«Quando sono tornata dal campo ho lottato per la mia vita. È qualcosa di inimmaginabile, che non si può capire bene. Aspettavo che il mondo si inginocchiasse, che mi chiedesse scusa, ma nessuno ci accolse. Non sapevamo dove andare, dove vivere, come ricominciare a vivere. Non ci ascoltarono. Così, dopo aver vissuto la tragedia nei campi di concentramento, mi sentii davvero uno scarto, un avanzo della vita. Nessuno, in fondo, ci voleva».
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