Quanta banalità siamo già riusciti a raccogliere negli articoli pubblicati durante questa inimmaginabile ed estenuante quarantena?
Netflix
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La serie riesce a unire come una ghiandola pineale, una narrazione spensierata e comica a una più seria e matura, in base al contesto, riuscendo a far passare messaggi profondi, senza lunghi sermoni, rendendo così iconico ogni episodio
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L’horror è il terreno comune su cui si muovono le tre parti di Dracula: il sangue, tanto sangue – e come potrebbe essere altrimenti – di cui si nutre il geniale protagonista e che gli permette di acquisire capacità, imparare lingue, sapere nuove cose tramite le malcapitate vittime
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Il regista statunitense torna all’action puro utilizzando lusso, esplosioni, corpi sinuosi, tecnologia, caos e distruzione fondendo spettacolarità ad una dose di ironica irriverenza
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Con un uso di luci e colori che sono a metà fra la tetra atmosfera burtoniana e quella sognante dei classici Disney degli anni ’90, Pablos sceglie, dunque, di raccontare il mito di Babbo Natale al di fuori dalla mitologia natalizia e così, in una divertentissima origin story, lo seguiamo nella sua trasformazione da burbero taglialegna, al tenero vecchietto di rosso accompagnato dallo scampanellio della slitta.
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El Hoyo è la pellicola più politica ma anche quella dalla filigrana più commerciale tra i film visti sino ad ora nella competizione ufficiale del trentasettesimo Torino Film Festival, un attacco efficace al sistema sociale e alla lotta di classe mostrando i limiti del socialismo e soprattutto del capitalismo, esaltando la natura individuale e individualista dell’essere umano, vera causa della condanna.
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Un film che è un commiato al suo mondo, a Robert De Niro, Joe Pesci e Harvey Keitel, gli amici attori che ha rivoluto insieme in un suo film; ad un modo di fare cinema che ha rivoluzionato Hollywood, celebrato paradossalmente proprio sotto l’egida di Netflix, emblema di modernità e (forse) del tramonto delle sale.
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Cos’hanno in comune questi cattivi d’oggigiorno? Senz’altro abbaiare, tanto per rimanere in tema animalesco. Invettive contro istituzioni politiche, sociali e religiose d’ogni sorta, rompere nel modo più dissacratorio ch’esista le convenzioni etiche e morali della società presunto civilizzata.
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Accanto alla forza evocativa e alla potenza del concetto dietro La Casa di Carta, c’è l’incalzante ritmo narrativo che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Decisamente un lavoro da lode, se si pensa che si tratta di una serie nata per la tv generalista spagnola.
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Il Metodo Kominsky rappresenta alla perfezione quella porzione di piattaforma che non deve parlare necessariamente di supereroi, ragazzini o crimini per essere interessante: al centro della storia ci sono, in pratica, due vecchi arrugginiti, con un problema nuovo ogni giorno che passa, lo scarto di Hollywood, il ciarpame che non vuole più nessuno, ma che non ha ancora finito di dire la sua.