Nel vecchio istituto di pena rubato ad una remota e imprecisata località italiana e fatto diventare dall’occhio documentarista di Leonardo di Costanzo palcoscenico filmico di Ariaferma, c’è qualcosa che prescinde l’umana corporeità e la durezza imposte dalla cornice carceraria. Qualcosa che evade. Qualcosa d’imprendibile. E di splendido
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