Ernesto Cicchetti, tutte le buone pratiche dei Monti Dauni in supporto di Emiliano. “Dargli fiducia significa continuare un percorso di valorizzazione”

by Anna Maria Giannone

Responsabile dell’ufficio periferico dell’Arif, Ernesto Cicchetti detto Lello dagli amici, da primo cittadino, esperienza conclusasi a Castelnuovo della Daunia 7 anni fa, e prima ancora da presidente della Comunità Montana dei Monti Dauni Settentrionali, ha vissuto la grande stagione dei sindaci delle Aree Interne, quando molti Comuni hanno conquistato posizioni nelle diverse aggregazioni territoriali nazionali, come i Comuni Bandiera Arancione o i Borghi Più d’Italia o la rete di Slow Food, dimostrandosi capaci di attrarre quei flussi turistici lenti, amanti dell’enogastronomia tipica e dell’autenticità, tipici dell’Umbria o della Toscana. La crisi del 2008 e un certo smantellamento della rappresentanza, con la trasformazione delle Province in enti di secondo livello, hanno interrotto alcuni circuiti virtuosi.

Oggi Cicchetti mette a disposizione della coalizione di Michele Emiliano, nella civica Emiliano Sindaco di Puglia, la sua lunga esperienza, fatta di cooperazione e condivisione con una classe dirigente di amministratori, vecchi e nuovi, e con chi ha deciso di restare sui Monti Dauni, non abbandonando l’Osso dell’Italia.

Noi di bonculture lo abbiamo intervistato.

Cicchetti, come nasce la sua candidatura?

Bene, racconto la mia esperienza: mi ha chiamato Emiliano, perché il mio nominativo era stato sollecitato da alcuni sindaci dei Monti Dauni per quel poco di buono che abbiamo fatto insieme negli anni. Si tratta di tanti ex sindaci come Santoro, Lamarucciola, l’ex assessore Dedda di Orsara. All’indomani della soppressione delle Comunità Montane, l’ente aggregativo dei piccoli comuni, noi come sindaci continuammo quella filosofia, che è quella che mi ha accompagnato e mi accompagna ancora oggi, per una pianificazione strategica che va oltre il proprio campanile. Questo è il motivo per cui anche Emiliano ha accettato questo suggerimento, mi ha cercato, anche se sul gong finale. La cosa mi ha messo un poco in difficoltà, perché un conto è partire con 2 mesi di anticipo un altro a poco più di un mese dal voto. Ma è una candidatura che mi appassiona, non ho velleità di essere eletto, voglio portare il mio contributo.

Anche perché la lista in cui corre non è tra le più competitive, vero?

Sì, ma non conta. Il messaggio che ho portato ad Emiliano e che porterò con il mio budget di voti è quello dei Monti Dauni. Io voglio affermare l’idea secondo la quale anche le Aree Interne possono dare il loro contributo alla crescita della Puglia.

Cosa possono ancora dire le Aree Interne?

Porto sempre un esempio. Il nostro Pist, il piano di pianificazione strategica territoriale, ebbe il voto in pagella più alto in Regione Puglia. Un piano che è stato portato ad esempio dalla grande assessora Angela Barbanente, è un progetto che abbiamo illustrato anche all’Urban Promo di Bologna che è una delle manifestazioni più importanti sulla pianificazione strategica. Questo è quello che vorrei dare come contributo indipendentemente dalla forza della lista e dai consensi che riuscirò ad attrarre. C’è ancora molto da fare per creare i famosi corridoi tra i Monti Dauni la piana e il Gargano. Qualcuno potrà dire che è un progetto datato, ma io invece dico che è un progetto in continua evoluzione ed è standardizzato.

Sui Monti Dauni insistono diversi candidati schierati con Fitto, abbastanza agguerriti. Penso al presidente dei Gal Alberto Casoria o all’imprenditrice Annamaria Fallucchi, che ha il forte sostegno del presidente della Provincia di Foggia e sindaco di Candela Nicola Gatta. Come vive la competizione con loro?

La vivo serenamente, sono un operaio della politica, non ho quella forza anche economica e di potere politico per poter competere con loro, io sono una persona semplice. Ogni mio voto è conquistato, è una conquista per i Monti Dauni.

Crede che in questi 5 anni si siano sfilacciati i rapporti tra gli amministratori e la Regione? Si è persa interlocuzione rispetto agli anni dell’amministrazione Vendola? No, io credo che non si sia perso nulla, c’è stata una continuità, una condivisione di continuità, quello che è mancato è il ruolo dei partiti, nel momento in cui si perdono i riferimenti per un amministratore diventa più difficile interloquire e possono nascere dei cortocircuiti tali da creare delle contraddizioni con le amministrazioni.

Perché dare fiducia ancora ad Emiliano allora?

Se la Puglia ha questo Pil è grazie ai 15 anni di centrosinistra, come dico nel mio slogan, la nostra è una terra da amare, coltivare, valorizzare. Dare fiducia ad Emiliano significa continuare un percorso di valorizzazione. Emiliano conosce bene tutto il territorio della Puglia, lo abbiamo avuto ospite soltanto nei Monti Dauni Settentrionali una ventina di volte. Fitto da governatore si vide una sola volta. 30 giorni dopo l’evento simico del 2002. Una toccata e fuga. Basta questo per capire la differenza tra i due candidati in campo.

Cicchetti con alcuni protagonisti della valorizzazione dei Monti Dauni

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