L’imprenditore Matteo D’Amato, una vita nel turismo a Peschici e un sogno che rincorre da 40 anni

by Daniela Tonti
Matteo D'Amato

A due passi dalla spiaggia di Peschici sorge una delle strutture alberghiere più gettonate e ricche di storia del Gargano, l’Hotel D’Amato con circa 80 camere e 20 nuovissime suite. L’albergo ha uno stile mediterraneo, due piscine, ampi spazi all’aperto e basta soffermarsi qualche minuto al suo interno per restare colpiti non solo dalla cura dei dettagli negli arredi ma anche dalla cordialità dell’accoglienza e da un livello professionale alto. Sarà questo il motivo per il quale non sono pochi i clienti habitué che ritornano di anno in anno. 

La storia dell’albergo si intreccia con quella della famiglia D’Amato imprenditori tra i pionieri del turismo sul Gargano e infaticabili lavoratori con il vezzo del mecenatismo. Matteo D’Amato è il proprietario, sempre presente nella struttura e nella sua visione non manca la costruzione ogni anno di un cartellone di eventi culturali, spesso molto più ricco di quello comunale, quasi ogni sera uno spettacolo diverso con musicisti e artisti interessanti provenienti da tutta Italia. Un tratto comune a tutta la famiglia visto che quest’anno al Villaggio di Manaccora suo fratello Raffaele ha offerto agli ospiti il concerto di Luca Barbarossa, solo per dirne una. La lista di eventi e artisti ospitati in questi anni sarebbe davvero lunghissima.

Alla famiglia D’Amato appartiene anche il Villaggio Baia di Manaccora e la spiaggia Calalunga. La storia del Gargano è anche la storia di grandi famiglie di imprenditori che sin dagli anni 60 hanno investito capitali privati puntando su un settore appena nato. Prima ancora che la Puglia andasse di moda, a partire dalla fine di maggio, i grandi hotel del Gargano venivano presi d’assalto da turisti nordeuropei. Il Salento non era ancora una meta turistica battuta e da Bari in giù la ferrovia era un semi miraggio a un solo binario.  E di aeroporti nemmeno a parlarne. Molte cose sono cambiate e se la Puglia ha conosciuto uno sviluppo incredibile rappresentando quasi un caso scuola nelle politiche di sviluppo turistico e nell’impegno di fondi comunitari in tal senso, le strade che portano sul Gargano sono le stesse di sempre. Le istanze legate ai servizi come la viabilità e la sanità nel Gargano Nord sono una litania di dolore che si ripete ogni anno senza soluzione di continuità.

E mentre si attendono i numeri sulle presenze di questa stagione e consequenziali riflessioni e avvitamenti sul tema, ci sono imprenditori come Matteo D’Amato che non si fermano e continuano a pianificare progetti e investimenti, scommettendo su un territorio che amano. Sicuri di vincere.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistato.

Come inizia la storia di D’Amato?

Mio padre all’età di 30 anni era un costruttore edile e iniziò a costruire villaggi, ville negli anni Sessanta per i primi turisti che venivano a Peschici.   Mentre realizzava il Villaggio Baia di Manaccora per un gruppo di bolognesi (venti bungalow con un piccolo albergo di 7 camere) ci fu un imprevisto. La famiglia che aveva commissionato l’opera si divise e mio padre rilevò le quote di due fratelli. Avevo 13 anni e ci siamo trovati a gestire questo villaggio dove c’era un ristorante abbastanza grande.

Che tipo di clientela c’era? Chi veniva sul Gargano?

Appena aperto venivano moltissimi medici, soprattutto da Padova e Verona, e alcune famiglie di industriali sempre veneti e lombardi. All’epoca c’era l’Hotel Gusmay che era uno dei migliori della Puglia e stando vicino a loro beneficiavamo anche noi di questa clientela. Io da 14 a 19 anni curavo la ristorazione. Mio padre ci affiancò già allora un professore di scuola alberghiera che ci formò per poter lavorare al meglio in questo ristorante dove mangiavano 200 persone al giorno più l’albergo.

