I due assistenti dalla stanza 6 spararono per mettere in atto il delitto perfetto e per dare un palcoscenico alle loro teorie nietzchiane? È possibile. O è stato solo gioco finito male? Non lo sapremo mai. Il regista non fornisce una lettura ex post dei fatti. Si insinua anche un filo di dubbio dopo 25 anni, nel riproporre la freddezza di Scattone e il narcisismo di Ferraro. Mai un pentimento da parte loro, mai una parola fuori posto che potesse anticipare una confessione. È come se il docufilm li delineasse ancora una volta imprigionati nei loro personaggi accademici, di carta, dentro il meccanismo del delitto perfetto che non si risolve per mancanza di prove e movente.
Marta
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Il MarTA raddoppia gli introiti grazie al digitale. Eva Degl’Innocenti: «Bisogna concepire il museo come un’unione di elementi.»
“Siamo l’unico museo in Italia ad avere un FabLab, ovvero una sorta di officina per la produzione di contenuti digitali: offriamo attività di didattica a distanza, laboratori per l’e-learning che danno la possibilità a tutti di apprendere la riproduzione tramite stampanti 3d e scanner delle nostre collezioni”.
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Saranno esposti, per la prima volta tutti insieme nella sede museale preziosi vasi di produzione italiota attribuiti ai più grandi maestri della ceramografia apula, provenienti da scavi clandestini in territorio pugliese e recentemente restituiti all’Italia da importanti musei esteri
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Dialoghi di Archeologia: Il MarTa e le connessioni con la comunità tarantina
by Sara Fasciaby Sara FasciaIl MarTa conta 8mila meri quadri di spazi e attualmente si sta lavorando a una parete tattile con la digitalizzazione di 40mila reperti, agevolandone così la fruizione e rendendo meno farraginoso lo schema di catalogazione. Questo grande progetto renderà il MArTA il primo Museo in open data
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