Storie di Madonnella, D’Aprile il primo plastificatore di Puglia

by Fabrizio Stagnani

Nei pressi di Piazza Carabellese, nel fervente quartier Madonnella di Bari, entri in tabaccaio per pagare un bollettino e ti consigliano rivolgerti a D’Aprile, cerchi biglietti per gli autobus cittadini e la prima anziana signora ti indica l’uscio di D’Aprile, entri in una copisteria – con tanto di scritta a lettere cubitali “Plastificazioni” sulla vetrina – per mettere sotto vuoto il tagliando utile al parcheggio autorizzato ai residenti e ti dicono di fare tutto da D’Aprile. 

  Un locale di sedici metri quadrati, lì difronte alla fontana che zampilla al centro dell’isola pedonale, i quattro metri per quattro meglio organizzati che ci siano nei paraggi. A dire delle tabelle affisse nel negozio D’Aprile, “dal 1963”, duplica chiavi, da poco anche quelle elettroniche, realizza targhe, timbri, scritte adesive, vende cartoleria, effettua rilegature e fotocopie, ma aggiusta anche l’orario sugli smartphone delle signore attempate dopo i passaggi dal legale al solare e custodisce loro anche i carrelli della spesa pieni, o vuoti che siano, se devono allontanarsi per delle altre commissioni. Un vero e proprio punto servizi di quartiere.

Tra le tante ragioni che portano da loro è proprio la suddetta necessità di rendere impermeabile e resistente il personale contrassegno della ZSR sotto un manto di rigida celluloide. Due baldi ragazzoni dietro il bancone, un venerando signore, loro padre, serafico a sovraintendere. E’ lui che si fa subito avanti per accontentare la richiesta di plastificazione. Propone due soluzioni, la prima da due euro, l’altra di uno più costosa, la differenza solo la qualità, la trama. Accettata la proposta meno economica, si sa che a Madonnella sul parcheggio non si scherza, quindi meglio essere certi di aver fatto tutto il possibile per cautelare da ogni male il rettangolino di carta rilasciato dagli uffici abbonamenti AMTAB. Il Signor D’Aprile al sentire che, come è giusto che sia, pur lavorando in un ufficio pubblico dove si dispone di una macchina per la plastificazione, della quale di soppiatto magari si sarebbe potuto approfittare, ma si è correttamente preferito finanziare con economie proprie l’operazione, si offre prontamente a plastificare con la miglior trama ma al costo minore per premiare il ben fatto. La chiacchiera con questo affabile galantuomo di altri tempi e dal niente spunta la notizia: “Sono stato il primo a plastificare in Puglia, lo faccio dal 1980!”

Come ha iniziato? 

“Andai ad una fiera a Milano, della quale ora non ricordo il nome, vidi queste macchine e decisi di lanciarmi in questa nuova imprenditoria. In quegli anni, c’erano già alcuni Comuni che consegnavano la Carta di Identità già plastificata, anche il Comune di Bari per un breve periodo lo fece. In carta però c’erano i codici fiscali e pensai che alle persone sarebbe tornare utile rendere impermeabile e resistente anche questo documento. Quindi acquistai questa macchina!”. Indicando proprio l’apparecchio là davanti, d’indubbia datazione a giudicare dall’usura, l’accende per riscaldarla. 

Cosa ne venne?

“Diedi inizio al mercato delle plastificazioni. Arrivarono clienti da Foggia, da Lecce, da Brindisi. Ma non solo per i documenti. Gli incassi più importanti venivano dai titolari di discoteche che mi chiedevano di lavorare sui tesserini per entrare nei loro locali. Questi abbonamenti erano in cartoncino, facile da deperirsi in tasca, nei portafogli, io li ho plastificati tutti. Comunque ho lavorato bene anche con le Carte d’Identità. Ero bravo! Sapevo lasciare lo spazio nella parte posteriore per apporre il timbro del rinnovo. Mentre per le patenti, quelle sempre di carta, quelle vecchie, rosa, si poteva plastificare solo la parte che riportava la foto. Toccava fare un ritaglio alla plastica. Nella restante parte andavano apposte le marche ogni anno.” La macchina primogenita, acquistata ormai quasi quarant’anni anni fa, è li che arriva quasi alla temperatura giusta per poter rendere plasmabile la celluloide, a farle compagnia sul carrello ce ne sono altre due di esponenziale grandezza, che il proprietario ci specifica ha acquistato nel tempo per accontentare le esigenze sempre più variegate. 

Cosa ne è ora? 

Sghignazza elegantemente: “Ora queste macchine sono arrivate capillarmente in ogni dove. Uffici medio e grandi, ma anche i privati sono arrivati a potersele permettere. Resta che per l’età che ho, per l’esperienza che ho maturato rimango uno dei pochi che sa bene cosa si può plastificare e cosa meno. Molte persone si sono improvvisate nella plastificazione! Se tu vai in una cartoleria e chiedi di lavorare su una Carta d’Identità c’è chi pur di fare qualche incasso te la plastifica pure, ma non si può fare, per legge! Proprio mezzora fa è venuta una persona di mia conoscenza, si stava recando dalla Provincia alla Camera di Commercio. Gli serviva pagare un bollettino qui da noi. Mi ha fatto vedere il suo documento ed era tutto plastificato. Gli ho dovuto dire che ora aveva perso validità. E lui ignaro, mi ha risposto che nel suo paese la tabaccheria non lo aveva avvisato neanche.” Mirando ad una grafica accampata fra le mille chiavi e strumenti. Su quella insegna sotto il nome D’Aprile, c’è scritto “Onesta, correttezza e cortesia”, chi ve lo ha detto? 

“Me lo sono detto da solo! Io mi comporto in quella maniera!”. Rifugiandosi nel retrobottega, un altro spazio di oltre cinquanta metri quadri, il laboratorio del negozio, il primo plastificatore di Puglia, ormai in pensione, ceduto lo scettro ai sui eredi, saluta e si augura di poter tornare presto a vivere anche la sua campagna, nell’entroterra, a Cassano.    

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