Piccola Farmacia Letteraria di Firenze, Elena Molini somministra libri

by Michela Conoscitore

Firenze, città letteraria per eccellenza, nei giorni scorsi ha aggiunto un altro ‘riconoscimento’ al suo palmares: è stato uno dei capoluoghi italiani più caldi, colpiti dalla recente ondata di afa. Dove rifugiarsi, quindi, per trovare un po’ di refrigerio e scambiare una chiacchierata piacevole circondata da libri? Senza alcun dubbio, mi sono recata alla Piccola Farmacia Letteraria, in quel di Gavinana, uno dei quartieri fiorentini più discosti dal centro. Ad accogliermi, il sorriso radioso e avvolgente di Elena Molini, la proprietaria della libreria che è diventata, in pochi mesi, un vero e proprio fenomeno mediatico. A supportare la magnifica libreria di Elena, l’idea originale e immediata dei bugiardini letterari: la Piccola Farmacia è un mondo a parte, una libreria inusuale dove ci si reca per curarsi. Sì, avete letto bene. I libri che vi ‘somministrerà’ Elena vi guariranno, da qualsiasi malanno emotivo. Provare per credere.

Ogni libro, corredato da un bugiardino, indica la cura per un malanno specifico: infatti la libraia, con una grande esperienza alle spalle nel mondo della cultura, svolge un doppio lavoro perché, come racconta a Bonculture, consiglia solo libri che ha letto personalmente. Quindi, la si potrebbe definire una super-eroina: di giorno libraia, di notte lettrice, l’unico momento della giornata in cui ha modo di ampliare la sua offerta libresca. Elena è una lettrice forte, appassionata di letteratura americana, ma non solo. Come tutti i lettori, spazia e si avventura, anche per assicurare ai suoi clienti le cure più disparate. La varietà di proposte della libreria alterna le case editrici più conosciute, a quelle indipendenti come la NN Editore di Milano e la Giulio Perrone di Roma, che Elena supporta per la loro originalità e freschezza di contenuti. Guardandomi intorno, assistendo ad una chiacchierata tra Elena e alcune sue clienti, e rimanendo colpita dalla sua solarità e passione, non mi risulta difficile capire perché la sua attività sta avendo così tanto successo, anche a livello internazionale. Comunque, sarà Elena a raccontarvi della sua piccola, grande, avventura.

Com’è nata l’idea della Piccola Farmacia Letteraria?

La Piccola Farmacia Letteraria nasce dalla mia precedente esperienza in una libreria di catena, in cui ho lavorato per anni, e notavo come le persone chiedessero consigli quasi sempre in base ai propri stati emotivi, o delle persone alle quali avrebbero regalato il libro. Quindi, con l’aiuto di mia sorella che è una psicologa, ho deciso di dare vita a questa libreria ‘emotiva’. Collaborando con me, lei ha creato le macrocategorie nelle quali sono raggruppati i bugiardini della Farmacia Letteraria, tutti redatti da me perché sono testi che ho letto, e che conosco molto bene. I libri, come dicevo, sono consigliati in base agli stati emotivi ma, come far comprendere alle persone che, per esempio, in questo libro possono trovare la risposta a problematiche famigliari? Da lì è nata l’idea dei bugiardini letterari, e poi la libreria nell’accezione di farmacia letteraria.

Effettuando una ricerca veloce online, ho scoperto che la Piccola Farmacia Letteraria rientra, ormai, tra le mete top da scoprire a Firenze. Soddisfatta di questo traguardo?

Soddisfattissima e felicissima! Questa libreria l’ho aperta in un quartiere più periferico di Firenze, perché nel mio progetto iniziale l’avevo concepita come una libreria di quartiere. Poi, l’idea dei bugiardini letterari l’ha trasformata in un fenomeno di costume. La gente viene appositamente dal centro per conoscere la Piccola Farmacia; la mia città è un’ambita meta culturale, i turisti colgono l’occasione di inserire nel loro itinerario di visita anche una capatina alla Piccola Farmacia.

Quali sono i ‘mali’ per cui è più richiesto il tuo aiuto? Tornano, poi, i clienti ad aggiornarti sui loro stati d’animo?

Inizialmente, si rivolgevano a me più per il mal d’amore, per tutte quelle problematiche legate alla sfera sentimentale. Via via la cosa si è trasformata un po’: molto indagata anche l’autostima, tutto ciò che riguarda la realizzazione del sé, la spiritualità, l’autodeterminazione. Le persone sono alla ricerca della loro dimensione, di un modo di stare al mondo, e lo cercano nell’esperienze degli altri contenute nei libri. Comunque sì, tornano sempre ad aggiornarmi. I clienti fiorentini vengono di persona, altri mi scrivono sui social. Tutto questo mi fa molto piacere, sapere di aver alleviato, anche solo per un attimo, il disagio di chi mi si è rivolto, essere riuscita a distrarlo con un libro. È questo lo scopo che sto cercando di perseguire con la Piccola Farmacia Letteraria.

