Prima le idee, la Puglia Solidale e Verde di Noemi Carmeno e Enzo Berardi: “Serve un cambiamento non solo culturale, ma generazionale. Non è un’utopia”

by Antonella Soccio

Prima le idee, è questo lo slogan dei due candidati in ticket in Capitanata alle prossime regionali pugliesi del 20 e 21 settembre della lista Puglia Solidale e Verde, in sostegno alla coalizione del governatore uscente Michele Emiliano, Noemi Carmeno e Vincenzo Berardi.

Come ha detto recentemente Nichi Vendola quella che si sta combattendo in pieno Covid è una battaglia “contro le povertà, la povertà sociale, ambientale, di qualità della vita”. Un nuovo modello di futuro e di sviluppo non solo per la Puglia ma per tutto il Sud non può prescindere dall’equità e dalla lotta alle povertà.

I due giovani candidati che a fine campagna hanno accolto a Foggia l’onorevole ed ex assessore regionale Nicola Fratoianni vogliono rinverdire molto la E dell’allora Sel, Sinistra Ecologia e Libertà.

Per l’ambiente puntano alla circolarità nella gestione dei rifiuti e nella produzione, alla messa in rete delle energie rinnovabili e politiche per l’autoconsumo, alla tutela del Parco del Gargano, del mare, degli animali e delle aree verdi, alla bonifica delle aree inquinate, all’eco-turismo e alla mobilità sostenibile.

I due candidati con l’onorevole Nicola Fratoianni

Noi di bonculture li abbiamo intervistati.

Noemi, Vincenzo, quanto e come la Puglia Solidale e Verde insieme a Sinistra Italiana può imprimere un segno di cambiamento nella coalizione Emiliano? Ci sono state scelte di sinistra in questi 5 anni di governo?

Noemi Carmeno: Per quanto riguarda le scelte di sinistra nel governo di Michele Emiliano, occorre rispondere in maniera articolata, questa prima amministrazione Emiliano ha realizzato molte cose positive, ma ha anche mostrato alcuni limiti e sottovalutazioni. Tuttavia ha agito in un orizzonte culturale che ha portato la Puglia ad assumere uno sguardo positivo nel mondo. Pensiamo all’agroalimentare, alla meccatronica, all’aerospazio, al turismo, alla cultura, facendo della Puglia una terra dell’accoglienza, un volto che la Puglia ha saputo cambiare dopo la fase oscurantista dell’esperienza Fitto. Emiliano ha lottato contro le trivelle nel mare Adriatico, ha impugnato la legge sulla Buona Scuola di Renzi, si è orientato per la riconversione di alcune grandi aziende, come nel caso della decarbonizzazione dell’Ilva, ha utilizzato molte risorse per le aree interne, per il dissesto idrogeologico, aree che vivono in una condizione di isolamento.

Vincenzo Berardi: ho un’idea tutta mia, il dibattito si è concentrato troppo sul personalismo. Emiliano sì, Emiliano no, Fitto sì, Fitto no. Invece in questi 5 anni noi come Sinistra Italiana dovremmo rigenerare gli spazi democratici dove si decidono gli indirizzi politici e amministrativi. SI deve giocare un ruolo importantissimo, principalmente sulla green energy per capire come poter uscire definitivamente dal carbone, capire come continuare ad avere uno sviluppo delle energie rinnovabili con una inversione di rotta. La nostre regione produce più energia di quella che consuma e siamo tra le regioni che producono più energia pulita, soprattutto con l’eolico. Visto che abbiamo raggiunto questo obiettivo, è il momento di dire basta agli impianti di energia rinnovabile di grosse dimensioni. È il tempo dell’autoproduzione dell’energia da fonti rinnovabili. Un altro compito di SI è la lotta sui diritti dei poveri, per povertà non intendo solo quella economica, ma anche quella culturale. Va fatta una lotta contro l’abbandono scolastico, dobbiamo aiutare i nostri giovani ad aumentare il loro grado di istruzioni. Vedo SI impegnata sui diritti, del lavoro, ad avere un futuro. Diritti per quelle persone che aspettano risposte. Sui diritti ci giochiamo una partita importante, dobbiamo ridare dignità agli spazi democratici che in questi anni sono stati messi da parte.

Come ricostruire qui in provincia di Foggia un partito di sinistra, ci sono ancora politiche vendoliane o quel patrimonio si è disperso anche a causa di una rappresentanza debole?

Berardi: come ricostruire la sinistra, è una domanda difficile. Noi forse parliamo troppo e agiamo poco. Mi spiego: facciamo grandi discorsi su come essere più di sinistra degli altri, in questa fase dovremmo mettere da parte questi temi, ma dovremmo studiare, riflettere e agire. È questo il primo passo per ricostruire la sinistra. Il secondo passo sta nel parlare ai territori, ma non parlare alla loro pancia, ma per cercare per rigenerare i luoghi della democrazia. Quando parlo di rigenerazione dei luoghi della democrazia intendo la riqualificazione dei quartiere, parlare con i cittadini su come riqualificare il sistema sanitario. Perché non ragionare coi cittadini per capire come strutturare i servizi? Dovremmo riporre al centro del nostro dibattito politico e amministrativo la figura del cittadino attivo.

C’è stata continuità nelle politiche giovanili e nella formazione, ho visto molto di quello che è stato Vendola. Per il resto, si è fatto tanto, ma si può fare di più, partendo dalle esigenze territoriali. Dobbiamo dare risposte a quelle fasce di povertà, causa anche l’ultima pandemia, sono aumentate. Noi come Sinistra Italiana queste cose dobbiamo porle con forza nell’agenda amministrativa.

