L’empatico avvocato Salvatore Campanelli: “La Puglia del futuro, moderna e all’avanguardia sta con Emiliano. Il resto è medioevo”

by Antonella Soccio

In una partita estremamente aperta e decisiva, anche per le sorti del Governo Conte, la città metropolitana di Bari, mai come in queste regionali pugliesi 2020, assume un ruolo centrale per la tenuta o per la caduta del governatore Michele Emiliano. Tutte le sue 15 liste nel capoluogo regionale appaiono molto più competitive che nelle altre province, con veri e propri partiti personali/macchine elettorali, rappresentati anche dai tanti assessori uscenti e maggiorenti, candidati nelle civiche e nel Pd. Da Alfonsino Pisicchio con Senso Civico ad Antonio Nunziante coi pizzarottiani di Italia in Comune fino a Gianni Stea con i Popolari per la Puglia o a Gianni Giannini e Mario Loizzo per il Pd, sebbene tra i dem siano altri coloro che ambiscono alla elezione, a cominciare da lady preferenze Anita Maurodinoia e dal’astro nascente Francesco Paolicelli, delfino del sindaco Decaro e suo ex segretario.

Bari diventa cruciale per superare i sovranisti alleati di Raffaele Fitto; secondo molti se il divario sarà consistente nella città del sindaco e presidente Anci Antonio Decaro, Emiliano avrà il secondo mandato in tasca.

In questa lotta all’ultimo voto hanno un forte peso anche i candidati della nuova lista del presidente, CON.

La stella del rassemblement civico, candidata in 3 province (Foggia e Lecce oltre a Bari) è senza dubbio l’accademico epidemiologo e capo task force Pier Luigi Lopalco, chiamato ad una sfida ardua e a conquistarsi il suo prossimo incarico da assessore alla Sanità. Insieme al professore ci sono però due forti personalità, che con lui si giocano la elezione in consiglio regionale.

Uno è il consigliere uscente Giuseppe Longo, uddiccino di lungo corso, eletto nel 2015 con la lista del “cuoricino”, che ospitava anche il foggiano Napoleone Cera, ormai orfano dello Scudo Crociato, il cui simbolo con tutta la storia allegata è transitato con Fitto via Lorenzo Cesa.

L’altro è Salvatore Campanelli, avvocato, appassionato di politica, battitore libero, dalla forte empatia. Empatico e pratico è infatti il suo claim, che si serve anche di una simpatica crasi e diventa Empratico.

Longo e Campanelli stanno battendo ogni piazza della terra di Bari, pur nell’osservanza delle regole Covid.

“Tra le cose più emozionanti di questa campagna elettorale c’è l’incontro con le mamme dei bambini autistici: mi hanno chiesto strutture sportive e io le troverò, perché quando mi metto in testa una cosa la realizzo. Il diritto ad una infanzia felice vale per tutti. Mai più disuguaglianza mai più bambini soli”, ha detto l’avvocato in un suo video selfie.

Come molti suoi colleghi candidati in queste ultime settimane di campagna, anche Campanelli sta personalizzando la sfida. Che significa riconsegnare la Puglia a Fitto?

“La Puglia non può tornare indietro, la Puglia deve andare avanti. Non si possono bruciare 15 anni di lavoro che hanno portato la Puglia alla ribalta nazionale e internazionale. La Puglia non può cambiare rotta, fermare tutto quello che è stato fatto in questi 5 anni e bloccare tutto quello che è in cantiere è un rischio che non possiamo correre. L’economia deve ripartire e può farlo solo se ci sarà continuità di governo regionale. Non si può tornare al passato, noi siamo la Puglia del futuro”, ha scritto.

Noi di bonculture abbiamo voluto conoscere meglio la sua proposta e lo abbiamo intervistato.

Avvocato Campanelli, cosa significa per lei essere in campo con Emiliano? E perché ha scelto questa lista? 

