Non solo maternità, o l’essere mogli, ma anche l’arte, a volte inconsapevole, di affascinare. Inizia così, infatti, il percorso espositivo con dipinti di fine Ottocento inizi Novecento, in cui rintracciamo echi dannunziani: corpi di donne eterei e lascivi, creature ad un passo dalla dannazione che celano, dietro forme dolci e materne, insidie e incantamenti
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