Vladimir Luxuria Sindaca di Foggia. Sogno di una rivoluzione intersezionale

by redazione

La scorsa notte ho fatto un sogno. Mi aggiravo per Foggia e non era tetra e sporca come siamo ormai abituati a vederla. Era splendente, c’erano tante bandiere e striscioni arcobaleno per le strade e sui balconi.

Non riuscivo a capire in che periodo temporale fossi, sicuramente in un futuro prossimo. Avrebbe potuto essere l’ottobre di quest’anno, il maggio del 2022 o addirittura il 2023. Perché presumo queste date? Perché mi stavo recando in piazza per la festa dell’elezione del nuovo Sindaco di Foggia. C’era un grande entusiasmo, mai visto così, si respirava l’aria di cambiamento e la speranza per la rinascita del capoluogo dauno. Mi facevo largo tra la folla ed arrivando sotto il palco scrutavo il volto del nuovo Sindaco di Foggia, artefice di questa gioia diffusa dopo anni di abbruttimento, e scopro che in realtà era una Sindaca, per di più transgender. La prima Sindaca transgender di un capoluogo d’Italia. Con la fascia tricolore in spalla c’era infatti Vladimir Luxuria.

Pura follia mi è stato detto quando ho raccontato di questa suggestione. Addirittura anche dagli ambienti LGBT mi è stato detto con scetticismo: “non la voterebbe nessuno, perché disturberebbe non solo la destra fascio-leghista in odor di mafia che ha avuto gli ultimi due mandati in città, ma anche gran parte della sinistra democristiana cattolico-bigotta, che è il massimo della sinistra a cui ambisce questa città”. Ma visto che siamo a giugno proviamo ad analizzare questa fantasia.

In tutto il mondo infatti giugno è il Pride Month. Il mese del Gay Pride, dedicato all’orgoglio gay, alla parità di diritti di genere ed all’amore in ogni forma. Per dirlo con una sigla universale, in questo periodo si celebra ufficialmente l’orgoglio della comunità LGBTQIA+, della quale fanno parte persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e, solo dagli ultimi anni, Queer (un termine generico usato per indicare coloro che non sono eterosessuali o non sono cisgender, ovvero persone la cui identità di genere corrisponde al genere e al sesso biologico), Intersessuali e Asessuali. Il “+” sta a indicare tutti gli altri generi meno definibili. Per un’inclusione totale, nel segno dell’uguaglianza di genere. Ma perché il Pride Month si celebra proprio a giugno? Com’è nato e che significato ha? La notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar gay del Greenwich Village di New York. Una retata come tante altre ne venivano fatte nei locali gay. Quella volta però i presenti, accusati ingiustamente di indecenza solo per il loro orientamento sessuale, si ribellarono e scatenarono settimane di protesta per le strade.

Quindi è una festa di lotta per l’affermazione dei propri diritti e delle proprie libertà, e non una ricorrenza di degrado come qualcuno crede. Penso al nostro ex Presidente del Consiglio, l’esimio Leo Iaccarino che il 2 Luglio 2015 scrisse pubblicamente: “Per quale cazzo di motivo devo assistere a quella pagliacciata organizzata dal signor Vladimiro Guadagno? Per quale cazzo di motivo questi esseri umani devono manifestare in maniera così volgare tanto da non permettermi di passeggiare liberamente per la MIA città in compagnia dei miei figli?”. Beh, abbiamo scoperto poi perché rimarcasse il concetto di “MIA città”, ed il problema del passeggiare liberamente si è risolto da sé essendo posto agli arresti domiciliari, come il karma ha voluto. Come vedete il balzo umano rispetto a quest’ultima classe dirigente già di per sé dovrebbe indurre ad essere coraggiosi, e con una destra ridotta ai minimi termini nella nostra città penso che non ci possano essere occasioni più ghiotte di questa per poter determinare una scelta tanto rivoluzionaria.

Cosa vorrebbe dire avere un primo cittadino facente parte di questa comunità? E’ notizia di pochi giorni fa che Owen Hurcum, un ragazzo 23enne non binario originario di Harrow, un sobborgo di Londra, è stato eletto sindaco della piccola cittadina di Bangor, un Comune di 18mila abitanti nel Galles. Un’elezione che ne fa a pieno titolo la prima persona apertamente non-binary con questo ruolo nel continente europeo. Owen Hurcum, che si identifica come genderqueer e non-binary (risponde al pronome inglese “they/them”), si è trasferito a Bangor, la cittadina di cui ora è Sindac* e dopo aver assunto la nuova carica ha annunciato che utilizzerà la sua posizione per promuovere la cittadina, attrarre investitori e celebrare la comunità multiculturale che la compone. Foggia con Vladimir Luxuria sarebbe il primo capoluogo d’Italia ad avere un sindaco transgender.

