“Mutazioni”, arte per la rigenerazione urbana, comunità ed economia circolare a Ruvo di Puglia

by redazione

Un momento di immaginazione collettiva, un appuntamento della comunità che, con la guida di esperti, affronta le tematiche più innovative relative allo sviluppo urbano sostenibile, alle sfide lanciate dai cambiamenti climatici, alla progettazione architettonica, all’urbanistica e al design, attraverso incontri, conferenze workshop e una mostra internazionale.

Tutto questo è Mutazioni, il tema scelto dal nòve nòve nòve, festival sulla rigenerazione urbana organizzato dall’associazione culturale La Capagrossa, che per il terzo anno torna a Ruvo di Puglia, dal 12 al 27 luglio, grazie al sostegno del Comune e al patrocinio della Regione Puglia, di Legambiente Puglia e dell’ordine degli Architetti di Bari. 

La mostra collettiva internazionale, curata da Antilia Gallery, da Fabiana Dicuonzo e Giuseppe Resta, nata dalle suggestioni della ricerca guidata da Leonardo Delmonte, sarà inaugurata oggi venerdì 12 luglio alle 18 nella Torre del Castello Melodia di Ruvo, spazio riaperto al pubblico per l’occasione, dopo essere stato a lungo inutilizzato: un’architettura del passato perfetta per indagare il futuro e l’adiacente possibile, un luogo di rilevanza strategica per la città in mutazione.

Il progetto curatoriale Antilia gallery porta in scena una mostra collettiva in cui designers, architetti ed artisti, italiani ed internazionali, indagano il tema della rigenerazione della materia.

La mutazione è l’orizzonte conoscitivo contemporaneo, nel quale i cambiamenti sociali assumono una ritualità sincopata e la forma una liquidità inaspettata. La trasformazione, come elemento vitale, diventa tema di confronto e dibattito per proporre interventi installativi, artistici e progettuali atti alla promozione di cambiamenti di rotta ecologici e sociali di ampia portata. La mostra indaga però anche il lato oscuro della sostenibilità, interrogandosi sulle incongruenze che minano il percorso verso la rivoluzione del nostro tempo. Per dotarsi degli strumenti per distinguere il proselitismo “green” dalla via del cambiamento.

Attraverso modelli, installazioni site-specific, ricerche artistiche e prodotti di design gli ospiti di Mutazioni esporranno le loro visioni aprendo un dibattito fertile e creativo che mira a coinvolgere pubblico, visitatori e cittadini. Espongono: Ensamble Studio, Studio Formafantasma, Jiri Kamenskich, Francesca Pasquali, Erez Nevi Pana, Materia Ordinaria, Eva Gentner, SUMMARY, Uauproject, Emusic, Warehouse of, Architecture and Research e Tykk design.
L’architettura del passato, inutilizzata e decontestualizzata, è perfetta dunque per indagare il futuro e l’adiacente possibile, un luogo di rilevanza strategica per la città, in mutazione.

Al vernissage prenderà parte il Sindaco di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, accompagnato dagli Assessori comunali alla Cultura, Monica Filograno e all’Urbanistica, Nicola Giordano, il dirigente del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, Aldo Patruno, il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, il presidente dell’Ordine degli Architetti di Bari Paolo Maffiola, oltre che alcuni dei partecipanti in mostra. 

Come negli anni passati, inoltre, la ricerca di Leonardo Delmonte  ha assunto la forma di una pratica partecipata da diverse età, a cominciare dalla fantasia creativa dei più piccoli, coltivata attraverso un laboratorio svoltosi nel mese di giugno di quest’anno presso il coworking cittadino de La Capagrossa

Per mezzo di workshop, analisi, conferenze ed esposizioni, l’obiettivo è quello di ricercare strumenti e strategie per una mutazione – del pensiero prima ancora che dell’azione – ambientale, economica e sociale, per indagare teorie, pratiche e strategie di economia circolare. Un momento di empowermente di immaginazione collettiva, un varco, una finestra verso un futuro possibile tramite la trasformazione dello scarto in materia dapprima secondaria e, quindi, in risorsa. Designer, creativi e ricercatori sono chiamati ad osservare con occhi nuovi i flussi di risorse e materiali per comprendere come, a partire dalle materie che oggi cataloghiamo come scarti, è possibile immaginare prodotti, servizi, sistemi e città ad impatto zero. 

Oltre a conferenze e seminari aperti al pubblico e tenuti da esperti del campo dell’economia circolare applicata alla città e al design – come Emanuele Bompan, direttore responsabile della rivista Materia Rinnovabile|Renewable Matter– una speciale chiamata alle arti è stata rivolta agli artisti nell’ambito di un workshop condotto dall’artista Francesca Pasquali per la co-realizzazione di un’installazione realizzata con scarti di tessuto delle industrie ruvesi. Tra gli ospiti anche Saverio Massaro, architetto e civic designer, UniBas, che sul suo blog ha scritto: “Insieme agli organizzatori abbiamo pensato ad un workshop di co-progettazione, Ruvo Circolare, per avviare una indagine a scala territoriale e proporre strategie di intervento a partire da una mappatura a Ruvo di Puglia dei flussi di materia delle aziende, del valore d’uso dei beni di consumo (tempo d’impiego per durata vita del prodotto) e dell’uso/non uso degli spazi sociali e di produzione. Durante il workshop avrò il piacere di essere affiancato dal giornalista e geografo Emanuele Bompan, autore di vari libri, tra cui Che cos’è l’economia circolare.

Mutazioni è un esperimento sulla rigenerazione, sull’arte e sul riuso dei materiali. Come ha scritto il professor Massaro in un suo studio, negli ultimi anni è aumentata l’attenzione sulle tematiche ambientali e si verifica una crescente produzione di studi e ricerche riguardanti i rifiuti, gli scarti e il riciclo. Si tratta di un ambito di indagine molto esteso, che considera non solo i flussi di tutti quegli oggetti di consumo che utilizziamo e di cui ci disfiamo quotidianamente, ma anche tutti gli scarti dei fenomeni di urbanizzazione e deperimento ad una scala più ampia. La disciplina del progetto tende spesso ad includere in tale fenomenologia anche edifici abbandonati, aree postindustriali, drosscapes,comprese tutte quelle condizioni spaziali urbane soggette ad un deperimento scaturito dalla crisi dell’industrializzazione e dagli effetti nefasti del sistema attuale. L’intrinseco legame tra la produzione di scarti e le attività antropiche induce a considerare l’importanza di individuare punti di contatto tra il progetto di architettura, i processi industriali e le nuove forme di “performatività” sociale, al fine di direzionare tale sforzo verso una riduzione dei flussi di rifiuti urbani e verso la formalizzazione di nuovi valori relazionali.

Al centro di Mutazioni c’è il tema della dissimulazione, centrale nell’ambito di una trattazione sistematica di quelle tipologie di manufatti il cui ciclo di vita è alimentato dai processi di trasformazione degli scarti urbani.

«L’incontro tra la città costruita, sotto forma di hardware urbano – progetti architettonici e fisici – e la città immateriale, sotto forma di software urbano -urbanità e civiltà – produce l’interfaccia essenziale dei beni comuni urbani. Allo stesso modo possiamo parlare delle attrezzature tangibili (infrastrutture pubbliche, strutture e servizi) e codici immateriali (legali, morali, culturali) che permettono a totali estranei di vivere insieme in un agglomerato.»

Bruno Latour

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