La lettura come cura, è questa la visione alla base della Piccola Farmacia Letteraria. Un’idea originale per i profani, ma non per gli addetti ai lavori, come te. È stato difficoltoso far arrivare questo concetto ai tuoi clienti?

In realtà, no. Era una richiesta da parte delle persone che non era ancora stata soddisfatta. Quindi, la mia libreria è stata una risposta commerciale. La gente non è spaventata dai libri, però nella maggior parte dei casi i miei clienti non si ritengono dei lettori forti o particolarmente acculturati, avvertono un po’ di distanza tra loro e l’oggetto libro. Però, proponendoglielo da un punto di vista curativo, una cosa più ludica, scherzosa, e usando come tramite l’emozione che scavalca le differenze culturali, le persone percepiscono meno questa distanza. Devo dirti che da me vengono più clienti che non leggono, che lettori appassionati. Questo è il grande successo della libreria. Superando il gap culturale tra chi legge e chi non legge, si riesce ad arrivare a tutti, anche a chi magari un libro non l’avrebbe mai acquistato. Per me è già quello un successo, anche se quel libro non sarà mai letto. Mancava un modo per comunicare questo concetto, e forse i bugiardini letterari sono risultati accattivanti e hanno attirato gente alla lettura, con un concetto di partenza diverso.

Che tipo di clientela frequenta la tua libreria?

Principalmente donne. In generale, è appurato che le donne leggono di più. Poi, la mia è una libreria ‘emozionale’, a maggior ragione ad essere attirate sono loro. Anche perché la mia offerta è orientata, essenzialmente, a soddisfare richieste femminili. Comunque ho anche clienti uomini, qui del quartiere, che comprano il loro giallo, oppure che entrano per fare un regalo ad un’amica o una sorella. Consigli per loro non ne chiedono quasi mai, pochissimi si sono rivolti a me per i bugiardini letterari.

Hai aperto anche un’e-commerce, come sta andando?

Sta procedendo bene. L’e-commerce funziona come la Piccola Farmacia Letteraria fisica: le persone mi scrivono, mi chiedono un consiglio, e in base a quello poi acquistano il libro, corredato di bugiardino letterario. Il sito internet è un grande impegno, per ora sono sola a gestire tutto. In libreria ho mille libri col bugiardino da aggiungere sul sito. Da settembre, spero di ampliare anche l’e-commerce, per renderlo meno asettico possibile, e più in linea con l’esperienza che si ha venendo qui di persona.

Per Bonculture ho recensito il libro La scatola di latta di Paolo Donini: lo scrittore, metaforicamente, denuncia nella sua favola l’appiattimento culturale del mondo odierno. Hai riscontrato anche tu questo fenomeno?

Vedo talmente tanto entusiasmo intorno a questa mia iniziativa, che faccio fatica a crederci. Sì, probabilmente nella realtà è così. Può essere che la mia sia un’oasi felice, ma le persone che vengono qui, mi fanno percepire una partecipazione sentita e calorosa non soltanto verso la mia attività, anche verso il mondo letterario. Credo che le persone bisogna andarle a prendere, bisogna stimolarle, non è tutto perduto. C’è bisogno di creare qualcosa che le scosti dalle loro abitudini, magari anche che le sciocchi un po’. Viviamo in un mondo dove tutto diventa vecchio subito, c’è sempre bisogno di novità, devi essere sempre sul pezzo. Ci si potrebbe ispirare ad altri linguaggi contemporanei, più immediati, e utilizzarli per la cultura che, per antonomasia, è un ambito più lento e macchinoso. Lo si potrebbe svecchiare, adoperando questi linguaggi non per appiattire le menti ma, puntando alla crescita intellettuale della gente. So che non è facile, anche il mio è stato un piccolo messaggio che ho lanciato, ma mi è tornata indietro una grande risposta quindi persone ricettive ci sono, basta saperle attirare.

Il nostro magazine sta seguendo il Premio Strega: manca poco alla serata finale, quindi è d’obbligo chiederti: per chi tifi?

Tifo per Addio fantasmi di Nadia Terranova, mi è piaciuto tantissimo. Ma ho apprezzato moltissimo anche M – Il figlio del secolo di Antonio Scurati: l’ho trovato molto bello, puntuale per la ricostruzione storica, si avverte la grande documentazione che lo scrittore ha effettuato prima di scrivere il romanzo. M fornisce un punto di vista nuovo e differente, diverso da quel che siamo abituati a leggere sulla storia del fascismo.

I libri dello Strega di quest’anno potrebbero essere cure efficaci da somministrare nella tua Piccola Farmacia Letteraria?

Il libro della Terranova ha già il suo bugiardino letterario, e lo consiglio per indagare i rapporti famigliari. Infatti, questo è un altro ambito per cui la gente chiede tantissimo i miei consigli. Le figure significative della nostra infanzia, i genitori appunto, segnano tantissimo, e come nel caso del libro della Terranova, la mancanza di un padre può provocare vuoti importanti. Per M, invece, non c’è ancora un bugiardino ma sicuramente mi piacerebbe inserirlo per la memoria storica, che è decisamente da coltivare.

Michela Conoscitore

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