“Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo”
M.De Montaigne, Essais, Libro 1°
Quanta ragione ha Montaigne! In questo, tempo nel quale ciascuno di noi sta sperimentando se stesso cercando vari ‘luoghi’ e “posizioni” per trovar pace spesso ci scopriamo inadeguati e nudi, soli e senza scuse. Non ci aiuta la tecnica, la rete non ci basta. In questo tempo avere un ‘retrobottega’ è una ricchezza che non si apprezza mai come adesso.
Lo stesso Aristotele, nell’Etica a Nicomaco, argomentava che la ricchezza, l’onore, la notorietà e simili possono rendere solo più comoda la vita e come tale in parte, solo in parte, degna di viverla perché di fronte alle calamità e alla morte anche l’uomo più ricco di comfort, si scopre indigente, ‘gettato’ e nudo, solo e senza scuse.
Unica azione che può essergli di aiuto è ritirarsi nel suo “retrobottega”, quello spazio fra sé e sé, personale, riservatissimo, luogo della nostra solitudine in cui ogni essere umano diligente, ha indagato, indaga e cerca di trovare a sé la risposta all’antica domanda delfica: ‘conosci te stesso? ‘.
E qui inaspettatamente e con sorpresa ci troviamo a ripercorrere le strade della nostra vita. Molte imboccate al buio, rivelatesi senza uscita, intasate dai nostri idoli, ad uno a uno poi evaporati come fuochi fatui. Quanti idoli amati e poi abbandonati hanno guidato le scelte della nostra vita, “arricchendola” di angosce, anfratti e tortuosità per ottenere dagli altri o dalle cose un po’ di gloria e una breve felicità temporale. Quanti nostri affanni nascono dal non voler riconoscere la nostra identità di “figlio” che non può essere mai ” padre” e tanto meno “padre di sé stesso”.
Solo in questo “retrobottega” scopriamo cosa è veramente importante per poter dire che stiamo vivendo bene; per capire quali sono le esperienze che ci rendono felici e ci sono testimonianza per ritrovare fiducia e speranza nell’alba di domani.
Pasquale Bonnì