Essere in campo con Michele Emiliano è credere prima di tutto nella persona. A lui mi legano un’antica amicizia e una stima profonda, per l’uomo e per il politico. Come uomo, tutti sanno chi è Michele Emiliano e chi era prima di entrare in politica. E mi fermo qui, il suo coraggio e la sua rettitudine morale sono nei fatti. Come politico, nessuno può dimenticare cosa ha fatto nei 10 anni in cui è stato sindaco di Bari, la città è radicalmente cambiata. Se oggi Bari è quella che è, e se oggi il sindaco Antonio Decaro sta facendo un ottimo lavoro, è proprio grazie a quella visione della città avuta da Emiliano e resa possibile da quel lavoro strategico portato avanti in quei 10 anni. Così come non è possibile non guardare al lavoro fatto in questi 5 anni alla Regione Puglia. Alcuni non capiscono che i tempi della politica e della pubblica amministrazione possono non coincidere con i propri, ma non per lassismo, semplicemente perché ci sono degli iter che vanno rispettati. Tanto è stato fatto, tanto si può fare, occorrono i prossimi 5 anni per portare a termine i mille progetti in cantiere. Tra i più importanti penso ai nuovi ospedali in costruzione, ai grandi interventi infrastrutturali come la ferrovia Bari- Napoli e la decarbonizzazione dell’Ilva. Perché ho scelto di candidarmi con la lista CON? Perché credo che rappresenti la politica pugliese del futuro, un po’ coma fu la Primavera Pugliese 15 anni fa.

Salvini e Meloni sono spesso in Puglia, la loro è quasi una campagna elettorale nazionale. Crede che le difficoltà dei cittadini, la crisi economica causata dalla pandemia e anche le acrimonie nei confronti del Governo potrebbero sfavorire Emiliano? 

Vi ringrazio per questa domanda perché mi date la possibilità di spiegare una cosa importante agli elettori. I pugliesi devono capire che non stanno votando per Salvini o per la Meloni, ma per Fitto. Ingannare l’elettorato, o meglio, gettare fumo negli occhi facendo venire i leader nazionali un giorno sì e l’altro pure, è politicamente scorretto. I pugliesi devono sapere che votare Fitto significa votare quell’ex presidente che loro stessi hanno bocciato 15 anni fa perché aveva distrutto la Puglia. E che facciamo ora? Torniamo indietro? Ma neanche per scherzo, la Puglia deve andare avanti e può farlo solo con Michele Emiliano e con la sua idea di futuro. Quanto al resto della domanda, i pugliesi hanno toccato con mano cosa ha fatto Emiliano durante il clou della pandemia e cosa sta facendo ancora. Mai, prima di lui, un politico è stato sentito così vicino e rassicurante. Questo è Emiliano, quel gladiatore che non si arrende mai e che protegge la sua gente

Emiliano non ha cominciato troppo tardi a puntare il piede sull’acceleratore locale per differenziarsi dalla politica nazionale? Non si è forse troppo attardato nell’alleanza con i pentastellati, cullandosi di una certa pigrizia iniziale di Fitto? 

No, a differenza di Fitto, Michele Emiliano aveva da fare, non aveva tempo da perdere con la campagna elettorale. Doveva arginare una pandemia, doveva trovare i dispositivi di protezione per gli operatori sanitari, doveva potenziare gli ospedali per fronteggiare l’emergenza sanitaria, doveva pensare ad aiutare quei pugliesi messi in ginocchio dal Covid. Stare all’opposizione girandosi i pollici è facilissimo, governare ed essere responsabile di 4 milioni di persone è ben altra cosa. Per quanto riguarda i pentastellati, sono loro ad aver perso una grande occasione auspicata dallo stesso presidente Giuseppe Conte, uomo illuminato con il cuore che batte per la Puglia. Ma non tutti i pentastellati sono obnubilati, molti di loro voteranno per Emiliano presidente

Infine, l’agricoltura. Fitto candida nelle sue liste due esponenti che sono anche artefici dei vari fallimenti agricoli: l’ex assessore Di Gioia a Foggia in Forza Italia e il generale Silletti, commissario anti Xylella a Bari con i Fratelli d’Italia. Come far capire in questi pochi giorni che ci separano dal voto che non tutto è perduto? 

Appunto, lo state dicendo voi, è evidente che qualcosa o qualcuno non ha funzionato nella grande macchina amministrativa. E lo dico anche da imprenditore agricolo, i prossimi 5 anni saranno fondamentali per rilanciare a dovere il settore portante dell’economia pugliese che resta l’agricoltura. E questo sarà possibile solo con Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia. Nulla è perduto, non diciamo eresie, Emiliano vincerà perché i pugliesi sanno che dopo 15 anni non si può riconsegnare la Puglia all’oscurantismo della destra. La Puglia del futuro, moderna e all’avanguardia, regina indiscussa del turismo nazionale e internazionale, può essere solo quella di Michele Emiliano. Il resto è medioevo.

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