Decauville e connessione tra mare e aeree interne, il viaggiatore cittadino nella Puglia che non ti aspetti

by Daniela Tonti

Qualche anno fa Ryszard Kapuściński raccontò il viaggio di Erodoto mettendo in evidenza fin dalle primissime battute un dilemma insolubile: da un lato Erodoto ha consacrato la sua vita alla verità e dall’altro la sua fonte principale non è stata la storia reale ma quella riferita e tramandata in modo selettivo. Mancano duemila anni alla comparsa dell’individualismo e la gente si riunisce davanti al fuoco invitando chiunque a raccontare. Questa fu la prima delle fonti alle quali attinse Erodoto. La seconda fu quello che vedeva. La terza quello che pensava.

L’idea che guida Kapuściński è che Erodoto è stato il primo vero reporter della storia: il suo bisogno di viaggiare, toccare con mano e raccogliere dati fa di lui un giornalista a tutti gli effetti. Erodoto navigava per mare per mesi, si inerpicò su sentieri rocciosi, affrontò disagi inenarrabili e scoprì le meraviglie di Babilionia e  i segreti del Nilo, in tre parole: varcava la frontiera. Il senso dei suoi viaggi è racchiuso nelle Storie. Esperienza, conoscenza e narrazione.

Oggi il tema del viaggio come esperienza è tornato prepotentemente a farsi strada nella richiesta delle destinazioni, nell’orientamento delle politiche economiche di promozione dei territori che stanno riorganizzando i sostegni e affilando le armi. Per intercettare il viaggiatore e non più il semplice turista. Ed è quello che sta succedendo in Puglia. Non più turismo di massa, forte del mare e di una narrazione parzialmente logora fatta di mare, masserie, grandi tavolate, tarantelle, sedie di legno e piatti di coccio mutuata a vantaggio di stereotipi cinematografici ma strategie a lungo termine sulle destinazioni poco conosciute e sull’immenso patrimonio immateriale.  

Negli ultimi anni la Regione Puglia ha investito molto sul turismo intercettando diverse tipologie di fondi comunitari e le sue politiche sono state prese a esempio di buone pratiche a livello europeo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti:  un brand fortissimo e un posizionamento ancora più forte che ha trainato un comparto in difficoltà e fatto registrare numeri e presenze da record.

La fase due di questa visione a lungo termine è la Puglia che non ti aspetti. Che qualcosa fosse cambiato era nell’aria: dai progetti sulle Vie Francigene e i Cammini con Viandanti Festival, alle strade della Fiaba, agli eventi sotto le faggete della Foresta Umbra. Una rete del tutto inedita di connessioni sul patrimonio immateriale pugliese. Ma le politiche, anche le migliori, se calate dall’alto quasi mai attecchiscono sui territori e la sfida è coinvolgere gli Enti locali e attivare nuovi meccanismi di efficienza. Al centro di ogni ragionamento c’è il viaggiatore inteso come cittadino temporaneo, come l’ha definito Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia alle Isole Tremiti domenica scorsa. Se è vero che si viaggia per esperienza, non c’è niente di meglio che far sentire il viaggiatore parte di una comunità.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistato.

Direttore avete recentemente presentato un report che è un primo screening sulle attività di Puglia 365.  L’impressione almeno nella fase iniziale è che ci fosse un considerevole tasso di improvvisazione nelle proposte. Quali sono le strategie per il futuro e quali le criticità?

L’obiettivo di Puglia 365 è la destagionalizzazione. Occorre internazionalizzare e far crescere il numero dei turisti stranieri che vengono in Puglia e per far questo bisogna diversificare e quindi accanto al mare abbiamo posto quattro linee di prodotto su cui Puglia Promozione sta lavorando. Parliamo di sport e natura, paesaggio e benessere, enogastronomia e di patrimonio culturale e naturale, materiale e immateriale. Tutte le azioni sul territorio vengono ricondotte nell’ambito di queste quattro linee di progetto che hanno una serie di declinazioni, la prima delle quali la formazione.

La criticità che ci preoccupa di più in questo momento è il rapporto tra qualità e prezzo. A fronte di prezzi non più bassi occorre che i servizi crescano in qualità e questo richiede formazione negli operatori, cultura di impresa. Tutta la strategia rientrerà in queste azioni più coordinate. Se si parla di turismo non si può non parlare di infrastrutture, di formazione, di agricoltura, di sviluppo economico, di ambiente e in questo senso non ci saranno più iniziative estemporanea per Puglia 365 che era nata sui comuni poi è stata estesa ai privati. Quando l’abbiamo messa in rete rispetto al tema della diversificazione del prodotto, la qualità è significativamente cresciuta.

E in questa seconda fase?

Puglia Promozione ha un mandato preciso in questa seconda fase di attuazione del piano strategico. La prima è stata quella di lavorare sulla promozione del brand Puglia. Il secondo aspetto è quello legato alla connessione tra costa ed entroterra. Abbiamo in programma interventi sulle aree interne a partire dai Monti Dauni per arrivare all’area sud Salento che sono le due aree interne già finanziate a cui si aggiungerà Gargano e Murgia.  Stiamo lavorando alla riqualificazione della decauville la ferrovia che collegava Vieste alla Foresta Umbra per mettere in rete la prima località turistica di Puglia con le faggete che è conosciuta ma non è frequentata e non ha le presenze che meriterebbe.

