chiuso, nessuna luce, nessuna aggregazione. Tutto tace, una lunga notte scandita dalle 18 fino alle 6 del giorno successivo.

Ho molti amici che amano fare l’aperitivo dopo le 18, provare posti ” top” e sempre alla moda. Per loro sarà un grande sacrificio restare chiusi in casa per una settimana. Io non sono solita uscire tutte le sere, ma la sensazione che ho provato ieri dalle 18 in poi è stata quella di totale abbandono. Totale isolamento. La nostra casa è l’unico posto sicuro dove barricarsi, mentre fuori sembra di vivere nel silenzio tombale di una città terremotata.

Per chi vive in una famiglia numerosa magari questo può essere anche un momento per ritrovarsi, prendersi una pausa da quella che è la filosofia di Milano, ossia quella di fatturare, fatturare, mettendo da parte la propria vita personale. Per chi invece come me vive da sola, in un monolocale, non è un bel periodo. Le luci delle insegne dei negozi mettono gioia, le urla dei bambini che escono da scuola suscitano allegria, il rintocco delle campane di una chiesa dà pace. Ora invece tutto tace. Fuori c’è un male invisibile da cui mettersi al riparo. Proverò a cantare.  

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