“I conti non tornano”: Confindustria e Fondazione Buon Samaritano scrutano «l’abisso degli impoveriti» con un Pon del Ministero dell’Interno

by Antonella Soccio

“Scrutare l’abisso degli impoveriti, che subiscono il sommerso e si aggrappano a qualche ora di lavoro nero che toglie dignità e diritti, l’abisso degli impoveriti che prova vergogna nel chiedere aiuto”. È questa una delle missioni, tracciate dall’Arcivescovo Metropolita della Diocesi Foggia Bovino Monsignor Vincenzo Pelvi, del progetto Pon Legalità del Ministero degli Interno, “I conti non tornano”, che vedrà la collaborazione di Confindustria Foggia e della Fondazione Buon Samaritano di Foggia, col supporto tecnico dell’agenzia di marketing e comunicazione Daruma di Sergio Maddalena, nel contrasto all’usura e al fenomeno estorsivo sia nei confronti delle persone fisiche sia nei riguardi delle imprese.

Il progetto scritto e ispirato dalla dirigente dell’associazione dell’aquila Daniela Eronia di recente nominata presidente del contenitore bilatelare Fondimpresa di Confindustria si propone di accompagnare le vittime della criminalità di Capitanata, terra di Quarta Mafia. Dal fratricidio alla fraternità, è stata un’altra bella immagine del Vescovo nella conferenza stampa Zoom allo Spazio Daruma di Via Napoli a Foggia per descrivere il progetto.

Il Ministero ha stanziato 170mila euro che saranno utilizzati per accompagnare chi denuncia e abbandona uno stato di sottomissione e omertà alla “tassa di sovranità” della Società o della piccola malavita locale per scegliere la via della legalità e della lotta alla mafia. Le vittime, una volta inserite in un percorso di counseling e di amicizia, poi potranno accedere ai fondi dei Cofidi o al fondo governativo antiusura della Fondazione foggiana.

La governance di progetto è composta da nove rappresentanti: il presidente della Fondazione Buon Samaritano, Pippo Cavaliere, il presidente di Confindustria Foggia, Giancarlo Dimauro, il presidente dell’Osservatorio sulla criminalità economica, Massimo Lucianetti, le professoresse associate di Psicologia Clinica e di Diritto Processuale Penale dell’Università degli Studi di Foggia, Anna Maria Petito e Angela Procaccino, la presidente del Comitato Giuridico, il componente del Consiglio Direttivo e della segreteria della Fondazione Buon Samaritano, Maria Laura Trisciuoglio, Rocco Di Stasio e Pasquale Bonnì e la project manager Daniela Eronia.

Noi di bonculture abbiamo rivolto qualche domanda all’imprenditrice Eronia, presidente del Consiglio di Amministrazione di Fondimpresa Puglia, un fondo interprofessionale di Confindustria costituito a livello nazionale dal Cgil, Cisl e Uil, che si propone di promuovere la formazione nelle aziende.

Daniela, come nasce la voglia di coinvolgere la Fondazione Buon Samaritano?

Il progetto si inserisce nel mio desiderio di offrire il mio contributo per far sì che imprese e persone non cadano nelle grinfie della malavita. Abbiamo visto la recrudescenza dell’ultimo periodo, ma io mi ricordo anche delle estorsione tantissimi anni fa, quando mi svegliavo di notte alle 3 perché i vigili del fuoco chiamavano a casa, esplodevano i supermercati ogni notte. È un contributo che viene offerto alla città, ma è di rilievo regionale. Noi dovremo lavorare bene, ma non dimentichiamo che Confindustria Foggia e Confindustria Puglia si sono costituite parte civile nei processi contro la Società, nelle ultime operazioni condotte dalla magistratura. Il progetto offre delle professionalità specifiche a chi ne ha bisogno. Dovremo lavorare affinché le persone lo sappiano, in modo da sentirsi tranquille di rivolgersi sia alla Fondazione Buon Samaritano sia a Confindustria. Sarà tutto molto discreto.

Per la prima volta Confindustria si recherà dalle vittime, farà visita alle imprese. Una novità nel territorio foggiano, dove spesso gli imprenditori che denunciano restano soli, anche dopo la tragica morte di Giovanni Panunzio.

Questa è una novità. Quando venne la commissaria contro il racket e usura, la dottoressa Porzio a Foggia, noi avemmo con lei un incontro in Camera di Commercio: un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare disse che viveva con i suoi angeli custodi, i due carabinieri. Lamentava il fatto di sentirsi solo, gli altri gli avevano voltato le spalle. Le sue parole mi fecero molto riflettere. Chi ha il coraggio di denunciare non può essere lasciato solo, soprattutto dagli imprenditori, dobbiamo fare squadra sempre contro la criminalità e il malaffare. Andare con la supervisione del Prefetto a casa di queste persone, nelle loro aziende, portando lì gli psicologi o chi può dare una mano è importantissimo.

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