Il patrimonio vendoliano non è disperso, è come brace che arde sotto la cenere, penso ad Angela Barbanente, alle politiche di formazione, quelle energetiche. c’è tanto ancora che arde, noi oggi abbiamo il compito di rimuovere la cenere, in questi 5 anni siamo stati spaesati, perdere un grande uomo politico come Minervini, che ci dava una mano nei contenuti ci ha spiazzati. Ma ora siamo adulti, dobbiamo riprendere quel cammino e aiutare Emiliano per una nuova stagione per la Capitanata e la Puglia. Il red va prorogato senza dubbio, la pandemia ha creato sacche di povertà. Questa misura può rimettere in moto la fiducia. Va accompagnata con altre politiche di inserimento sociale e lavorativo. Va ridisegnato con un percorso di accompagnamento per il mondo del lavoro.

Noemi Carmeno: Il nostro contributo è importante, Emiliano rappresenta una coalizione di centrosinistra, che rappresenta diverse anime. Noi ci proponiamo di raccogliere e rappresentare le tante persone di sinistra, che spesso non hanno trovato rappresentanza negli altri partiti, ma che sono attivi nella società, nelle associazioni, nel mondo del lavoro, nel mondo giovanile. Naturalmente la costruzione di un movimento ampio richiede tempo, determinazione e idee nuove. Abbiamo l’ambizione di dare un contributo di idee e progetti per costruire la società pugliese del dopo pandemia, mettendo al centro più del passato il lavoro, l’ambiente e la protezione delle persone, a partire da quelle più deboli. E non solo protezione sanitaria. In questo senso il reddito di dignità rappresenta una misura idonea perché ha dato sostegno a tutti coloro che dopo questa crisi economica causata dalla pandemia erano in una situazione di grande fragilità.

Qual è la vostra scommessa? Come rappresentare questa provincia ancora affetta da foggianesimo?

Noemi Carmeno: La classe politica foggiana ha mostrato difficoltà a rappresentare i bisogni dei cittadini, spesso mancano idee, competenze e anche motivazioni. Occorre costruire un rapporto con chi ci rappresenta, ricostruendo un clima di fiducia, dando l’esempio, ascoltando, ma anche cambiando alcune dinamiche che sopratutto nel Mezzogiorno impediscono la formazione di una politica con la P maiuscola, occorre che il cambiamento non solo culturale, ma generazionale. La nostra non è un’utopia, ma c’è la necessità di cambiare passo, per traghettare il Paese, la nostra regione e la Capitanata al dopo pandemia. Bisogna guardare allo sviluppo in maniera sistemica, altro che foggianesimo, policentrico, dove ciascuno assume un ruolo, contribuendo alla crescita di tutti. Per questo occorre il confronto con le forze sociali e capacità programmatorie, abbiamo le potenzialità.

Un’opera di rinnovamento della sinistra è stata già intrapresa con le comunali, è così vero che sono stata candidata io, Noemi Carmeno, che sono giovanissima, ho 25 anni, alla mia prima esperienza politica di questa levatura, nonostante anch’io venga da anni di impegno politico, ed Enzo Berardi, che nonostante la sua esperienza risulta un personaggio nuovo. Siamo due candidature innovative sia a livello anagrafico che biografico. E riguardo al ReD voglio anche sottolineare che all’inizio aveva una serie di storture che sono state poi modificate dalla sinistra e in particolare da Guglielmo Minervini nella misura attuale, che è pur sempre pensata per chi è in povertà e a cui vanno immaginati investimenti per creare lavoro, come l’occupazione per la transizione ecologica.

Berardi: Foggianesimo? Non vediamo oltre, ci accontentiamo di quello che abbiamo, io sono molto deluso quando vedo giovani alla mercé di faccendieri politici, è deprimente. Per cambiare questo modo di essere, questa cultura molto provinciale, piccola, c’è bisogno di investire in cultura e dignità. E la dignità la dà il lavoro. Se noi non creiamo presupposti nuovi nel lavoro giovanile investendo sulle loro potenzialità e sull’innovazione non potremo mai uscire dal foggianesimo.

Infine per Berardi, il suo territorio nell’Alto Tavoliere è spesso investito dagli interessi più beceri sui rifiuti, ha qualche idea per difendere quel pezzo di pianura produttiva?

Berardi: In Capitanata grossi pezzi di economia sono in mano alla mafia, è un cancro che sta indebolendo le nostre città. Le forze dell’ordine e la magistratura stanno lavorando, c’è bisogno di una rivoluzione culturale, dobbiamo riappropriarci delle nostre strade, dei nostri quartieri, dobbiamo riconquistare gli spazi donandoli alle associazioni che si occupano di formazione, sport, cultura. Aprire scuole anche il pomeriggio, la sera, rigenerare i quartiere, per far capire che c’è la presenza dello Stato e del buon governo. Va riorganizzata la commissione antimafia regionale che deve fare anche attività d’inchiesta oltre all’ascolto. La nostra agricoltura sta subendo l’attacco feroce della mafia, parlare di antimafia solo quando ci sono le grosse manifestazioni ma poi siamo disposti a metterci in lista o a farci aiutare per la campagna elettorale i mafiosi, i cittadini ci guarderanno a distanza.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.