Un altro filone su cui stiamo lavorando è il tema della campagna di comunicazione. Il claim è La Puglia che non ti aspetti quindi una politica finalizzata a valorizzare tutto ciò che non è noto.

E queste aree sono pronte a sostenere un turismo di questo tipo?

Questo è il punto. Spesso queste aree quello che ci chiedono immediatamente è di portarle nelle fiere.

Servono le fiere?

Non più come un tempo. Serve costruire un prodotto e sulla costruzione del prodotto non si è pronti come si dovrebbe ma la costruzione del prodotto è fondamentale perché senza il prodotto non c’è promozione. Può diventare un boomerang se qualcuno arriva e non trova disponibilità e servizi adeguati. L’altro aspetto è la veicolazione del prodotto attraverso la Destination Management Organization. Oggi servono strutture organizzative imprenditoriali in una forma mista pubblico privato dove  il pubblico manifesta indirizzi, esigenze e programmazione e i privati prestano e vendono i servizi. Costruzione del prodotto, promozione del prodotto e vendita di servizi di qualità.

Ci sono imprese di questo tipo?

Ci sono alcune realtà.

Agenti di viaggio?

Più che agenti di viaggio parliamo di soggetti organizzati. Un esempio è Nicolaus che da questo punto di vista è l’unico grande soggetto realmente organizzato. In questo senso sta crescendo un filone legato ai nostri contatti internazionali come la Russia. C’è stata una crescita del 240% dei turisti russi. Stiamo lavorando su un grande filone cinese per istituire un volo diretto Bari-Pechino o Shangai. Se queste cose si attivano, come è successo in Russia, i risultati sono incremento di presenze e internazionalizzazione, in funzione alla vendita di pacchetti dedicati che vanno costruiti in maniera specifica.

Lei prima parlava di controllo e formazione degli operatori. Cosa intende?

Stiamo ridefinendo e riorganizzando l’Osservatorio sul turismo con l’approvazione dei codici identificativi di struttura, i CIS che ci aiuteranno a far emergere il nero, una delle grandi piaghe del territorio. Se i nostri numeri sugli arrivi e sulle presenze inglobassero anche il nero o il sommerso avremmo risultati ancora più entusiasmanti. Attraverso il CIS, che è un’esigenza legata all’extralberghiero (B&B, Case Vacanze, etc.) avremo un controllo più diretto e una crescita dei numeri legati all’emersione.

Ci sono aree della Puglia dove il problema del nero è più forte?

E’ un problema diffuso in maniera uniforme in tutto il territorio regionale. Se consideriamo che su booking abbiamo 30mila strutture che offrono la propria ospitalità e invece nel nostro sistema di Osservatorio ce ne sono solo 8mila, il problema evidentemente esiste. Il CIS ci aiuterà a farlo emergere per attivare e consolidare quei controlli che, al di là dell’aspetto di legalità, servono a monitorare la qualità. Stiamo ragionando anche alla definizione della Carta dei Servizi: fare un patto con gli operatori per evitare che si approfitti di questo vento favorevole che caratterizza il turismo pugliese per incrementare ingiustificatamente i prezzi. Proprio quanto il vento è favorevole bisogna lavorare sui fondamentali.

Lei prima ha parlato di collegamenti. Siamo a Tremiti dove alcuni anni fa la Regione intercettò fondi per creare un collegamento di trasporto pubblico tra le due isole. Nonostante i fondi, il progetto fu boicottato anche violentemente dagli interessi locali. Quindi quanto è difficile poi la pratica?

I fondi esistono sulle Tremiti e sul Gargano, la volontà regionale c’è, la pianificazione esiste ma occorre la volontà dei soggetti locali sia sul versante istituzionale che su quello privato a fare il salto di qualità, l’alternativa è rimanere fuori da questi circuiti. Tutto il sistema regionale si sta orientando in questa direzione. La Puglia ha la responsabilità di essere regione di riferimento nel Mezzogiorno per la crescita che ha manifestato anche con i numeri. Chi non si adegua, chi non manifesta la volontà di andare in quella direzione, rimane fuori. Né risorse, né miracoli, né eventi politici possono evitare l’isolamento.

Servono i Parchi? Il sindaco di Tremiti Antonio Fentini ha lanciato la provocazione di uscire dal Parco del Gargano poiché non si sente rappresentato. Lei che ne pensa?

È il Parco del Gargano e le Tremiti sono parte integrante del Gargano e questo è il dato. In una società come quella in cui viviamo immaginare l’Italia da sola rispetto all’Europa o l’Europa da sola rispetto a giganti come la Cina, Stati Uniti e Russia è impossibile. È evidente che quando si fa sistema questo sistema deve essere organizzato e presente sui territori e non calato dall’alto sulle realtà. È un lavoro complesso che richiede presenza e professionalità ma io penso che oggi abbiamo l’esigenza di semplificare le forme di aggregazione come i Sac, i Gal e  utilizzare strutture importanti per fare in modo che tutti i pezzi del territorio in quel perimetro siano adeguatamente valorizzati. Anche a fronte di risorse finanziarie ulteriori rispetto a quelle presenti e che i Parchi sono in grado di intercettare attraverso Stato e Ministero dell’ambiente. Le Isole Tremiti sono un posto meraviglioso che se riuscissimo a fare evolvere verso livello della destinazione turistica che la Puglia è, rappresenterebbero la punta di diamante assoluta per questa regione.

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