«L’Italia ha un deficit di infrastrutture notevole: dagli impianti di compostaggio dei rifiuti organici al Sud che potrebbero concorrere allo sviluppo delle filiere dell’economia circolare agli hub integrati della mobilità intermodale e sostenibile nei capoluoghi regionali o delle Aree Metropolitane, fino ai poli rigenerati del manifatturiero e del tessile e dell’artigianato che oggi per le materie prime sono dipendenti dall’estero».
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