La ciclovia transgarganica, una pista ciclabile lunga 21 km, tra uliveti e vigneti, si congiungerà alla Via Francigena e sarà segno di rinascita

by Raffaele Zuffrano

Abbiamo tutte le potenzialità per dare nuova linfa all’Alto Tavoliere, cerniera tra il sud della Puglia e il resto della penisola.

L’epidemia ha sottolineato, ancora una volta, la necessità di programmare, pianificare, insomma, avere una visione di lungo periodo, strategica e di sistema, per convogliare i finanziamenti nazionali ed europei a vantaggio delle nostre comunità.

Il programma Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la sua declinazione in Italia, ha evidenziato, da un lato, l’importanza dei temi legati allo sviluppo sostenibile e alla transizione ecologica per la ripresa economica e, dall’altro, di avere progetti immediatamente cantierabili.

Ciò detto, le soluzioni adottate per rilanciare l’economia europea ci spingono a riflettere su come approcciare ai temi dello sviluppo del mezzogiorno.

Ed è fondamentale, riteniamo, guardare con occhi nuovi e amare la nostra terra.

Nei giorni scorsi, il consiglio comunale di Apricena ha approvato, all’unanimità, una mozione presentata dall’opposizione che intende impegnare l’amministrazione con azioni per la valorizzazione del tracciato ferroviario FerGargano, ora dismesso, che unisce la stazione FS di San Severo a quella di Apricena Superiore, sulla versante nord del Gargano.

L’idea è quella di realizzare una pista ciclabile lunga 21 km che consenta a ciclisti e pedoni di poter godere di uno degli scorci più suggestivi dell’Alto Tavoliere, in totale sicurezza.

Il percorso attraversa gli ulivi e i vigneti di San Severo, si congiunge idealmente con la via Francigena, all’altezza della stazione di San Marco in Lamis, prosegue transitando a breve distanza per il sito medievale di Castel Pagano e arriva alla stazione di Apricena Superiore, dove è presente una cava riqualificata (la cava Tortorelli) e una pista off road per mountain bike.

L’idea non è nuova: già, infatti, nel Piano di Mobilità Ciclistica Provinciale, si era ipotizzato di riqualificare in “greenway” il tracciato ferroviario dismesso, immaginando la “Transgarganica”. La programmazione regionale (il PPTR e il Piano regionale della Mobilità Ciclistica del febbraio 2020), tuttavia, non ne parlano.

Dicevamo, prima, dell’approccio per il rilancio del mezzogiorno e, dunque, dell’Alto Tavoliere.

La ciclovia “Transgarganica” può rappresentare uno dei banchi di prova su cui la nostra comunità, se vuole, potrà misurarsi per dare concretezza alle politiche economiche di ripresa e resilienza.

Non sappiamo se il tempo per presentare nuove idee finanziabili dal PNRR sia già scaduto, né se la Transgarganica possa essere implementata in tempi brevi con uno studio di fattibilità che traduca, in impegni economici e temporali, la sua realizzazione.

Se, tuttavia, vogliamo che la ciclovia diventi realtà, l’approccio dovrà necessariamente essere quello dell’unità delle forze politiche, economiche e sociali su temi ben precisi: ciò consentirà di entrare nel merito delle questioni, con competenza, abbandonando la logica del campanile, per dare autorevolezza alle proposte progettuali e spingere perché possano essere realizzate.

La ciclovia sarà un segno di resilienza economica e sociale: attrattore di turismo e anche segno tangibile di rinascita di un luogo lambito dal tracciato (la stazione di San Marco in Lamis) dove pochi anni fa si è consumata la strage dei produttori agricoli Luciani e un domani, chissà, potrà diventare luogo di aggregazione sociale e riflessione, nel ricordo sempre vivo del loro sacrificio.

Raffaele Zuffrano

Raffaele Zuffrano è avvocato, esperto di temi energetici e sviluppo del territorio, originario di Apricena

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