Torre del Porto, il “pane e turismo” della famiglia Granatiero a Mattinata, custode di biodiversità

by Daniela Tonti

La storia di Torre del Porto, uno dei primi alberghi a sorgere nella piana di Mattinata nel 1975, è la storia della famiglia Granatiero e del capofamiglia Angelo. Di un’impresa costruita un pezzo alla volta con non pochi sacrifici.

Migrante in Germania con un lavoro durissimo, Angelo torna a Mattinata e acquista in contrada Funni un terreno. E da quel terreno si è arrivati oggi a una struttura ricettiva di 30 appartamenti comprensiva di bar, ristorante, piscina, solarium oltre la linea di produzione di prodotti enogastronomici eccellenti come olio, olive e ottime marmellate di arance, fichi e limoni. Prodotti a chilometro meno di zero.

A distanza di quasi cinquant’anni Torre del Porto, complice la spinta propulsiva del ricambio generazionale alla guida, ha subito ampliamenti e ristrutturazioni e da hotel si è trasformato in hotel residence seguendo le tendenze di un mercato mutato in un territorio tendenzialmente sempre uguale a se stesso. La stagione che sta per concludersi ha segnato l’inaugurazione di una decina di nuovissimi appartamenti, tra monolocali e bilocali tutti dotati di angolo cottura.

Immerso in un magnifico giardino di alberi da frutto e ulivi è il punto di partenza ideale non solo per i turisti balneari ma anche per gli amanti dei cammini e del turismo lento che fino a Monte Saraceno offre ancora tantissimi percorsi poco battuti. Non a caso è uno dei luoghi preferiti dagli ospiti della Gargano Running Week, uno dei migliori esperimenti di destagionalizzazione garganica. E basta poco per capire perché.

Oggi la struttura è gestita dai due figli di Angelo, Michele e Mimmo e dai loro figli, cresciuti a “pane e turismo”.

A Mattinata, la ricettività segue le due linee distinte della sua conformazione: la zona della spiaggia, più volte bandiera blu, nella piana e il paese qualche chilometro più in là. La maggior parte delle strutture ricettive sorge nella piana: qualche albergo, molti campeggi e b&b anche se negli ultimi anni non sono poche le strutture private nate lungo il corso principale o al rione Junno nel cuore del paese.

“La destagionalizzazione è un termine di cui si sente molto parlare nella politica e in campagna elettorale come se bastasse dire “destagionalizzazione” per dimostrare di capire qualcosa di turismo”, ci dice Angelo Granatiero, classe 1989, che abbiamo incontrato.

Appassionato di lunghe camminate all’aperto e di sport, parla tre lingue, studia e legge moltissimo e insieme alla sorella e ai cugini rappresenta la nuova guardia di Torre del Porto.

Ecco la nostra chiacchierata.

Angelo ci racconti un po’ la storia di questa struttura. Suo nonno come ebbe questa intuizione?

Mio nonno alla fine degli anni 60 era emigrato in Germania dove svolgeva un lavoro durissimo, costruiva strade e ferrovie. Tornava a Mattinata solo una volta l’anno e con la sua capacità di risparmiatore, pensate che guadagnava 110 mila lire e ne mandava 100mila in Italia, fu in grado di acquistare in contrada Funni a 300 metri dal mare il terreno. E così nacque Torre del Porto Hotel e ristorante perché sino al 2005 la struttura oltre ad occuparsi di ricettività era anche un ottimo e frequentatissimo ristorante, soprattutto la domenica a pranzo. Due anni prima di aprire, i miei nonni avevano avuto in gestione una pizzeria a Mattinatella ma l’idea imprenditoriale è stata sempre quella di catapultarsi in questa avventura.

E quindi la storia iniziò con 14 camere in formula hotel per poi ampliarsi nel corso degli anni. Che tipo di approccio si seguiva?

La struttura negli anni 80 non subì tante modifiche, i clienti cercavano un bel posto con accoglienza famigliare quello che i miei nonni offrivano insieme a mio padre e mio zio è stata una grande capacità di accogliere e seguire. Mio nonno non ha mai detto no al cliente e questo elemento ha contraddistinto il modo di fare turismo di noi nipoti. Siamo tutti nati a “pane e turismo”. Con il passare degli anni riuscirono ad ampliarsi, la struttura oggi ha 3 corpi che hanno 30 appartamenti più zone comuni e piscina. Gli ampliamenti sono stati fatti nei primi 2000 e nel 2008 e quest’anno quello che era l’albergo primordiale ha preso una nuova veste grazie alle demolizione e costruzione che ha dato luce a un complesso nuovissimo e ultramoderno. Abbiamo scelto inoltre un impianto fotovoltaico e un provider di energia elettrica che eroga soltanto da fonti rinnovabili oltre a dispositivi di illuminazione esterna alimentati da pannelli solari.

Che tipo di clientela avevate?

La clientela che veniva a Mattinata sin dall’inizio dell’attività era costituita da italiani nella maggior parte del nord Lombardia ma anche centro sud Campania. E’ stata una stagione turisticamente positiva per noi e c’erano molti gli stranieri, era l’epoca dei tedeschi i cui flussi sono variati. Negli ultimi 5 o 6 anni sono tornati in grande numero.

