“Francesca era un magistrato, una donna che si stava occupando del processo contro Vito Ciancimino: una persona, dunque, colpita non a caso. A lei era stata offerta una scorta, ma l’aveva rifiutata: era consapevole del pericolo, ma voleva rischiare il peggio assieme a lui. Aveva dedicato una parte della sua vita alla protezione di Falcone e la loro vicinanza fisica era la cosa più scontata”
Giovanni Falcone
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Quale dolce mela
La Giornata Nazionale della Legalità: la Storia e la coscienza degli esseri umani
by Paola Mannoby Paola MannoQuelle immagini riempirono le case degli italiani per molte settimane a seguire. Era il 23 maggio del 1992 e quel giorno una bomba composta da 500 kg di tritolo uccise Giovanni Falcone, magistrato antimafia, Francesca Morvillo, magistrato e moglie di Falcone, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, agenti della scorta, quest’ultimo, ventinovenne, viveva in un paese a qualche km dal mio. A Calimera oggi c’è una piazza che porta il suo nome, e un piccolo monumento, vicino a un albero di mandarino di Sicilia.
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“Per Falcone e Borsellino non c’è nessuna foto dei loro cadaveri, ma c’è questo scatto in prossimità della morte che celebra la vita. Loro continuano a vivere in quel sorriso e in quella promessa di coraggio e speranza che tutti noi abbiamo idealizzato nei loro tratti”. L’intervista a Tony Gentile