Così le Fanove di Castellana accenderanno la rete dei fuochi

by Fabrizio Stagnani

Religioso e pagano si fondono al calore de “I Fanove” a Castellana Grotte. Quest’anno saranno trecentoventinove le volte che si accendono, come tradizione vuole, sempre l’11 gennaio. Il rito festeggia la liberazione dalla peste ad opera di Maria Santissima della Vetrana, la festa brama di fare breccia nella notte del freddo inverno con le zampillanti scintille delle cataste di legna in fiamme attorniate da musici, danzanti e pentole strabordanti bontà.

I devoti iniziano a raccogliere la legna necessaria, in genere radici di ulivi, per l’edizione che verrà già a partire da quando le braci si devono ancora spegnere di quella in corso. Oltre novanta saranno “I fanove” dislocate per il centro storico di Castellana, le sue aree limitrofe, sino a veraci contrade site a quattro chilometri di distanza. A studiare la cartina del paese, dispensata dall’organizzazione, sulla quale sono evidenziati tutti i fuochi registrati con l’icona di una fiammella, già viene caldo. La prima ad accendersi, alle sette di sera, sarà quella di Largo Leone Magno, preso fuoco quella una diana, un botto, segnalerà che si può dare vita a tutte le altre.

In un tempo di annichilimento generale, ammalati da soap opera camuffate da serie televisive di contenuto, realtà virtuali fuorvianti e luci più o meno nitide di led per smarthphone, tablet e monitor, l’occasione unica sarà quella di tornare ad assaggiare nuovamente o per la prima volta il gusto del genuino calore umano fra i vicoli e piazze di un paese. Vera devozione, per chi la sente, vero trasporto per la tradizione, per chi lo cerca. 

Si parlava di pentole. Se in città di ritorno a tarda ora da una nottata brava la luce di un carrozzone, un “pane e merda”…così sono soliti chiamarli, forse non a caso, i più adolescenti, può sembrare un’apparizione divina, a Castellana non ce ne saranno. Solo ricette autoctone, quelle vere.

A leggere il menù, durante al conferenza stampa di presentazione tenutasi giovedì 9 gennaio presso la Presidenza della Regione Puglia, Vanni Sansonetti, l’Assessore alla Cultura del comune che vanta le più magnificenti grotte carsiche pugliesi: “Calzoni di cipolle, panzerotti, baccalà in umido, zuppa di ceci, farinella, fave e cicorie, fichi secchi, olive, focacce, frittelle, impanate, salsicce e zampine”. Il bello sarà anche quello di seguire i profumi di queste prelibatezze nelle viuzze ed affidarsi alle mani del cuoco che più ispira.

Se tutto questo non dovesse essere già una ghiotta ragione per far illuminare l’idea di raggiungere i fanove non dimentichiamo le danze e sonate. Anche qui la scelta è stata ferrea e pondera, il diktat è a sfavore dell’amplificazione, pro bande spontanee di musici itineranti. Decisione che inevitabilmente farà alzare il grado di autenticità, il quale insieme a quello alcolico conclamerà la festa…per carità, sempre nel rispetto della venerata Santa. Dicono che la litania che aiuterà la trance collettiva, il canto ripetuto da tutte le bande, da inizio a fine delle scorte di legna, fiato, cibo e vino, è “Tu sei del popolo” a firma del monaco Angelo Maria Mastromattei.

Il Sindaco, Francesco De Ruvo, si sfrega già le mani. Il successo di questa edizione sembra essere già nel sacco. L’11 gennaio, quest’anno cade di sabato, ed il giorno dopo è pure festa patronale, quindi a tutti sarà concesso di porre l’asticella del divertimento più in alto. Si aspettano migliaia di persone. Le strutture ricettive risultano già tutte occupate. Il meteo dice bene, niente pioggia e sopratutto pare il tanto temuto Eolo se ne rimanga a casa, solo lui. “Il servizio parcheggio è istituito, l’area camper pronta e le forze dell’ordine tutte allertate!”.

Dodici gli enti fra quelli statali ed le associazioni coinvolte per coadiuvare tutta l’iniziativa. Un’organizzazione dalle briglie pesanti, ma in ottime mani. 

Il plus di questa edizione, il carico da novanta da annoverare in una storia che dura ormai da più di tre secoli, è che “I Fanove” entrano a far parte de “La Rete dei Fuochi di Puglia”.

Ad istituirla la Regione Puglia con la prima legge approvata nel 2018 denominata “Interventi per la valorizzazione dei rituali festivi legati al fuoco”, a darne attuazione l’Assessorato Industria Turistica e Culturale che si è appoggiato al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dell’Unione Europea. Strumenti per attivazione dei processi il Piano Strategico “PiiiL Cultura in Puglia” ed il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese.

In conferenza stampa è Aldo Patruno, il Direttore di Dipartimento, ad evidenziare l’importanza di una rete votata alla valorizzazione e promozione di un o dei tratti identitari del territorio: “Ora abbiamo finalmente un registro dei rituali pugliesi legati al fuoco, un albo. Ma abbiamo anche fatto un passo ulteriore. – indicando l’angolo della brochure promozionale della manifestazione in oggetto – Questo è il logo de  «La Rete dei Fuochi di Puglia», un processo di costruzione di una governance. Non bastano gli eventi del patrimonio culturale immateriale, come spettacoli dal vivo e tradizioni, folklore e cultura popolare, ma occorre gestire tutto questo, quindi mettere in rete le realtà più significative e riconoscibili. Castellana Grotte con “I Fanove”, San Marco in Lamis e le sue Fracchie insieme alla Focara di Novoli sono i soggetti più rappresentative e rilevanti.”  

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