Unifg, terza missione, servizi agli studenti e new media, Limone e Lo Muzio si sfidano per il Rettorato

by Daniela Tonti

Servizi per gli studenti, miglioramento delle condizioni lavorative del personale tecnico e amministrativo, digitalizzazione, innovazione, nuove forme di comunicazione e apertura al territorio sono i punti che accomunano i programmi dei due candidati a Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, Pierpaolo Limone e Lorenzo Lo Muzio.

Se ne è discusso durante un incontro aperto al pubblico stamattina alla presenza di un buon numero di docenti ma anche di dipendenti e studenti, categorie entrambe chiamate a esprimersi e la cui scelta potrebbe essere rilevante ai fini del risultato. Una buona fetta di entrambi programmi verte sulla progettazione e l’ammodernamento dell’apparato delle risorse umane.

Il dibattito si è aperto con l’ufficializzazione del ritiro dalla competizione elettorale di Agostino Sevi, terzo candidato e direttore di Agraria che ha espresso il suo sostegno a Pierpaolo Limone.

Nel programma di Lorenzo Lo Muzio molto spazio è dedicato alla famosa terza missione ovvero l’azione dell’università sulla società. La terza missione secondo le indicazioni ministeriali (quasi sempre disattese per mancanza di risorse e tempo), rappresenta l’interazione diretta con la società che affianca le missioni tradizionali di insegnamento (prima missione) e di ricerca (seconda missione). Con la Terza Missione le università  entrano in contatto diretto con soggetti e gruppi sociali ulteriori rispetto a quelli consolidati e si rendono quindi disponibili a modalità di interazione dal contenuto e dalla forma assai variabili e dipendenti dal contesto. Esistono due tipi di terze missioni, quella di valorizzazione economica della conoscenza e quella culturale e sociale.

Le modalità con cui queste attività si manifestano sono innumerevoli. Consapevolezza civile, eventi, spin-off, brevetti, incubatori. Basti pensare che le università̀ italiane hanno accreditato 531 imprese spin-off, producendo un fatturato  di oltre 200 milioni di euro. Ma resta, come dicevamo, ancora una via molto poco percorsa dalle piccole università per ragioni di risorse in termini di tempo e personale.

È la strada indicata da Lo Muzio per la valorizzazione dei risultati delle ricerche, per avviare una campagna di sensibilizzazione sulla divulgazione scientifica e anche per programmare esposizioni periodiche all’interno dell’Ateneo correlate ai principali filoni di ricerca.

Tra le idee c’è anche lo svecchiamento del Festival della Ricerca. E sempre rivolta al territorio, la proposta di istituire tavoli tecnici permanenti con il mondo della produzione, dei servizi e delle professioni presenti sul territorio.

Lo Muzio punta molto anche sulla comunicazione che dovrebbe abbandonare almeno parzialmente il suo approccio scientifico per essere più accessibile. “Penso a comunicazioni informative periodiche, che traducano di volta in volta i tecnicismi amministrativi e tecnico-giuridici in termini trasparenti anche per i non addetti ai lavori. Non si può parlare di condivisione se non si mettono tutti in condizione di esercitare, ciascuno secondo i propri ruoli e funzioni, la partecipazione”.

L’istituzione di un ufficio fund raising è un punto presente nei programmi di entrambi i candidati. Un’idea che affonda radici lontane nel tempo, quella di dotare l’università di un ufficio finanziamenti in grado di scrivere i progetti per partecipare ai bandi e intercettare quindi i fondi europei. Una realtà già presente da anni in molte università del sud come l’Orientale di Napoli o l’Università del Salento. Una scelta più che naturale in una regione come la Puglia che ha tra i tassi più alti di impegno, spesa e rendicontazione di fondi comunitari destinati in particolar modo alla cultura (FESR).

Nel programma di Pierpaolo Limone, direttore del dipartimento di Scienze Umanistiche c’è anche l’attivazione di un corso di dottorato per ciascuna facoltà. Oltre che l’imminente apertura del corso di studi in Lingue e Letterature Straniere.

“La sfida per i prossimi anni sarà quella di consolidare e superare il numero di immatricolati offrendo servizi, didattica e infrastrutture di qualità. Dobbiamo uscire dalla trappola della licealizzazione, riducendo abbandoni e fuori corso e offrendo didattica di livello internazionale innovando le metologie di insegnamento e disponendo laboratori didattici”.

Tra le idee di apertura al territorio c’è anche la realizzazione di eventi e iniziative come “seminari, cineforum, conferenze-spettacolo e aperitivi scientifici aperti al pubblico nel nostro Ateneo e promuovere incontri culturali nelle librerie, nei bar, nei luoghi di ritrovo del territorio, per introdurre la scienza a un pubblico più ampio, vista l’importanza anche sociale della corretta comunicazione scientifica”.

La sfida è apertissima, nonostante da un lato l’alleanza faccia presagire un leggero vantaggio del prof Limone e dall’altro la possibile unione e compattezza dei medici potrebbe favorire il prof Lo Muzio. Per alcuni docenti si tratta di uno scontro tra continuità e discontinuità, come la definiscono i delusi delle politiche del Magnifico Maurizio Ricci, che in questi anni hanno riempito le cronache di ricorsi e lotte intestine. In realtà i due programmi hanno molti punti di contatto. Vincerà chi meglio saprà interpretare lo spirito del tempo ed offrire il suo carisma alla città e al territorio e non solo alla comunità accademica.

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