Definito da Maria Nadotti uno degli scritti più “eccessivi” di Némirovsky, Jezabel racconta la storia di Gladys Eysenach, che conosciamo in un’aula di un tribunale. Gladys è una donna “ancora bella, malgrado il pallore, malgrado l’aria stravolta e stanca”, una signora elegante che si mette le mani al collo, in un gesto meccanico, per cercare la collana di perle che sempre l’aveva ornato, anche se il suo collo è ormai nudo e anche lei pare spogliata davanti al Pubblico Ministero, davanti a un pubblico di curiosi che, come a teatro, sono in attesa di vederla.
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