“Graffio quando serve e decido”. La politica senza prìncipi e ancelle di Rosa Cicolella

by Antonella Soccio

Insegnante amatissima dai suoi studenti e studentesse, ex presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, un rapporto sempre complicato ma dialogante con i gruppi dirigenti maschili.  

Rosa Cicolella è stata nominata alla convention renziana di Cinecittà responsabile insieme ad Aldo Ragni di Italia Viva per la Capitanata. Una scelta coraggiosa e spiazzante.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata.

Rosa, un “politico” locale, che ti stima, si chiedeva come mai tu avessi scelto questo nuovo ruolo. Molti individuano in te una persona di mediazione, capace di tessere relazioni mentre nel pregiudizio comune si associa Matteo Renzi alla rottura. Ecco, che tipo di guida hai in mente? E cosa significa rottamare oggi? È un termine ancora in voga nel “renzismo”?

Per storia e carattere ho sempre fatto politica con passione ma senza urlare. Renzi mi attira proprio per questa forza di rottura dolce. Credo che la forza in politica la si dimostri con gli argomenti, il confronto, la persuasione. Non sono arrendevole. Graffio quando serve e decido. La costruzione di Italia Viva in provincia di Foggia passerà attraverso un lavoro fatto di proposte riformiste, coraggiose ma soprattutto provando a creare un sentiment con il territorio che dal mio punto di vista finora ha subito la politica non l’ha vissuta.

Nella tua carriera politica hai avuto un importante ruolo regionale nella Commissione Pari Opportunità. Quella stagione di protagonismo femminile sembra oggi quasi tramontata, dentro un consiglio regionale dominato dagli uomini, con le donne spesso in posizione ancillare. Cosa significa militare oggi in un partito in cui alle donne è conferita una posizione dominante, con la leadership indiscutibile di Teresa Bellanova?

Il mio impegno nella CPO mi ha fornito un’esperienza di grande conoscenza della questione di genere. Non nascondo anche un disincanto. Purtroppo si relegano in questi organismi donne che con passione e competenza si battono per tutti i diritti negati. Ma senza alcun potere di incidere sui cambiamenti. Il tema della rappresentanza invece è diverso. Beffardamente affossata la legge 50&50 in consiglio regionale e poi negata ancora dal governatore Emiliano che promise come suo primo atto la riforma elettorale (!) oggi siamo alla vigilia della prossima legislatura che probabilmente vedrà un consiglio senza donne, Italia Viva nasce con un marchio di genere. Teresa Bellanova è il modello di una politica di genere vera. Priva di prìncipi e ancelle. Forte nella differenza che è ricchezza e non ideologia. Teresa è tutto questo!

Si dice spesso che il cattolicesimo democratico e parte della sinistra si siano allontanati dalle classi popolari. Italia Viva, che guarda ai moderati e ai ceti medi urbani, oggi non è anacronistica?  Cosa può dire un partito come questo alle masse impoverite del Sud, che se non emigrano è perché sono consegnate alla rassegnazione o al clientelismo?

Ritengo anacronistico una lettura politica così poco contemporanea. Il cattolicesimo democratico di stampo moroteo oggi ha in Italia Viva una casa. Una società fondata sulla tolleranza, accoglienza, difesa dei diritti degli ultimi e una crescita fondata sul lavoro e non sull’assistenzialismo sono cose di sinistra. Di quella sinistra moderata e moderna. Libera dal gesso ideologico. Ai nostri giovani vanno fornite le opportunità. Solo con il lavoro e la formazione annienti il clientelismo che trova spazio nel deserto della crescita.

Sei stata tra le fondatrici del Pd: qual è stato il peggior fallimento del sogno veltroniano e prodiano? Quella bipolarista è una stagione finita, nonostante i ritorni attuali?

Il Pd è stato un sogno. L’unione di due culture. La saldatura tra cattolicesimo democratico e socialismo   È fallito. Ingoiato dalle logiche di partito che hanno abbandonato la gente e non l’ha più ascoltata.

Sul territorio, cosa non ha funzionato e perché Foggia secondo te oggi è l’unica grande città pugliese non governata dal centrosinistra?

Il centrosinistra è fallito a Foggia perché avvitato su una folle gestione di potere e di autotutela dimenticando completamente la città.

Michele Emiliano: una vostra discesa in campo significherà forse una sconfitta dei valori progressisti in Puglia. Calenda non si fa problemi a far perdere Emiliano, è anche un tuo sentimento? Perché la classe dirigente renziana dovrebbe farsi trascinare da un risentimento che è soprattutto personale?

La scelta di Italia viva di presentare un proprio candidato non è assolutamente frutto di risentimento personale. È una valutazione politica. Nasce dal rispetto verso la Puglia e i Pugliesi che hanno sofferto una politica fatta di trasformismo ma soprattutto mancante in tutti i settori cardini della vita economica e sociale della nostra terra. Gli agricoltori di Puglia sono furiosi!! Solo per citare una cosa   L’elenco sarebbe lungo.  Si era provato a fare un appello che tenesse dentro tutto il centrosinistra con un candidato alternativo ad Emiliano. Appello caduto nel vuoto. Ora la canzoncina del così si fa vincere la destra ha un retrogusto assai strano vista la disinvoltura di alcune scelte del governatore che di sinistra avevano ben poco. Ora Italia Viva risponde ai Pugliesi che vogliono altro dalle politiche schiave di una logica populistica che purtroppo incarna Emiliano. Il dispetto ai pugliesi è stato già fatto ed è stata l’imposizione di un nome divisivo che ha già prodotto danni certificati. Alla volgarità delle allusioni sui patti di desistenza tra Salvini e Renzi replico banalmente ricordando che quest’ultimo ha mandato la Lega all’opposizione e formulo un invito sincero: alziamo il livello del dibattito, di questi mezzucci e di questa propaganda triste la gente non ne vuole più sapere.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.