A Manfredonia l’incredibile Museo dei Pompieri e della Croce Rossa più grande al mondo

by Maria Teresa Valente

“Perché io, da grande, farò il pompiere!”. Era questa la frase che ad ogni puntata pronunciava Grisù, il simpatico draghetto di un famoso cartone degli anni Settanta che, nonostante la sua natura di ‘sputafuoco’ e nonostante la volontà del padre, non voleva altro se non diventare un pompiere! E chi da bambino non ha mai desiderato almeno una volta diventarlo? Già, perché il pompiere nell’immaginario collettivo rappresenta la figura di un supereroe in carne ed ossa che con coraggio ed ardore interviene nelle situazioni più disparate portando tutti in salvo.

E a raccontare la storia del mitico corpo dei Vigili del Fuoco ci ha pensato Michele Guerra realizzando a Manfredonia il Museo storico dei Pompieri e della Croce Rossa Italiana che, con una superficie coperta di 2.500 metri quadri, non solo è il più grande e spettacolare d’Europa, ma per le sue peculiarità è addirittura unico al mondo.

L’esposizione permanente è parte integrante della Cittadella della Sicurezza e della Formazione creata da Euroambiente di Manfredonia nella zona industriale D46, a pochi chilometri a sud della città. Tra gli oltre 3.000 reperti esposti, in questo museo si respirano il coraggio e la straordinaria passione nell’opera svolta dai Vigili del Fuoco. “Quello per i pompieri e tutto ciò che li riguarda è un amore nato grazie al mio lavoro”, spiega Michele Guerra, titolare di un’ormai storica e consolidata realtà presente sul territorio sipontino che, da oltre 30 anni, si occupa di sicurezza sul lavoro.

Guerra, prima d’imbarcarsi in questa fortunata avventura imprenditoriale, dal 1969 al 1985, e quindi dalla nascita alla chiusura, è stato capoturno della squadra dei pompieri presso lo stabilimento Enichem nella piana di Macchia. Da allora, ha iniziato a coltivare una passione smodata, cercando e collezionando tutto ciò che era riconducibile a questo corpo che proprio quest’anno celebra gli 80 anni della sua fondazione. Fino al 1939, infatti, ai pochi corpi pompieristici locali a carattere volontario e limitati alle circoscrizioni comunali, facevano riscontro vaste zone, addirittura intere regioni, completamente prive di qualsiasi difesa organizzata contro il fuoco. I pompieri comunali, erano ancora organizzati con concezioni e ordinamenti antiquati e tutto il complesso antincendio italiano appariva anacronistico, insufficiente, mal distribuito, alla mercé dei mezzi e delle tradizioni locali. Occorrerà arrivare al 1935 prima che il problema venga riconosciuto in Italia, ma bisognerà attendere il Regio Decreto del 27 febbraio 1939 perché tutti i corpi vengano unificati ed il Corpo pompieri assuma la denominazione di Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Entrando nel museo di Manfredonia, ciò che colpisce subito è il lunghissimo corridoio che ospita 17 espositori, all’interno dei quali sono sistemate circa 80 uniformi dei pompieri e della Croce Rossa Italiana che vanno dalla prima metà dell’Ottocento alla fine del Novecento. Nella parte sinistra del corridoio si apre un piazzale dedicato a San Lorenzo martire, primo santo protettore dei pompieri, dove è stata sapientemente sistemata una notevole quantità di regolamenti, libri, stampe, cataloghi, incisioni, foto, cartoline, illustrazioni, diplomi, ecc., a rappresentare la più ricca e straordinaria raccolta di documenti di tutti i tempi che ha consentito di ricostruire nei minimi dettagli la storia del glorioso Corpo dei Pompieri.

Riprendendo il corridoio, è possibile ammirare una notevole raccolta di medaglie commemorative e al merito, le statue dei pompieri ed altre preziose uniformi, mentre si accede ad un secondo padiglione intitolato a Sant’Antonio Abate, protettore dei pompieri, all’interno del quale troviamo degli straordinari cimeli che hanno fatto la storia della Croce Rossa Italiana (carro lettiga, ambulanze ippotrainate, motorizzate, lettighe di varie epoche, bici soccorso, uniformi, ecc.).

