Conte al Legalitour a Cerignola: disciplina e onore dei giovani contro la mafia. “Sarete sentinelle dell’Italia onesta, facciamo terreno bruciato attorno alla criminalità”

by Antonella Soccio

È partito da Cerignola, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose e terra di Quarta Mafia, il Legalitour del premier Giuseppe Conte insieme al presidente della Commissione parlamentare Nicola Morra e alla Ministra Lucia Azzolina. Il Legalitour, “percorsi di legalità, formazione ed orientamento nel sistema educativo nazionale di istruzione”, che oggi ha toccato l’Istituto Zingarelli-Sacro Cuore e il bene confiscato Terra Aut di Cerignola, proseguirà in Calabria, Sicilia e Campania.

Il presidente de Consiglio ha usato due parole della formula costituzionale, che devono essere il faro contro la criminalità organizzata: disciplina e onore.

Aveva disciplina e onore, ha detto, il direttore dell’Ufficio del Registro Francesco Marcone, che non prestandosi alle lusinghe del malaffare, è stato ucciso a Foggia nel 1995 ed è ancora senza giustizia.

Oltre 1000 studenti sono coinvolti nel Legalitour, per tracciare un sentiero che ha un alto valore morale, ma è anche un percorso di concretezza.

“La criminalità mafiosa punta ad arruolare i più giovani, che sono un humus fertile per i loro guadagni: è la vostra capacità, la vostra destrezza, il vostro talento che diventano destinatari di particolari attenzioni da parte della mafia. Il fatto che siete qui e che non sarete il loro esercito, ma sarete sentinelle dell’Italia onesta, ci conforta, perché ci dice che possiamo fare terreno bruciato attorno alla mafia. Senza essere necessariamente degli eroi: bisogna scegliere e avere ben chiari i valori della legalità”, ha detto Conte ai ragazzi.

Alla stampa, dopo aver risposto sui migranti, sulla doppia preferenza e sul visus è stato netto: “Sono un figlio di questa terra e potete immaginare con quale dolore possa vivere il fatto che qui la mafia prosperi e abbia dimostrato di essere particolarmente incisiva. Noi dobbiamo fare il deserto attorno alla mafia, abbiamo rafforzato con gli uomini la reazione dello Stato, ma non è sufficiente, dobbiamo alimentare la cultura contro la criminalità mafiosa. Dobbiamo coinvolgere tutti i giovani in queste iniziative: i giovani sono il seme della speranza che ci consentirà di venire a capo dei traffici mafiosi”.

Non sono mancate anche delle note private nel discorso del premier, che ha scoperto di conoscere la dirigente del Liceo Zingarelli Sacro Cuore, Giuliana Colucci. “Conoscevo la madre notaio e i fratelli che ho conosciuto personalmente. Cerignola è la terra di mio padre, qui è nato mio padre, da una famiglia di 9 figli, l’unico che è riuscito ad arrivare alla laurea. La sua storia racconta il riscatto sociale personale di tanti”.

“Essere qui di fronte a tanti giovani che trasmettono la voglia di cambiare le cose nel segno della legalità e dell’inclusione e nella determinazione a rifiutare la criminalità è un grande segnale. Confido che in breve tempo riusciremo a realizzare i primi significativi progetti, abbiamo nuove risorse dall’Europa, tocca a noi realizzare le premesse perché si possa cambiare l’Italia, le risorse sono cospicue dovremo metter su progetti di investimenti sulla scuola, dobbiamo investire molto di più nei percorsi di formazione, nella banda ultra larga. Se c’è un diritto costituzionale oggi è il diritto fondamentale dell’accesso ad internet. Il divario passa anche da lì. Non possiamo consentire che ci siano dei luoghi, dei Comuni, delle famiglie che non abbiano accesso ad internet. Dobbiamo avere la capacità di spesa che sin qui non siamo riusciti ad esprimere. Abbiamo vissuto una grande esperienza, voi con noi. La pandemia. La pandemia che si ha sfidato dal punto di vista psicologico e della forza morale. Abbiamo tutti sofferto, abbiamo dovuto cambiare il nostro stile di vita, le nostre abitudini”. A tal proposito Conte ha fatto un parallelismo importante.

“Non sembrerà estemporaneo paragonare il virus alla mafia. Anche la mafia è invisibile e pervasivo come il virus. Ha un impatto negativo come il virus. In questi mesi siamo diventati esperti del Covid 19 , dobbiamo diventare esperti anche della mafia e della criminalità organizzato. Ben venga il coinvolgimento vostro e delle giovani generazioni- ha detto rivolto ai giovani- Durante il percorso di crescita umana e professionale, vi chiedete cosa potete fare per la società. Non vi fate troppi problemi, se riuscirete a cambiare voi stessi, riuscirete a cambiare anche la società”.

Prima del premier sono intervenuti anche i pentastellati Morra e Azzolina. Il presidente della Commissione Antimafia ha sottolineato quanto facciano gola i redditi agricoli alla mafie.

“Il malaffare mafioso non accetta di sottostare a regole e norme, siamo qui perché educando i futuri cittadini a pensare civilmente, educatamente sconfiggeremo la mafia. Se si pensa mafiosamente, si pongono in essere comportamenti mafiosi. Lo ha detto Gesualdo Bufalino: le mafie hanno più paura delle scuole e della cultura piuttosto che della repressione”.

Il presidente ha posto l’accento sull’accelerazione dell’assegnazione dei beni confiscati alle cooperative e alle realtà legali. “Samo tutti impegnati a ridurre i tempi, ci sono delle prime misure nel Ddl semplificazione: questo capitale inerte non può rimanere in mano alle mafie”.

Quanto alla Ministra Azzolina, che in mattinata aveva avuto un colloquio col il dirigente regionale dell’Ufficio scolastico, ha annunciato alcuni nuovi spazi per la didattica dal prossimo settembre col ritorno in classe. A Lecce come a Bari saranno messi a disposizione delle scuole gli spazi fieristici, a Foggia la quasi ultimata Pinacoteca 900.

“Il progetto di oggi è la vittoria dello Stato”.

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