E poi?

Dopo di che il villaggio si è ingrandito e il turismo andava benissimo, noi abbiamo continuato a investire in questo settore comprando o affittando terreni intorno alla Baia di Manaccora. Nel 1975 avendo un distributore di benzina a Peschici a mio padre venne in mente di fare un ostello e di costruire delle camere con un ristorante. L’ingegnere che gli stava vicino per i lavori Guerrieri ha curato la progettistica dell’hotel. Solo che nel 1976 fece qualche camera in più e iniziò la problematica dei sequestri edilizi, tramite ordinanze di prefetture, siamo riusciti ad avere le licenze.

Quando aprì?

Nel 1977. L’albergo aveva 35 camere era bellissimo, stile mediterraneo mio padre realizzò due campi da tennis in leicold i migliori sul Gargano, la piscina di 25 metri più una per bambini.  Era un albergo all’avanguardia che costava la metà del Pizzomunno e gli stessi standard e servizi avevamo cuochi eccezionali, dei maitre preparatissimi. Era il boom nel 1977 era facile trovare gente che faceva proprio questo mestiere. Dal 1978 in poi abbiamo avuto anni eccezionali, Peschici diventava sempre più turistica.

E poi arrivò il Giubileo

Negli anni 2000 venne fuori il Giubileo. Peschici faceva parte di un Consorzio Celestiniano, da noi passò Celestino V che si fermò a Kalena e tutti i paesi che erano stati attraversati potevano utilizzare i progetti del Giubileo. Alcuni ingegneri pugliesi mi vennero a proporre questi ampliamenti. Io non ci credevo! Se mio padre non era riuscito nel 76 a sanare 3-4 camere d’albergo figurati se io sarei mai riuscito a ingrandire l’albergo. Alla fine mi convinsero. Presentare il progetto infondo non costava nulla. Se l’avrebbero approvato bene, altrimenti pazienza.

L’imprenditore garganico

Ma non fu facile giusto?

Io come Hotel D’Amato avevo il problema di una sanatoria bloccata e grazie all’aiuto di Enrico Dalfino che era un nostro affezionato cliente e amico riuscimmo a sbloccare pagando le ammende attraverso il settore urbanistico della Regione Puglia. Sono riuscito ad avere la sanatoria e ho potuto partecipare ai progetti Giubilari. Nel 1998 ho chiuso la sanatoria e nel 2000 sono riuscito a fare il triplo della cubatura che mio padre non aveva potuto realizzare. E oggi abbiamo 80 camere e 20 suite che stiamo ultimando.

Che tipo di clientela c’era all’epoca?

Dal 2000 si lavorava moltissimo la stagione era lunga. Avevamo clientela tedesca che è scomparsa. Oggi manca completamente la clientela tedesca della Pentecoste che ci dava l’80% del lavoro. Significava che alle Pentecoste l’hotel D’Amato aveva 150 tedeschi e 50 italiani, già a fine maggio. Questo mercato tedesco manca totalmente.

Come mai secondo lei?

Loro viaggiano con gli aerei. Un tedesco che dieci-quindici anni fa viaggiava con la sua famiglia con una macchina e se ne veniva nei nostri villaggi per due settimane ci completava, appena andavano via loro c’erano gli italiani e facevamo un mese in più di stagione. I tedeschi arrivavano con auto di grossa cilindrata da Monaco, da Stoccarda, dalla Bavaria e affrontavano un lungo viaggio per arrivare sul Gargano. Avevano anche agevolazioni per le autostrade e dei buoni benzina. Attualmente un tedesco che ha una settimana a disposizione non viene più qui, perché da Milano o Verona ci vogliono 10-12 ore di autostrada. A un professionista che ha 7 giorni e deve impiegare un giorno per venire uno per tornare non gli conviene più…

Come sta andando la stagione?

