Sul Portale di San Leonardo di Siponto un’Epifania unica in Europa

by Maria Teresa Valente

Il Vangelo di Matteo racconta che “nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ‘Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo’. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.

Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”.

Portale della Chiesa di San Leonardo

Sul portale della chiesa di San Leonardo di Siponto, posizionato in alto a destra sul capitello, vi è una bellissima ed antichissima raffigurazione di ciò che simbolicamente è uno dei temi più dibattuti da sempre: i potenti (i re Magi) della terra chini davanti al re dei re (Gesù). Ciò che rende unica questa effigie, è che essa è raffigurata in contiguità all’episodio del profeta Balaam a dorso della sua asina, rappresentata sul capitello in alto a sinistra. Ed infatti, la stella che brilla sui Magi e sulla Vergine, che mostra suo figlio il Redentore, appare nel Vangelo di Matteo in risposta alla profezia di Balaam.

L’episodio di Balaam è narrato nel libro dei Numeri nel Vecchio Testamento e seppur apparentemente marginale, fu molto raffigurato nel Medioevo in quanto, si potrebbe dire, fu il momento in cui tutto ebbe inizio. Ecco la storia: il re di Moab mandò a cercare il profeta Balaam per maledire Israele. Per raggiungere Moab, Balaam intraprese un viaggio in sella alla sua asina, ma l’angelo del Signore gli si parò dinanzi con in mano la spada mostrandosi prima all’asina, che magicamente cominciò a parlare, e poi a Balaam.

L’angelo gli ordinò di proseguire, intimandogli di fare, una volta giunto presso il re di Moab, solo il volere del Signore. Balaam incontrò il re e non solo non maledì Israele, ma pronunciò una profezia: “Io contemplo, ma non vicino, un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro s’eleva da Israele, che colpirà Moab da un capo all’altro e abbatterà tutta quella razza turbolenta”. La profezia parla dunque dello scettro indicando la provenienza regale di Gesù in quanto discendente del re Davide, e del suo impero che non avrà fine. E preannuncia la presenza della stella (astro) che indicherà il suo arrivo.

L’immagine dell’angelo con la spada che ferma Balaam su un capitello e quella dei Magi in visita a Gesù sull’altro capitello sono dunque due storie strettamente collegate tra loro, riprese nei secoli da scultori e pittori, ma forse raffigurate insieme soltanto a San Leonardo di Siponto.

Una volta le chiese avevano una funzione precisa ed indiscussa: quella di accogliere i fedeli credenti e di istruire, attraverso il linguaggio dell’arte e quindi della bellezza, i non credenti. Ecco dunque che il simbolismo religioso di San Leonardo risulta essere una vera e propria catechesi scritta magnificamente sulla pietra, con episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Una funzione educativa di rilievo, svolta silenziosamente e per secoli su una delle più importanti vie dei pellegrinaggi Medievali, la via Francigena.

Il capitello dedicato a Baalam e la sua asina

Fondato intorno all’anno Mille dai Canonici Regolari di Sant’Agostino come ricovero per i pellegrini che si recavano al Santuario dell’Arcangelo Michele e per i cavalieri crociati che s’imbarcavano per la terra Santa, San Leonardo è un gioiello architettonico nonché un vero e proprio baluardo della cristianità.

Nel 1260, il complesso fu affidato da Papa Alessandro IV ai Cavalieri Teutonici, che ne fecero il centro delle loro attività in Puglia e vi rimasero fino al tardo Quattrocento. Quando Gioacchino Murat nel 1810 soppresse tutti gli ordini, l’abbazia chiuse e riaprì al culto soltanto nel 1950 sotto la giurisdizione della diocesi di Manfredonia.

Da quasi un millennio viaggiatori e pellegrini sostano dinanzi ad uno dei più bei portali di arte romanica pugliese, dove si celebra l’Epifania per eccellenza. Il termine Epifania, infatti, viene dal greco antico epìphaneia che significa appunto “manifestazione, rivelazione, apparizione”. Nella religione cristiana il 6 gennaio si ricorda appunto il giorno della ‘rivelazione’ di Dio agli uomini della nascita di suo Figlio, tramite i Re Magi giunti da lontano a Betlemme dopo aver visto sorgere la stella annunciata dall’Antico Testamento. Ed è Balaam l’uomo della stella profetica che si attualizza nella stella che guida i Magi al Dio bambino.

L’Epifania raggiunge la sua apoteosi sul portale di San Leonardo, dove Vecchio e Nuovo Testamento si ricongiungono nell’immagine della lunetta sulla porta, al centro tra i due capitelli, dove il Cristo benedicente si ‘manifesta’ in tutta la sua magnificenza, seduto su un arcobaleno in una mandorla retta da angeli.

Ed è probabilmente a San Leonardo di Siponto, importantissimo crocevia di pellegrini, re e crociati, l’unico luogo in Europa in cui l’Epifania è stata riprodotta completa di tutti i suoi dettagli.

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