Punto Primo, Gianluca di Santo. E il valore di un claim di successo

by redazione
gianluca di santo

Migliaia e migliaia di visualizzazioni per i contenuti audio video, l’idea geniale di parodiare lo spot epico del competitor, un claim divenuto in breve tempo tormentone, utilizzato da antagonisti politici, pizzerie, nail artist, pagine satiriche, commercianti.

Alla sua prima esperienza nella comunicazione politica, il creativo e designer foggiano Gianluca di Santo insieme al candidato sindaco al Comune di Foggia del centrosinistra extralarge Pippo Cavaliere è sicuramente tra i vincenti delle amministrative 2019.

Qualunque sarà il risultato del ballottaggio a Foggia, unico capoluogo pugliese dove la partita non si è risolta al primo turno, lo slogan Punto Primo con la faccia pulita e rassicurante dell’ingegnere ed ex presidente della Fondazione Antiusura e il caldo amaranto, ha già vinto. Per capillarità e diffusione. Per il secondo turno, i colori diverranno fluo.

Punto primo è un desiderio di vittoria, ma corrisponde anche ad un inizio per lo stesso Di Santo in un settore competitivo e iper criticato e valutato anche da chi ha poche o scarsissime conoscenze.

Tra suoi clienti, Di Santo annovera Checco Zalone, Pio&Amedeo, Marco Monty Montemagno, i Modà e tantissimi altri grossi nomi nazionali.

Bonculture lo ha intervistato sulla sua esperienza tra i partiti e le liste civiche.

Di Santo, Pippo Cavaliere è la sua prima volta in politica, qual è la differenza tra un candidato e un artista nazionale?

Credo che Cavaliere, nell’ottica del cambiamento e della novità, abbia deciso di puntare consapevolmente su chi non aveva esperienza in campagne elettorali precedenti. Quando abbiamo cominciato a lavorare, mi figuravo uno scenario più difficile, temevo di farmi tanti “nemici”. E invece tutto si è svolto nella massima serenità possibile, e ne sono venuto fuori con molti amici in più. Sto vivendo una bella esperienza, un qualcosa di nuovo. E, devo dire la verità, è tutto molto divertente.

Come ha costruito il claim Punto Primo dal clamoroso successo? Da cosa si è lasciato ispirare?

Volevo, immaginavo un messaggio immediato, diretto e, soprattutto, non prettamente “politico”. Un qualcosa che potesse suonare familiare a tutti i cittadini. Ne è venuto fuori un claim preso in prestito dal gergo comune, dal parlato quotidiano dei foggiani. Qualcosa di “nostro”, perché è di interesse comune, che in fondo si trattava.

Quale comunicatore è il suo esempio? Ha avuto modo di sbirciare la bellissima campagna di Antonio Decaro di Proforma, che ne pensa?

Proprio allo scopo di non lasciarmi condizionare e nell’ottica di assecondare la scelta di Pippo che ha optato per dei comunicatori “nuovi” nel panorama politico, ho preferito evitare di guardarmi intorno. Soprattutto nella prima fase. Poi certo, “a giochi fatti”, ho prestato attenzione anche alle altre campagne.

Qual è la migliore campagna di sempre nel suo immaginario?

Ce ne sono tante che potrei citare, ma una che mi ha colpito particolarmente in tempi recenti è quella di Netflix. Il “Basta Netflix” ha saputo creare un messaggio originale facendo leva su tutti i punti a suo favore nella contemporaneità. Le nuove tecnologie, la diffusione dei contenuti, la popolarità e la passione della gente per quel tipo di prodotto.

Punto Primo, Pippo Cavaliere. Che rapporto ha instaurato con l’ingegnere? Come ha valorizzato le sue qualità?

Pippo ha voluto subito che gli dessi “tu”. Punto di partenza importante, così abbiamo intuito immediatamente che sarebbero stati giorni impegnativi nei quali avremmo lavorato spalla a spalla, anche con il resto del team. Credo che il compito di un comunicatore si quello di far emergere nel migliore dei modi le qualità morali della persona. Con Pippo, è stato decisamente facile. Non lo scopro io, e la cittadinanza ha già dimostrato di riconoscergli i punti a suo favore sotto questo aspetto.

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