Quest’anno abbiamo avuto camere libere fino all’11 agosto e dall’11 fino al 24 ci sono alcuni vuoti e ogni giorno diamo camere per una due tre notti. È diventato un lavoro massacrante. Dall’11 al 24 agosto è sempre stato un periodo in cui era tutto pieno ma ormai non c’è certezza neanche in questo. Anche se io non sono mai stato d’accordo con il concetto di alta stagione. Perché in agosto devono pagare l’alta stagione se in spiaggia non c’è un posto? Se non c’è parcheggio? Se il paese non è preparato per questa massa?

Cosa manca?

Il Gargano ha bisogno della viabilità e Peschici ha bisogno di arredi urbani, parcheggi sulla marina, servizi.

Come valuta le campagne di promozione regionale sulla “destinazione” Puglia? Il Gargano ha tratto beneficio secondo lei?

Attualmente per il Gargano la ricaduta è pochissima se non inesistente. Non so, forse per il Salento funziona perché hanno gli aeroporti. Io a chi lavora nel turismo continuo a dire che devono intercettare i mercati del Nord Europa che hanno un clima diverso e già da maggio si muovono…

Citava prima l’aeroporto. Che idea si è fatto? Immaginiamo che ne abbia sentite molte di idee dall’ex Idroscalo, ad Amedola, a Borgo Mezzanone al Gino Lisa…

Mi sono stancato tutte le mattine di aprire il giornale e leggere dell’allungamento della pista del Gino Lisa. Sono 40 anni, ho partecipato a tutti gli incontri mi sono stancato. Voglio solo ricordare a qualcuno che all’età di 16 anni, adesso ne ho 62 quindi 45/46 anni fa, mio padre mi portò a Foggia presi l’aereo e andai in Canada feci Foggia Roma, e da Roma andai in Canada. La vecchia guardia politica ci aveva dato qualcosa, l’aeroporto. Questa guardia invece sta continuando a dire chiacchiere, a fare promesse che non ha la capacità di mantenere. Se non fanno l’allungamento per trovare vettori a questo punto conviene che ci diano la superstrada, la viabilità o un modo per arrivare prima a Palese. Di un aeroporto giocattolo non abbiamo bisogno. Il Gargano ha bisogno di un aeroporto come Brindisi, come Ibizia, come Sharm certamente non ha bisogno di un’aeroporto giocattolo dove parte un aereo la mattina e uno la sera.

Lei ci crede?

Siamo fiduciosi però l’impegno deve essere totale. Non può essere solo pubblicitario. Vogliamo che i nostri assessori si impegnino veramente a risolvere questo problema.

Prima citava il Salento cosa pensa di questa fortunata stagione che sta vivendo?

Ho visitato il Salento ed è una terra bellissima ma obiettivamente per loro è tutto più facile. Sta succedendo quello che succedeva da noi negli anni 80. Hanno pochi posti letto e investimenti freschi ma noi dovevamo lottare per le progettazioni, non avevamo i finanziamenti pubblici che ci sono adesso e non era facile fare cose di qualità se dovevi fare tutto di tasca tua o con la banca. So che molte strutture ricettive nel Salento oggi ricevono finanziamenti. Io come Hotel D’Amato non ho mai ricevuto nulla. E va bene così. Chiediamo solo che ci approvino i progetti, quelli giusti. Non vogliamo che si costruisca oltre ma qualificare quello che c’è,  se ci aiutano a qualificare le nostre strutture sarà facile aumentare la qualità. 

Quali sono i vostri progetti?

Personalmente vorrei realizzare una piscina per il pubblico peschiciano semi olimpionica con l’idea di aprirla da Pasqua a Ottobre. Difficilmente Peschici potrebbe avere una piscina coperta per l’inverno, anche se mi piacerebbe molto. Se ci saranno le condizioni potremmo anche tenerla aperta tutto l’anno. Vogliamo rifare i campi da tennis, piccoli come vanno adesso. Stiamo cercando di avere una conferenza di servizi. Speriamo che sia a breve e che ce la facciano realizzare.

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