E oggi?

Oggi c’è segmentazione di stati stranieri, lavoriamo con una grandissima percentuale di stranieri diciamo un 50%,  tedeschi, austriaci, francesi, polacchi, inglesi e anche russi. Il mercato è completamente cambiato e molto più globalizzato di allora oltre che si è ridotto il soggiorno. Prima era minimo di due settimane, oggi invece la media è 4-5 giorni. Abbiamo più arrivi che soggiornano per meno giorni. La stagione 2019 è stata come quella precedente comunque positiva.

Parliamo di note dolenti. Quali sono le lamentele che raccogliete più spesso rispetto ai servizi sul territorio?

I trasporti pubblici senza dubbio. Chi decide di venire senza auto fa una scelta coraggiosa perché arrivato qui ha un po’ di difficoltà nella pianificazione della routine. Se si rimane a Mattinata c’è una navetta che fa mare-paese anche molto efficiente, noi forniamo delle biciclette gratuitamente e facciamo servizi di transfer su richiesta ma la lamentela è sempre la stessa. Se i turisti vogliono girare, spostarsi da Mattinata per visitare il Gargano o Monte ci sono veramente pochissimi mezzi pubblici. Le corse non sono numerose e la domenica è impossibile spostarsi perché non ci sono mezzi disponibili. Il 95% degli ospiti noleggiano l’auto e questa è una delle lamentele ricorrenti.

Oggi si parla molto di destagionalizzazione per promuovere il Gargano anche d’inverno o fuori stagione. Eventi di vario genere che dovrebbero rappresentare un traino al comparto e una boccata d’ossigeno per gli operatori che vedono le stagioni accorciarsi sempre di più. Lei che idea si è fatto?

La destagionalizzazione è un termine di cui si sente molto parlare nella politica e in campagna elettorale come se bastasse dire “destagionalizzazione” per dimostrare di capire qualcosa di turismo. Strategia di destagionalizzazione a Mattinata non esiste. E mi sento di dire nel Gargano. Ci sono molti singoli attori ma non c’è un ente aggregatore competente di aiuto alle aziende. Mancano le tecnostrutture sul territorio in modo continuativo, un cronoprogramma, una regia, una visione a lungo termine e d’insieme.

Lei fa parte di un piccolo consorzio di Mattinata. Com’è l’esperienza?

Siamo pochi operatori ma abbiamo sperimentato alcune strategie con educational tour, press trip anche con discreti risultati ma non abbiamo mai trovato una buona interlocuzione politica tranne in rari momenti. E laddove si è cercato di strutturare qualcosa purtroppo si sono incontrate sempre difficoltà, nonostante il turismo sia una pratica nata negli anni 60 spontaneamente e poi organizzata, c’è tanto da fare. Non dobbiamo dimenticare che la destagionalizzazione viene favorita anche da una serie di fattori esterni soprattutto i trasporti. Senza considerare l’aeroporto che rappresenta un altro polo attrattore fondamentale, basta vedere i dati statistici, tutti i territorio vicini agli aeroporti hanno avuto una crescita esponenziale.

Destagionalizzazione è ciò che dai a livello “commerciale” ma è anche quello che ricevi in servizi che uniti a un programma consente a quel territorio di emergere.

A Mattinata c’è la Gargano Running Week ora gestita dall’associazione ASD Gargano Run, una manifestazione che fa registrare il sold out nelle strutture fuori stagione e che promuove un turismo lento molto di moda secondo le ultime tendenze.

La Gargano Running Week nasce con quell’intento di destagionalizzare e fu sostenuto dalla Regione in un periodo in cui il Gargano fu protagonista anche di tutta una serie di attività di marketing che hanno portato in voga gli antichi sentieri di cui è ricco il territorio, nell’ottica di staccarsi dalla monocultura balneare e proporre un’offerta turistica diversa. Ora la Gargano Running Week è portata avanti da un’associazione di Mattinata ASD Gargano Run che continua a organizzare l’evento. E’ uno di quei casi in cui l’input è stato colto e ci sarà la settima edizione che ha iniziato a avere ottimo riscontro di presenze. Grazie alla ASD Gargano Run e alla precedente amministrazione comunale è nato il Gargano Running e Trekking Park, un prodotto turistico fruibile tutto l’anno con 160 km di sentieri tutti segnalati con gps e cartelli. Un prodotto frutto della cooperazione di alcuni attori, istituzionali e privati: il Comune con l’ex sindaco Michele Prencipe, Puglia Promozione che ha curato la parte editoriale in collaborazione con la casa editrice Soul Running con l’apporto logistico dell’associazione ASD Gargano Run e dell’Associazione Alenn di Mattinata.

Cosa manca agli operatori secondo lei?

Manca la formazione costante e continua nel proprio settore non bisogna minimizzare al solo settore della ricettività ma anche alle attività commerciali in generale, alla ristorazione alle spiagge. Cultura dell’ospitalità e del turismo quello in cui io cittadino capisco che i primi turisti siamo noi, cioè la popolazione residente. Siamo noi i maggiori custodi e protettori del territorio e dobbiamo essere un buon bigliettino da visita.

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