Nella crisi interna del cinema americano, pronto a privilegiare i mercati stranieri, c’è chi vede nella favola dell’attrice che lascia lo schermo per il trono il passaggio di testimone tra Hollywood e l’Europa, se non addirittura l’intesa tra la californiana fabbrica dei sogni e la vetrina europea, destinata a diventare nei prossimi decenni l’affollato crocevia del jet set internazionale.
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