Il protagonista sa che vuole muoversi dalla periferia di Rozzano al centro di Milano: è un ragazzo che dopo il diploma tenta i primi passi per costruirsi la sua identità, formativa, sentimentale, professionale
Jonathan Bazzi
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Libri
Il colibrì, il libro definitivo, lieve e potente di Sandro Veronesi al suo doppio Strega. Il trionfo de La Nave di Teseo
Alla fine, dopo tante incertezze, Sandro Veronesi ha vinto l’edizione 2020 del Premio Strega: quella che tutti ricorderemo come eccezionale, in tempo di Covid, senza i tanti invitati chiassosi al Ninfeo di Villa Giulia, ieri sera spazio scenico silenzioso e spettrale nella diretta su Rai3 condotta con garbo dall’ottimo Giorgio Zanchini.
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“Rozzano a lungo è stata una delle mie vergogne: mi vergognavo di abitare lì, di essere povero, di avere parenti non istruiti. Non lo dicevo, lo tenevo nascosto”. L’intervista
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“Davanti al pregiudizio reagire alzando la posta: meglio tacere? Lo sapranno anche i muri”. Quando arriva questa frase, come un fulmine in una prosa tempestosa, sappiamo già tutto del protagonista, di quella sua febbre nauseante, improvvisa e strana che gli ha cambiato la vita. La febbre che gli ha rivelato e fatto scoprire l’HIV: sarà indimenticabile.