«Partendo dalla Sanità siamo arrivati a Scampia», il tampone sospeso e il cuore grande dei napoletani

by Michela Conoscitore

Napoli si riconferma, in piena pandemia, città solidale per eccellenza: dopo avervi parlato dell’iniziativa al quartiere Sanità sull’aiuto con la Dad, vi raccontiamo un altro successo della città, quello del tampone solidale promosso dall’associazione Sanità Diritti in Salute che sta permettendo agli abitanti dei quartieri Sanità e Scampia di accedere al tampone a prezzi calmierati, affinché anche in queste zone popolose della città si abbia la possibilità di ricevere assistenza contro il Covid. Il progetto, partito dal centro storico partenopeo, si sta espandendo e annovera, inoltre, una nuova iniziativa che ci ha illustrato l’avvocato Angelo Melone, presidente di Sadisa.

Perché avete deciso di ideare l’iniziativa del tampone solidale e del tampone sospeso?

Partendo dalla Sanità, un quartiere ad alto tasso di contagio poiché in spazi ristretti vivono famiglie molto numerose, abbiamo intercettato l’esigenza delle persone di fare i tamponi che si scontrava però con l’impossibilità di farlo a causa dei notevoli costi economici. Fino a due settimane fa, il tampone rapido costava mediamente 50 euro, e ipotizzando lo dovesse fare tutto il nucleo famigliare e magari ripeterlo più volte, la spesa era impossibile da affrontare. Quindi, l’iniziativa del tampone solidale è nata da questa esigenza e, contestualmente, abbiamo rispolverato la tradizione napoletana del caffè sospeso e, con il Covid, è diventato il tampone sospeso. Altro non è che la possibilità da parte di chi vuole contribuire, di donare tamponi gratis a chi non può permetterseli. L’iniziativa è stata semplice ma efficace, perché non si sta facendo la carità ma prevale il sentimento di condivisione. In tempi difficili come questi, chi è più fortunato decide di donare un tampone, che è un esame diagnostico a tutti gli effetti, ai più bisognosi per affrontare insieme questo problema. L’iniziativa ha svegliato le coscienze di molti in città, dagli industriali ai partiti politici fino alla Chiesa. Inoltre da pochi giorni siamo arrivati anche a Scampia quindi dal cuore della città siamo arrivati anche in periferia.

Oltre a Sa.di.sa, chi ha permesso di concretizzare il progetto del tampone solidale?

Alla Sanità, ci ha supportato la Fondazione San Gennaro di padre Antonio Loffredo, invece a Scampia con l’Arcidiocesi di Napoli e al decano don Francesco Minervino.

Come è stata accolta l’iniziativa alla Sanità e a Scampia?

Molto bene, al di là di ogni aspettativa. Abbiamo ricevuto anche una bella risonanza mediatica che, ovviamente, ci ha aiutato con le donazioni. Solitamente effettuiamo circa duecento tamponi al giorno. A Scampia siamo partiti con cinquecento tamponi sospesi, donati dall’azienda di legumi Select.

Avete in progetto nuove iniziative?

Dal 1° dicembre parte un’altra iniziativa, quella del check-up post Covid solidale: vogliamo mettere in luce l’aspetto nascosto del Covid, ovvero il riscontro e l’accertamento dei danni causati dalla malattia. Le persone che non sono state ricoverate in ospedale per via del Covid, non sono seguite in alcun modo nella convalescenza. La sanità campana è in affanno, le convenzioni con le strutture sanitarie private sono sospese così come le visite specialistiche presso gli ospedali pubblici. Con questo nuovo progetto offriamo accertamenti sulla salute nel post Covid, spesso esosi, nell’ottica della prevenzione per chi si è già rivolto a noi per il tampone.

Foto Alessandro Pone – LaPresse

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