“Abbiamo iniziato a usare i social perché volevamo aprire un dibattito sui pericoli legati alla spiritualità contemporanea, e ci siamo resi conto che c’erano molte persone interessate a dialogare su questo tema, e che cercavano uno spazio per potersi confrontare e parlare di dinamiche sociali e di quello che chiamiamo “fioritura personale”. Non è stata quindi una pianificazione, piuttosto un dialogo costante che negli anni è cresciuto”.
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