Un ascensore nel torrione del Castello di Manfredonia. La polemica tra tutela, conservazione e diritti dei diversabili

by Maria Teresa Valente

Qualche mese fa se lo chiedeva anche Gian Antonio Stella sul Corriere. “Chi ha la precedenza: il rispetto sacro e integrale del patrimonio monumentale dove nulla ma proprio nulla dovrebbe essere toccato da qui all’eternità o il rispetto anche dei diritti dei disabili impossibilitati a godere di luoghi bellissimi per loro irraggiungibili? “

A Manfredonia sta destando non poco scalpore in questi giorni il caso sollevato da una foto di Sharing Tv di una ruspa che scava in un torrione all’interno del Castello svevo angioino per installare un ascensore al fine di eliminare le barriere architettoniche. Le foto di questa ‘violenza’ compiuta sul monumento più importante della città in riva al Golfo, nonché su uno dei castelli più belli del Sud Italia, sta facendo gridare all’indignazione non solo i sipontini, ma anche esperti e non dell’intera Capitanata: la lacerazione sembra una ferita sanguinante ed ogni pietra caduta giù dal torrione appare uno schiaffo dato a quasi ottocento anni di storia.

Lo ‘sfondamento’ per l’ascensore fa parte di un più ampio intervento PON di “Opere di valorizzazione funzionale al Museo nazionale Archeologico di Manfredonia”, che ha come soggetto proponente il Segretariato Regionale MIBACT Puglia.

Ma non sono i funzionari della Soprintendenza ad essere estremamente rigorosi quando si tratta di interventi su beni storici e a pretendere che non vi siano stravolgimenti? Per saperne di più ho provato a sentire Alfredo De Biase, direttore del Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia sito appunto nel castello. Per correttezza il direttore ha evidenziato che i lavori, autorizzati dalla Soprintendenza, sono del Segretariato regionale della Puglia MiBACT, pertanto l’Ente preposto per rilasciare eventuali dichiarazioni ufficiali è il Segretariato che ha progettato e appaltato i lavori.

Lo ricordate quel vecchio detto? Sì, proprio quello: interrogato il morto non rispose. Eh già, perché parlare con il Segretariato del MiBACT è praticamente impossibile: i numeri in rete sono inattivi e quello sul sito ufficiale risulta inesistente, forse, però, anche riuscire a reperire qualcuno non avrebbe portato a nulla, in quanto la direzione del Segretariato è cambiata appena dieci giorni fa e l’incarico è stato attribuito al dottor Salvatore Vincenzo Patamia che con ogni probabilità non ha avuto ancora nemmeno il tempo d’insediarsi.

Altre superfetazioni che hanno destato meno scalpore

Giusto per rinfrescare la memoria, occorre evidenziare che lo ‘scempio’ al castello non è l’unico. Nel 2016 con un progetto di restauro e di riqualificazione del sito archeologico di Siponto, gestito dal Segretariato Regionale MIBACT per la Puglia e dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia e finanziato con fondi strutturali del Programma Operativo Interregionale sono stati stanziati 3,5 milioni di euro, di cui ben 900mila sono stati destinati alla realizzazione dell’opera di Eduardo Tresoldi che con 4.500 mq di rete metallica elettrosaldata per 7 tonnellate di peso ha cambiato per sempre un sito d’incredibile valenza storica.

Il torrione prima di essere sventrato

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