Ossigeno-ozono terapia, da Wuhan la sperimentazione in Puglia. Dattoli: “Partiremo tra due settimane”

by Daniela Tonti

Tra due settimane il Policlinico Riuniti di Foggia sarà il primo ospedale in Puglia ad utilizzare l’ossigeno-ozono terapia nella cura dei pazienti positivi al Covid.

Una terapia frutto dell’esperienza di Wuhan dove si è rivelata efficace nella lotta alla Sars registrando un tasso di uccisione del virus prossimo al 100%. Covid e Sars appartengono entrambi al ceppo dei coronavirus, di qui i protocolli attuati dalla Sioot – società scientifica di ozono terapia, in 17 centri ospedalieri che utilizzano in Italia l’ossigeno-terapia e che sono al momento quasi tutti in Lombardia e in Piemonte.

Oltre l’ozono proseguono al Riuniti le sperimentazione di farmaci come il Plaquenil, l’antimalarico utilizzato largamente al Cotugno e il Tocilizumab, il farmaco anti artrite reumatoide.

Sulle sperimentazioni farmacologiche, sulle terapie innovative e sulla seconda linea, bonculture ha intervistato il direttore generale del Policlinico Riuniti, Vitangelo Dattoli.

Direttore la comunità scientifica è concorde nel sostenere che per il covid è fondamentale riconoscere la fase giusta per attuare terapie efficaci. Lei che ne pensa?

Questa malattia purtroppo non ha una cura ben definita. Individuare la fase giusta è fondamentale ma teniamo presente che il virus può dare risposte all’organismo differenti da un paziente all’altro. Per quanto riguarda i farmaci sono in corso trattamenti sintomatici tipici delle malattie infettive, delle pneumologie e delle terapie intensive e che stanno dando risultati buoni. Sono dei farmaci anti artrite reumatoide e anti malarica che sono stati autorizzati off-label cioè attraverso l’accesso precoce. E ora partiamo con i sieri iper immuni che è una sperimentazione che i due policlinici di Bari e di Foggia hanno fatto e con gli approcci di ozonoterapia. E in dodici ospedali, tra cui San Giovanni Rotondo e il San Carlo di Potenza, si parte con l’eparina. Da noi è stata utilizzata l’eparina ma al di fuori dei protocolli sperimentali.

A chi sarà rivolta l’ozonoterapia?

Si tratta di terapie innovative rivolte ai pazienti della Rianimazione, partirà tra due settimane e saremo i primi in Puglia ed è indicata in pazienti prima dell’intubazione.

Utilizzate anche il plaquenil, il farmaco antimalarico?

Certo noi già lo usiamo in maniera sistematica con buoni risultati e sembra avere una certa efficacia. L’impressione che abbiamo, seguendo i percorsi per fare gli upgrade, è che questi farmaci devono essere utilizzati con tempestività rispetto alla manifestazione sintomatologica.

Questi farmaci sono stati dati troppo tardi rispetto anche alla tendenza di curarsi a casa? Lei che pensa?

Noi abbiamo visto che quando una persona ha un sintomo evidente viene in ospedale. È difficile che un sintomatico non lieve non venga in ospedale. In genere restano a casa sotto controllo quando è asintomatico o quando la sintomatologia è poco espressiva. Dei 750 in provincia di Foggia quelli che sono a casa sono quasi tutti asintomatici.

Un medico quanti farmaci ha a disposizione?

Per ora 4 o 5 ma ovviamente la situazione è in divenire in base ai protocolli terapeutici.

Avete messo a punto la seconda linea ci spiega cosa cambia?

La seconda linea è costituita da un’area grigia che è un’area della medicina interna che si occupa di approfondire i casi che risultano negativi ma hanno sintomi compatibili con il covid.

Cos’è l’area grigia?

Poniamo un paziente con tampone negativo che dal Pronto Soccorso dovrebbe essere ricoverato in una delle medicine interne (ospedaliera o universitaria). Se c’è una sintomatologia di un certo tipo, noi lo ricoveriamo nella zona grigia della medicina interna in isolamento.

Abbiamo avuto un paio di casi in letteratura che hanno dimostrato che può succedere che il paziente si positivizzi nei giorni successivi all’esito del tampone e che sia contagioso già da qualche giorno prima della positivizzazione. Questi casi sospetti, che sono pochissimi, è bene tenerli in reparto di isolamento con camere singole in cui il personale è tutto in assetto covid in modo da fare ulteriori approfondimenti ivi compreso un nuovo tampone.

Fisicamente dov’è? È una zona esistente dei reparti?

No, assolutamente. È un reparto a sé, ubicato dove c’era la geriatria. 

Quanti posti ci sono?

Ci sono 18 posti in camere singole in cui il paziente resta fino a che non è certo che non sia covid. Si valuta l’evoluzione clinica, si rifà il tampone e si decide il da farsi.

La logica è che non si entra più nelle medicine interne se non si passa in quel reparto. Quando vi sono segnali, anche piccoli, noi non rischiamo più.

Sono diminuiti i casi in Rianimazione come vi state organizzando?

Sì ci sono 6 casi covid ricoverati e ci sono 34 posti. Bisogna dire che Cerignola non riceverà più pazienti covid quindi qualche numero in più sicuramente lo avremo.  Però c’è San Giovanni Rotondo con i suoi 18 posti e noi con i nostri 34. Le terapie intensive sono quattro e al momento sono attivi due moduli mentre gli altri sono in stand by. Il personale ha ripreso l’attività ordinaria anestesiologica nelle sale operatorie ed è comunque pronto a intervenire in caso di un ritorno di criticità.

Le criticità si sono spostate in altri reparti?

Sì, le malattie infettive e le pneumologie sono piene ma stanno aumentando le guarigioni e i post acuti. Abbiamo un centinaio di ricoverati, una trentina di guariti e una trentina di post acuzie che però aumentano a dismisura fortunatamente. Il che ci fa capire che la situazione è sempre sotto controllo. 

Che avete previsto per fronteggiare queste criticità?

A breve attiveremo nell’ex cardiologia altri 20 posti di malattie infettive. Quindi la seconda linea sarà composta dai 18 posti grigi della medicina interna con i 20 posti delle malattie infettive seguiti dalla professoressa La Macchia. Abbiamo già attivato da dieci giorni la medicina d’urgenza del pronto soccorso dedicata ai pazienti in attesa del tampone o di osservazione breve.  E poi stiamo attivando il post acuzie presso la palazzina delle malattie infettive dove a piano terra avremo il laboratorio per l’analisi sierologica per tutti i dipendenti e al primo piano ci saranno altre stanze per la degenza di 70 posti che si uniranno ai 35 del D’Avanzo.

Lei è ottimista?

Sì sono cautamente ottimista. Le misure di isolamento sociale hanno dato buoni risultati per quanto ci riguarda continuiamo a lavorare per prevenire ogni rischio possibile e da un paio di giorni abbiamo attivato anche gli screening al varco di ingresso per la misurazione della temperatura per chiunque entri in ospedale. 

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.