Riapre il Castello di Sant’Agata, lo Spione delle Puglie. Una “scommessa vinta” nelle Aree Interne

by Antonella Soccio
castello di Sant'Agata

Il mio giro comincia a Sant’Agata. Ci sono stato centinaia di volte. La meraviglia è vedere il paese da lontano. Una forma perfetta, che non ha avuto bisogno di piani urbanistici, si è fatta con l’idea di mettere le case al sole e una vicina all’altra. C’è stato un tempo in cui le vicende della comunità contavano più di quelle dei singoli. Il mondo contadino era durissimo, ma ora possiamo estrarne una buona radice.

Franco Arminio

Grande festa domenica 28 aprile per la riapertura, dopo i lavori di ristrutturazione della cinta muraria e delle torri, del Castello Comunale di Sant’Agata di Puglia.

Rappresentazioni, intrattenimenti e visite guidate allieteranno tutta la giornata, dalle 11, quando ci sarà il taglio del nastro per il quale è attesa l’assessora regionale alla Cultura Loredana Capone o qualcuno della sua struttura, il superdirigente Aldo Patruno e la dirigente del servizio Silvia Pellegrini, alle 19.

Saranno riaperte le stanze, il sottotetto, la Cappella di Sant’Agata, unica nel suo genere, una cappella interna.

Esteso per 1500 metri quadrati, a 1800 metri sul livello del mare, acquistato nel 2000 dal Comune e sottratto ai capricci dei privati, il Castello di Sant’Agata è un punto di osservazione straordinario su Irpinia, Vulture, il Tavoliere e anche sul Golfo di Manfredonia, che è possibile ammirare nelle giornate più limpide. Non a caso il paese dei Monti Dauni, dal fascinoso skyline presepiale, amatissimo dai viaggiatori, è anche noto come la Loggia o lo Spione delle Puglie.

La roccaforte

Già roccaforte di controllo militare sulla valle del Calaggio in epoca bizantina e longobarda, la rocca di Sant’Agata passò nella seconda metà del 1000 sotto il dominio Normanno. Durante la successiva dominazione Sveva, l’imperatore Federico II stabilì che dei circa 242 castelli del suo regno, una quarantina di essi per la loro importanza strategica e militare sarebbero stati amministrati direttamente dalla curia regia (castra exempta). Fra questi 40 castelli, oltre a Castel del Monte, vi era anche la Rocca di Sant’Agata.

Nel 2000 il castello fu acquistato dal Comune divenendo così un bene pubblico.

Come si legge su mondimedievali.it, la pianta è rettangolare, circondato da un muro di cinta in cui possono ancora vedersi quattro torrette di forma prismatica e troncoconica; mirabile è il grande portale in pietra rosa rigato con arco sormontato da due animali marini e lo stemma della famiglia Loffredo.

I lavori e il futuro

Assai soddisfatto il sindaco Luigi Russo, a Sant’Agata si vota il 26 maggio, ma il professionista, come aveva annunciato 5 anni fa, non si ricandiderà. La continuità amministrativa sarà garantita dal suo vicesindaco, con la lista Cambiamenti, se sarà eletto

“I lavori sono durati un anno e mezzo, ma è stato aperto e reso fruibile compatibilmente con il cantiere, ogni qualvolta ce n’era l’occasione. Abbiamo sistemato la cinta muraria, le due torri troncoconiche, abbiamo realizzato dei bagni, era un problema quando c’erano gli eventi,  sono stati effettuati sia al piano terra sia al piano superiore. Una ristrutturazione c’è stata anche per la Chiesetta di Sant’Agata, sistemata perbene, è l’unica a portare il nome della santa del paese”.

All’interno della corte, la piazza d’armi è stata riqualificata: è stato posizionato anche un cannocchiale nel punto più alto per poter vedere l’Irpinia, il Tavoliere, il Golfo, il Vulture noi siamo la Loggia o lo Spione delle Puglie, spiega l’amministratore.

“Dal castello è un vero spettacolo. Per la riapertura ci saranno botteghe medievali fino alle 19, ci sarà anche un piccolo spettacolo di falconeria con dei rapaci, abbiamo organizzato un po’ di attività. Mi auguro che l’attuale vicesindaco, una volta eletto sindaco, continui con tutto il gruppo il cambiamento che abbiamo avviato, portando una inversione di tendenza e il recupero del patrimonio”, ha spiegato il primo cittadino a Bonculture

C’è ancora da sistemare il Museo archeologico e non è ancora aperta la Libreria di Comunità.

“La gestione sarà della Pro Loco, così come fanno altre amministrazioni. Anche il Castello della dirimpettaia Bisaccia in Irpinia è gestito in questo modo, laddove invece il castello di Bovino è della Diocesi, non è pubblico. L’idea è quella di creare una rete di castelli: Ascoli, Rocchetta anche se lì la gestione è ancora in mano al privato, Bisaccia. Il nostro è tutto pubblico e la particolarità è che diventerà un contenitore culturale con altri locali dedicati ai visitatori. Una bella scommessa, che abbiamo vinto, con un grosso recupero in poco tempo”.

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