Salviamo Foggia dal gioco del cerino

by Paolo Ruotolo

Difficile passarsi il cerino via web. Impossibile farlo con il distanziamento sociale. Al Comune di Foggia, però, ci hanno provato comunque. Il Consiglio comunale dedicato all’emergenza Covid-19 – il primo sulla piattaforma Zoom – raccoglie due Ordini del Giorno. Uno della maggioranza, l’altro della minoranza. Centrodestra contro governo e Regione. Centrosinistra in opera di beatificazione di Michele Emiliano e Giuseppe Conte. Sembra lo spartito della campagna elettorale. E forse è proprio così, complice l’affacciarsi dell’ipotesi di un voto a luglio per le elezioni regionali.

Ripartenza, crisi economica, gestione sanitaria del virus. Per ogni tema c’è un’accusa. Naturalmente introdotta dal canonico «in questo momento non servono polemiche, bisogna stare uniti». Neppure per sogno. Chi ha avuto la pazienza di seguire l’intera riunione lo ha capito benissimo: la pandemia è già materia di propaganda. Ciascuno sbircia in casa del dirimpettaio per scovare un errore da rinfacciare all’avversario.

Chi ha finanziato i buoni spesa? Chi non ha previsto tamponi in numero sufficiente? Chi avrebbe dovuto garantire il rispetto delle misure di sicurezza e vigilare eventuali violazioni? Chi non ha comunicato numeri e dati dei contagi al territorio? I foggiani stanno a guardare. Provando a capirci qualcosa.

Alla fine tutti si convincono che procedere in questo modo può essere controproducente. Meglio affidare ad una futura conferenza dei capigruppo il compito di unificare i documenti. Non prima di aver inveito contro i ritardi del governo nel sostegno a lavoratori e imprese e improvvisato una lezione di epidemiologia per il professor Pier Luigi Lopalco.

Per carità, ogni critica ha un suo fondamento. D’altro canto questa brutta faccenda è stata accompagnata sin dall’inizio da errori, piccoli e grandi. Nessuno può sentirsi esente da inciampi. Anche e soprattutto comunicativi. Ed è giusto chiarire chi fa cosa. Ma l’idea di replicare su scala locale i riti parlamentari – giocando a fare i leader e i virologi – non funziona. C’è da occuparsi subito dell’ordinario: povertà, commercio, famiglie, legalità per allontanare le mani della criminalità dal disagio sociale. Rimboccandosi le maniche per dare risposte, compatibilmente con le competenze e i poteri di un Comune. Facendo quel che si può. Con tutte le difficoltà del caso. Se possibile insieme, collaborando. Perché né chi governa né chi sta all’opposizione possiede soluzioni geniali.

Tenere gli interessi elettorali fuori dalla porta, specie di questi tempi, è una pia illusione. Tentare di non renderli gli unici protagonisti di una fase drammatica, invece, è un obiettivo che merita uno sforzo in più. Sia da parte di chi chiede le dimissioni di chiunque abbia vagamente a che fare con la Regione Puglia, sia da parte di chi si comporta come se le conseguenze del Coronavirus fossero interamente responsabilità del sindaco, della sua Giunta e della maggioranza che li sostiene.

Lo scontro di posizioni è sempre l’antidoto contro la noia della retorica. Che in genere è il regno del vuoto quanto a idee e proposte concrete. A patto di non rendere la polemica ancora peggiore dell’unanimismo.

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