Le connessioni emotive e il potere curativo della lettura. Ciro Mundi: “Il cervello produce immaterialità”

by Daniela Tonti

A me piace passare dall’una all’altra stanza illuminata; tale è per me il mio cervello, stanze illuminate; e le passeggiate nei campi sono i corridoi… E oggi sto sdraiata a pensare.

Virginia Woolf Una stanza tutta per sé

Il potere curativo della lettura e il beneficio di alcune opere letterarie sui turbamenti che affliggono l’animo umano sono studiati sin dall’antichità.  Un libro può consolare, può costituire un diversivo o innescare processi di immedesimazione. La letteratura è da sempre una parte specifica dell’esperienza umana, una variazione sul mondo o un’alternativa all’esistenza e le opere letterarie fanno riferimento a una funzione cardine nella vita emotiva dell’uomo, ossia il piacere che si ricava dalla conoscenza.

Del potere della letteratura e del suo rapporto con le neuroscienze si è discusso nel primo dei sei incontri del ciclo Biblioterapia, Emozioni: percorsi di vita e di lettura organizzati dalla Biblioteca Provinciale di Foggia con il supporto di AS.P.I.N. Onlus.

Sin dagli anni Trenta lo psichiatra William Menninger parlò di libro-terapia inserendo la prescrizione di determinate letture nel percorso di cura dei pazienti psichiatrici nei manicomi e valutandone gli effetti.

Con l’età moderna si è fatto sempre più strada il concetto di biblioterapia che comprende diversi tipi di percorsi alcuni dei quali non disdegnano vocazioni più commerciali come il filone di marketing editoriale di auto aiuto. Uno dei più interessanti è la biblioterapia clinica applicata in ambito medico.  Una tesi di dottorato del 1949 individua in tre i momenti di un processo biblioterapeutico: identificazione, catarsi e introspezione.

Ad aprire il primo incontro, la direttrice della Biblioteca Gabriella Berardi che nel suo intervento ha messo in evidenza il potere curativo dei libri e i risultati degli studi più recenti.

“Alla base di qualunque discorso c’è la consapevolezza che i libri abbiano un potere. Perdersi in un romanzo, essere trasformati perché i libri hanno la capacità di modificare i nostri umori e il nostro modo di pensare. Leggere è un’esperienza che si fa con l’immaginazione e l’immedesimazione ed è un’esperienza trasformativa”.

Il professor Mundi

Berardi si è soffermata anche sul rapporto tra lettura e felicità citando Aidan Chambers, il famoso autore di Cartoline dalla terra di nessuno e premio Andersen.

“Chambers sottolinea l’importanza della narrazione perché quello che ci cambia non è l’evento ma come lo raccontiamo e quindi il potere creativo e ri-creativo della narrazione. Ed è quella la realtà. La narrazione è più reale dell’evento stesso. Che i libri avessero un potere curativo lo sapevano anche gli antichi e questa correlazione tra benessere e libri è stata indagata recentemente dal gruppo GEMS, i lettori risultano più felici dei non lettori. Affrontano la vita in maniera più positiva”.

“La trama deve essere composta in modo che anche senza vedere, chi ascolta i fatti avvenuti deve rabbrividire e provare pietà, che è ciò che succede ascoltando le trame di Edipo”


La poetica – Aristotele

Le emozioni che si attivano attraverso le letture

Il rapporto tra emozioni e sistema nervoso è oggetto di indagine praticamente da sempre. Già 2500 anni fa Ippocrate scrisse che è dal cervello che provengono gioie e piaceri e cioè le emozioni fondamentali. Le neuroscienze tengono insieme i vari approcci scientifici del maggior numero di discipline che si occupano di questo settore (psichiatrica, neurologia, psicoterapia) e la relazione proposta da Ciro Mundi (Direttore del Dipartimento di Neuroscienze degli Ospedali Riuniti di Foggia)  durante l’incontro è stata incentrata sul rapporto tra emozione e neuroscienze.

Bisogna precisare che la scissione tra neurologia e psichiatria è abbastanza recente e non ha prodotto risultati efficaci tanto che oggi si assiste a un suo superamento con psicanalisti che sempre più spesso lavorano affiancando i neurologi.

“Lo stesso Freud che era un neurologo – ha spiegato Mundi – dice che un giorno sarà possibile ritrovare il funzionamento psichico nel sistema nervoso. E nella sua epoca c’era solo l’esame clinico e l’anamnesi in particolare, cioè le narrazioni neuropsichiatriche tra paziente e dottore.  Con la chiusura dei manicomi purtroppo si sono perse molte testimonianze di questo tipo di approccio”.

