Corsier-sur-Vevey celebra i 130 anni di Charlie Chaplin

by Daniela Tonti

Quando Charles Spencer Chaplin fu espulso dagli Stati Uniti era in nave, in viaggio con la sua famiglia verso Londra. Ripiegò sulla Svizzerà e non tornò mai più in America. Si trasferì a Corsier-sur-Vevey nel Cantone di Vaud dove è stata appena inaugurata la mostra temporanea Chaplin Personl:1952-1973 con le immagini di Yves Debraine. Uno degli appuntamenti delle celebrazioni dei 130 anni della nascita dello straordinario attore e regista inglese, in programma in Svizzera che comprendono anche proposte di Natale, un circo a tema  (dal 13 al 28 aprile), una nuova statua di cera e un nuovo film.

Le origini di Charlot

Chaplin nato a Londra il 1889 e morto in Svizzera dove s’era ritirato, dopo un’infanzia misera a vagabonda aveva esordito in teatro in parti secondarie per affermarsi intorno agli anni Dieci con la compagnia di Fred Karno. La scuola di Karno fu fondamentale per lo sviluppo della sua poetica e per la formazione dell’arte mimica ma solo il cinema gli consentì di sviluppare tutte quelle qualità che sul palcoscenico erano limitate nel tempo e nello spazio. Durante la guerra, Chaplin scava a fondo nel tessuto sociale e non si accontenta di certi aspetti esteriori dell’umanità ma vuole ancorare i personaggi a una visione dei problemi sociali. Sono personaggi poetici dal profondo spessore umano. Da Il vagabondo,una storia di solitudine e vita amara e sconsolata a L’evaso i ritratti si fanno sempre più delineati e mettono al centro individui soli contro una società fortemente corrosiva. Un giudizio politico e ideologico che si farà via via sempre più forte.

La violenta repressione

Chaplin aveva tutti contro. Negli anni del matrimonio con Mildred Harris si schierarono contro di lui i benpensanti, i critici, parte dell’opinione pubblica americana e persino l’industria che non aveva mai digerito le origini britanniche del grande regista. A partire da Il Monello fino a Giorno di paga, al centro c’è delle sue opere sempre il dramma sentimentale legato sempre più intensamente alla critica alle istituzioni, alla rivolta anarchica. Fu osteggiato in tutti i modi fino a finire nelle terribili trame del maccartismo nella lista nera degli indesiderabili di Hollywood, cioè del movimento anticomunista e che perseguiva le attività antiamericane guidato dal senatore Joseph McCarth. Accusato di comunismo, una voce sotto la quale spesso si celavano solo repressioni, invidie e maldicenze di stessi colleghi in cerca di appoggio dal governo, trovò una acerrima nemica in Hedda Hopper, la famosa cronista mondana di gossip che non perdonava a Chaplin oltre l’inglesità, il suo amore per le donne e per la vita. La Hopper fu l’antesignana di un certo giornalismo per così dire “eccessivo”, nonché da molti ritenuta l’inventrice del gossip, chiunque non entrasse nelle sue grazie con regalie varie e inviti a party esclusivi finiva nella sua lista nera e vedeva la sua carriera rovinata per sempre.

A Charlie Chaplin fu revocato il visto e fu espulso dagli Stati Uniti mentre era in viaggio in nave con la sua famiglia verso Londra. Fu un colpo durissimo per un convinto pacifista come lui.

Così decise di stabilirsi in Svizzera, non tornò mai in America e morì proprio a Corsier-sur-Vevey (Vaud) la notte di Natale del 1977. Fu sepolto nel locale, piccolo cimitero della comunità svizzera. Tra le colline ricoperte di vigneti del Lavaux Charlie Chaplin visse gli ultimi 25 anni della sua vita con la moglie Oona e i loro otto figli.

La mostra

Fanno parte della mostra alcuni scatti immortalati da Yves Debraine, fotografo ufficiale dell’artista in Svizzera.  Nascono dai vent’anni in cui Yves Debraine ha avuto il privilegio di frequentare regolarmente la casa, dove realizza ritratti di famiglia e immagini più personali. Incaricato di realizzare i biglietti di auguri dei Chaplin, con messe in scena ogni volta diverse orchestrate da Chaplin stesso, Debraine documenta anche la vita familiare, i ricevimenti, le premiazioni, i viaggi, il lavoro filmico. Un’attività che oltre alla mostra ha fruttato la pubblicazione di un libro, in vendita dal 14 febbraio al negozio del museo e in libreria.

La mostra è all’interno del Chaplin World’s, il museo che realizza un progetto maturato per oltre 15 anni. All’esterno si stende un magnifico parco, dove dal 13 al 28 aprile si alzerà il tendone del circo, in collaborazione con la scuola di circo l’Alchimie. Un universo verso cui Chaplin ha sempre nutrito una particolare affezione e che fu celebrato da un suo film, Il circo.

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