Nel quadriennio 1934-1938, nel quale Vittorio Pozzo conduce per due volte gli Azzurri alla vittoria nella Coppa Rimet, con l’intervallo di una irripetuta medaglia d’oro ai giochi di Berlino, il regime fascista usa anche il calcio dentro una ben oliata macchina del consenso all’ombra della quale si nasconderanno i fallimenti in politica economica, le atrocità della guerra coloniale, la somma ignominia delle leggi razziali.
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