Come primato in generale c’è la città di Tromello, in provincia di Pavia, che dal maggio 2019 è al centro dell’attenzione mediatica per l’elezione primo sindaco transgender in Italia, Gianmarco Negri.

Per quanto riguarda Luxuria, aldilà della grande storia di riscatto umano e sociale che questa carica comporterebbe per lei (nella città in cui tanta violenza ha subito) e per noi (che abbiamo bisogno anche di simboli per voltare pagina), penso anche alla grande attenzione mediatica che otterremmo. Da città di mafia a città della rivoluzione intersezionale, delle libertà e dell’inclusione. Dal grigiore torbido del malaffare e del degrado all’arcobaleno di speranza ed entusiasmo. Come nel mio sogno. Alice Rizzi di Arcigay Foggia mi ha espressamente detto: “Il simbolo di una donna trans Sindaca è potentissimo: più di una minoranza al governo di una città. Vladimir è inoltre una donna di cultura e di spettacolo, farebbe ben sperare anche in quello, in una città priva di spazi culturali e dove un concerto lo puoi vedere solo in tv.”
Tutto vero, ed a questo aggiungerei anche l’indotto economico. Foggia diventando automaticamente capitale d’Italia e d’Europa della risoluzione UE di “LGBT freedom zone” attirerebbe una mole incredibile di turismo ed investitori. Immagino eventi, festival ed incontri culturali e politici. Immagino la fiera che rinasca a nuova vita per accogliere giornate di attività di ogni tipo all’insegna di nuovi valori positivi. Il centro storico tornerebbe necessariamente vivo e curato. La riscoperta dei teatri, dell’ecologia e della cittadinanza attiva. Le relazioni con la provincia cambierebbero totalmente. L’aeroporto, con tante nuove rotte, a quel punto sarebbe un’automatica conseguenza di questo mini boom economico e sociale. Foggia diventerebbe un faro per tutto il Meridione. Dopo anni ed anni di vergogna in cui con grande fatica rispondiamo alla domanda “da dove vieni?”.

Ma serve competenza ed esperienza amministrativa mi si dirà. Premesso che è molto sciocco sottovalutare il nome in questione da un punto di vista politico, alla luce delle grandi battaglie che ha sostenuto e della sua esperienza parlamentare, ma una città si amministra con una Giunta e con i Consiglieri. E’ un lavoro di squadra e di programmi. Forse siamo troppo abituati all’uomo solo al comando e ad un manipolo di incompetenti corrotti (“i peggiori consiglieri della storia, da studiare in senso antropologico” ha dichiarato Micky De Finis) che non è in grado di votare secondo coscienza ma per interessi personali. La rivoluzione politica quindi riguarderebbe tutta l’amministrazione, non solo la sua figura rappresentativa. E perché no magari è tempo di turnazione anche nella tecnostruttura.

E’ solo una mia utopia, o forse no. In ogni caso va rispettato ed aspettato il lavoro fondamentale dei commissari e della commissione di accesso agli atti, che però pare possano non determinare un eccessivo slittamento del ritorno al voto. Qualche giorno fa ho lanciato un sondaggio – gioco sul gruppo “Foggia non si lega” sul toto sindaco con l’intento esplicito di scatenare un dibattito dal basso sul futuro che vogliamo ed in aperto contrasto con chi dall’alto faceva già sapere chi sarebbe stato imposto come candidato Sindaco. Rispetto ai nomi che si sono già fatti avanti o che circolano negli ambienti (De Sabato, Mainiero, Vaira, Cavaliere bis) ed altri nomi di fantasia ma comunque plausibili, c’era anche lei, Vladimir Luxuria. In meno di una giornata era al primo posto con più di cento preferenze, e dietro di lei un’altra donna, altrettanto valida e progressista, nonché impegnata costantemente nell’antimafia: Daniela Marcone. Un abisso rispetto a tutti gli altri nomi proposti. Virtualmente parlando eravamo già nel mio sogno. Per errore il sondaggio è stato cancellato ma è tranquillamente ipotizzabile che questi nomi avrebbero ottenuto altre centinaia di click. O forse è un segno e doveva andare così. Forse non siamo pronti neanche per scherzarci su. Infondo stavo solo sognando.

Francesco Strippoli

dalla rubrica “Conflitti” per il Quotidiano l’Attacco

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