Il terzo padiglione è intitolato a Santa Barbara, attuale protettrice dei Pompieri, e contiene attrezzature, mezzi ed altro che raccontano la storia dei Vigili del Fuoco aziendali ai quali si sono ispirati i più importanti corpi pompieristici del mondo. Il quarto ed ultimo padiglione è intitolato a San Floriano di Lorch, particolarmente venerato nei paesi del Nord-Est italiano, e raccoglie in modo spettacolare tutti i sistemi di salvamento aerei impiegati nel corso dei secoli tra cui la rete di salvataggio, i teli circolari da salto, lenzuola e teli tubolari di salvataggio, la rampa di discesa dei pompieri, scale a corda ed a pioli, ecc., dai quali, con una interessante proiezione multimediale, si mostrano ai visitatori persone che si lanciano per salvarsi dalle fiamme da cui sono avvolte.

Alla fine del percorso, troviamo la Centrale di Allarme, all’interno della quale sono stati sistemati tutti i sistemi di allarme impiegati nel corso dei secoli: telefoni metallici e in legno, campane, tamburi, trombe, cornette, fischietti normali e bitonali, ecc. Usciti dalla casetta del pompiere trombettista, si entra in un enorme spazio intitolato: “La lotta al fuoco nei secoli” e si rimane folgorati nell’ammirare la storia del corpo che parte dalla famosa bici dei pompieri ai moderni mezzi di oggi.

Nell’esposizione sono stati ricostruiti nei minimi particolari i più importanti eventi calamitosi che hanno caratterizzato la nostra storia e quella dei pompieri, si va dall’incendio di Nerone a Roma del 64 d.C., si passa attraverso l’incendio ed il crollo delle Torri Gemelle a New York del 2011 fino ad arrivare al recentissimo incendio della Cattedrale di Notre Dame. In questo fantasmagorico percorso a serpentina sono esposte attrezzature e mezzi spinti a mano, ippotrainati e motorizzati, utilizzati in diverse epoche, che hanno fatto la storia di questo glorioso corpi nei secoli.

Alla fine di questo straordinario tour, dove ad accompagnare i visitatori è lo stesso ideatore e fondatore del Museo, Michele Guerra, si trova la zona ludica destinata ai bambini, per imparare giocando.

Il giudizio di chiunque visita il Museo, testimoniato anche dalle impressioni apposte accanto alla firma sul guest book, è unanime: spettacolare, unico, eccezionale, meraviglioso, incredibile, straordinario, un vero capolavoro, un lavoro che va oltre ogni immaginazione.

Sono in fase di ultimazione i lavori che porteranno la realtà aumentata all’interno del Museo, per rendere i visitatori, in maniera virtualmente realistica, protagonisti del percorso. Nel frattempo, l’esposizione permanente si è dotata anche di un bellissimo gioco, una novità che entusiasma bambini e ragazzi, si tratta del Cute Fireman arrivato direttamente dagli Stati Uniti sul quale possono giocare e competere tre persone che, facendo ricorso ad altrettanti cannoni ad acqua vera spruzzata sulle fiamme, hanno il compito di spegnere un grandissimo incendio che divampa e rischia di distruggere l’intera città. Quando a visitare il museo sono gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dai propri insegnanti, al termine del tour, dopo aver sostenuto alcune prove di coraggio e abilità, viene loro consegnato anche un simpatico attestato del “Piccolo Pompiere”.

Ciò che stupisce e colpisce è che a realizzare l’immensa struttura e a riempirla di contenuti con auto, barche, camion e cimeli di ogni tipo, sia stato un privato e a proprie spese, che ha deciso di condividere la propria passione per l’affascinante mondo dei pompieri.

Una vita, quella di Michele Guerra, trascorsa a recuperare materiali e mezzi in ogni parte d’Europa fino a realizzare con impegno, ingegno e caparbietà questo patrimonio mondiale, che non tutti ancora conoscono e che merita davvero grande attenzione e riconoscenza (tutte le info per raggiungere lo storico museo sono sul sito ufficiale all’indirizzo: www.museostoricopompieri.it). Insomma, un uomo che ha dedicato ogni ritaglio del proprio tempo a raccontare un lavoro eroico dove i protagonisti possono spegnere qualsiasi incendio, tranne quello che pervade l’anima di Guerra: la passione per il mondo dei pompieri.

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