Le emozioni sono degli stati cerebrali interni che non è semplice valutare in quanto interagiscono con le componenti culturali e linguistiche e la plasticità cerebrale è molto modificata dal tipo di relazione con il mondo esterno.

“L’emozione si presta male a una definizione. È stata spesso messa in collegamento con le ‘sensazioni’. In realtà l’emozione è una risposta mentale e fisica a un evento esterno ma anche a un evento interno, nel senso di approfondimento di se stessi e dipende anche dai contesti antropologici e culturali in cui si sviluppa.  La differenza tra emozione e sentimento è semplice. Se io avessi ora un sentimento di odio nessuno lo saprebbe a meno che io non lo dichiarassi.  È un discrimine fondamentale per chiarire il campo in cui ci muoviamo”.

Il cervello è una macchina miracolosa di cui sappiamo ancora ben poco. È come se fosse un multiorgano perché ogni area ha una funzione specifica e le aree devono funzionare tutte insieme per avere un risultato efficace.

“È un organo di un chilo e mezzo che ha cento miliardi di cellule – ha spiegato Mundi  – e  ognuna risponde a mille sollecitazioni. Quindi parliamo di numeri inimmaginabili, centomila miliardi di connessioni. Ma come mai funziona? È il sistema più complesso in assoluto non solo perché ci fa parlare camminare, struttura il pensiero e la personalità, produce la persistenza dei ricordi e la consapevolezza che è uno degli argomenti neurologici di maggiore interesse e di indagine.

Come si forma il pensiero? Come il cervello, che è un organo, produce un’immaterialità che è il pensiero? Non c’è nessun altro organo che produce immaterialità”.

I neurologi si occupano molto della consapevolezza perché la migliore conoscenza di sé permette di mettere in campo le migliori strategie adattative.

Il linguaggio e la narrazione ascoltata

Oggi in un recente articolo di Nature si ipotizza che per ciascun emisfero ci siano almeno 180 aree specializzate in una funzione. E c’è una regione del linguaggio che si attiva soprattutto nella narrazione ascoltata.

“Se è vero che il cervello è tante parti tra di loro come se fossero parti di un’orchestra, la domanda vera oggi delle neuroscienze è: chi è il regista? E chi si è posto per primo questo problema è Giuseppe Sinopoli psichiatra e direttore d’orchestra e parlava della somiglianza tra la funzionalità di un’orchestra e quella del cervello”.

Umore e sentimento

“L’intelligenza emotiva non è un’idea, è una funzione.  Così come esiste l’intelligenza esecutiva, perché noi siamo uno e tanti. Ma come si è arrivato a parlare di intelligenza emotiva? Grazie alle scoperte di neurologi italiani che hanno scoperto l’empatia. Che non è il concetto filosofico con tutta la gamma del patema, sentire insieme, ma una precisa scoperta neurologica, quella dei neuroni a specchio fatta dalla scuola di Rizzolati a Parma”

La scoperta, come si sa, avvenne per caso. C’erano delle scimmie in laboratorio e un giorno uno dei neurologi prese una banana per mangiarla. Siccome in quel momento gli elettrodi erano collegati allo scalpo di una scimmia, il neurologo vide che mentre lui mangiava si attivavano delle aree del cervello dell’animale.

Studiando capirono che la scimmia a livello cerebrale riproduceva e attivava quelle aree come se stesse mangiando anche lei la banana. E si aprì un capitolo straordinario, la scoperta dei neuroni a specchio che secondo molti studiosi ebbe la stessa importanza della scoperta del DNA.

“Questi neuroni sono molto attivi nella linea emozionale empatica e arriviamo a un punto di svolta con il libro di Damasio, l’Errore di Cartesio. Cartesio con res cogitans e res extensa teneva separate le funzioni in realtà Damasio dimostra che i due emisferi sono associati e il campo di sviluppo di queste due sfere è il corpo”, ha concluso Mundi.

E’ dal talamo che parte la risposta emozionale e l’azione ma è un circuito che si influenza a vicenda. Perché la paura determina la corsa per un individuo, laddove un altro invece rimane congelato sul posto?

Ma sul tema della paura sarà incentrato il prossimo incontro.

La mente è più grande del cielo

Perché se li metti fianco a fianco

L’una contiene l’altro

Facilmente.

Emily Dickinson – Poesie


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