Bari e il Lungomare di libri che “intreccerà i luoghi della lettura”, il libraio Rocco Pinto: «Con la pandemia abbiamo riletto le storie per costruire un racconto collettivo»

by Agnese Lieggi

Dopo mesi di buio e di infinite incertezze, Bari risplende. La sua luce è l’evento che si svolge dal 25 al 27 giugno, dal titolo “Lungomare di Libri” a Bari, ideato dall’Assessorato Comunale alle Culture, Turismo e Marketing Territoriale.

Si tratta del primo happening dedicato alla centralità del libro, che lo vede protagonista in diversi luoghi della città come la Muraglia, il Fortino Sant’Antonio il Teatro Margherita dove si svolge la mostra “Steve McCurry. Leggere”, fino al Palazzo della Città Metropolitana. Il programma è ricco di eventi, presentazioni, dibattiti, letture e attività, curati dal Salone Internazionale del Libro di Torino.

Le librerie del territorio esporranno a cielo aperto oltre a numerosi editori dell’Associazione Pugliese Editori (APE). Saranno presenti anche molti autori fra cui Giuseppe Catozzella, Gianrico Carofiglio, Mario Desiati, Gabriella Genisi, Nicola Lagioia, Laura Imai Messina, Daniele Petruccioli, Gianfranco Viesti, Aldo Pagano.

I dibattiti si sono aperti venerdì 25 giugno con L’Italia delle librerie. Innovazioni, reti e lettori condotto da Rocco Pinto libraio da più di trent’anni, il quale dopo una lunga esperienza al Gruppo Abele, ha aperto a Borgo Rossini, a Torino, la libreria “Il ponte sulla Dora“. È ideatore di numerose iniziative tra cui: Portici di Carta (la libreria più lunga del mondo sotto i portici di via Roma a Torino) e Pralibro, manifestazione letteraria che si svolge a Prali da tredici anni. È autore del libro titolo Fuori catalogo: storie di libri e librerie edito da Voland.

Abbiamo il grande piacere di dialogare con Rocco, sul ruolo del libro e sulla sua diffusione in questo momento storico, quali sono stati gli scenari durante la pandemia e i principali progetti nati nell’ultimo biennio.

Che ruolo ha il libro in questo momento storico?

In questo anno e mezzo sono capitate tante cose, la prima grande è che a marzo del 2020, è andata in vigore la nuova legge sul libro, Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura, che fissa il tetto di sconto al 5%, questo ha permesso, a noi librai, di essere più competitivi rispetto a supermercati e Amazon. È accaduto anche che dopo la chiusura iniziale di marzo 2020, le librerie sono state aperte anche in zona rossa, in questo modo le librerie sono state riconosciute luoghi e presidi commerciali ma anche culturali, al punto tale che si sta pensando di creare un albo delle librerie di qualità così come accade già in altri paesi europei come la Francia. Aver potuto tenere aperte le librerie come fossero farmacie, ha dato una certa responsabilità ai librai. Il ruolo dei librai in questo periodo è cambiato molto, perché si sono ritrovati autori di progetti nuovi, chi aveva già un approccio digitale si è attivato anche con interviste agli autori, noi per esempio abbiamo collaborato con un’edicola, in più abbiamo avviato un progetto in cui abbinavamo la vendita Libro-Torta, ed è stato un progetto che ha avuto un gran successo.

Quali progetti sono nati per le librerie, soprattutto quelle indipendenti, durante il biennio 2020-2021?

In questo periodo sono nati progetti come “Libri da asporto”, che ora coinvolge più di 400 librerie e permette, con il contributo degli editori di spedire i libri con prezzi convenienti ed è diventato una proposta continuativa e non limitata al periodo di maggior emergenza della pandemia. Un’altra iniziativa che coinvolge oltre 700 librerie è Bookdealer piattaforma di commercio on line che coinvolge le librerie indipendenti e anche in questo caso permette di far arrivare i libri sia in Italia che all’estero. Sia LibriDaAsporto che Bookdealer hanno coinvolto i librai negli incontri con gli autori on line. Anche in questo i librai sono diventati più protagonisti dialogando e interagendo con gli autori e altri protagonisti della filiera. Durante la chiusura, le librerie (ma anche alcuni editori) hanno riscoperto l’importanza del catalogo, in un momento in cui le novità non potevano uscire e non potevano essere distribuite e raggiungere in questo modo il loro pubblico. E questo fenomeno sta continuando anche ora, dopo la riapertura. Il governo ha stanziato nel 2020 30 milioni di euro per le biblioteche con il vincolo di acquistare i volumi nelle librerie del territorio e a maggio del 2021 ha rinnovato questa misura che ha prodotto benefici per tutta la filiera con qualche problema nelle zone sprovviste di librerie. La decisione di tenere aperte le librerie durante il secondo lockdown ed il riconoscimento del libro come bene di prima necessità è sicuramente un segnale, insieme all’approvazione della legge sul libro, di un cambiamento di rotta. Questa decisione di tenere aperte le librerie come le farmacie investe i librai di una maggiore responsabilità nei confronti dei lettori. La consapevolezza di occuparsi di un bene primario è uno stimolo ulteriore a fare al meglio il proprio mestiere.

All’interno di Lungomare dei Libri, conduce due eventi chiave l’Italia delle librerie e I consigli dei librai. Con quale obiettivo sono stati pensati i due eventi?

Gli eventi sono stati pensati per mettere in evidenza il ruolo delle librerie come presidi culturali ma soprattutto per argomentare su dove andremo e cosa cambierà, come saranno le librerie del futuro, poiché in tante zone di Italia non ci sono molte librerie e credo che per aumentare il numero di lettori ci vogliano i luoghi della lettura, a partire per esempio da scuole che funzionano e biblioteche.

La cultura del libro dovrebbe essere un valore condiviso sin dalla nascita dei bambini, con la diffusione dei libri nelle scuole primarie, potenziare l’apertura delle biblioteche adatte a tutti i tipi di età…cosa ne pensa?

Solo lavorando insieme intrecciando i luoghi della lettura, come diceva Inge Feltrinelli, solo se si aprono librerie e biblioteche si potranno realizzare azioni concrete per aumentare il numero dei lettori, il fatto che ci siano zone del Sud ma anche del Nord che non hanno librerie e biblioteche è un paradosso, sono convinto che sia necessario più sostegno da parte delle amministrazioni, creando spazi e formando i giovani. In Italia sono nati i parchi per la lettura, progetti di intesa per lavorare tutti assieme per lo stesso obiettivo: scuole, biblioteche, librerie e festival. Ci sono amministrazioni che hanno dato priorità alla lettura come per esempio a Tropea, in cui l’amministrazione ha premiato una libraia Chiara Condò per il lavoro fatto sul territorio, è fondamentale collaborare e fare rete come è successo per Portici di Carta e Lungomare dei Libri.

Quanto è importante il luogo fisico per la scelta di un libro e nello specifico il consiglio di un libraio?

Durante il lockdown (parola che io odio), abbiamo chiesto persone che ci conoscevano di raccontare Borgo Rossini, luogo fisico della nostra libreria, e di descrivere le loro sensazioni, sono venute fuori storie molto interessanti che non conoscevamo. Abbiamo riletto le storie e abbiamo rilevato che potevano costruire un racconto collettivo e così abbiamo trovato un editore pubblicando un libro che solo da noi ha venduto quasi 700 copie, progetti come questi possono nascere ovunque. Una delle cose più belle per le librerie è leggere insieme e consigliare libri ai lettori, per quanto ci riguarda però noi riceviamo anche tanti consigli dai nostri lettori!

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