Hedy Lamarr la diva scienziata a cui rubarono l’invenzione del secolo

by Daniela Tonti

Non esiste una storia più straordinaria dell’età dell’oro di Hollywood di quella di Hedy Lamarr. Una star bellissima che ha ispirato i personaggi di Catwoman e di Biancaneve, con un talento nella norma ma con un cervello sopraffino e un’attitudine alla scienza e all’ingegneria che potrebbe tranquillamente essere paragonato a quello Nikola Tesla o anche al talento di una scienziata femminile poco conosciuta come Rosalind Franklin. Hedy Lamarr è l’inventrice di onde radio che viaggiano e si modificano in frequenze diverse, in pratica la base di tutta la tecnologia usata oggi, dal Wi-Fi al Bluetooth.

La sua tragedia fu proprio quella di essere stata una stella di Hollywood cioè incasellata senza possibilità di scampo in un contesto in cui la bellezza predominava sul cervello.

Anche ora, alla luce di molti anni trascorsi e di un bellissimo documentario dal titolo Bombshell presentato al Tribeca, molta gente non riesce a credere che la star del cinema Hedy Lamarr è stata davvero una scienziata.

Questa reticenza culturale nasce dall’immaginario legato alla biografia delle grande dive: mariti in numero non pervenuto, film melodrammatici, abiti da sogno, bocche languide e struggente declino solitario. Molte enciclopedie e libri semplicemente omettono ciò che era importante su Hedy Lamarr.

Queste omissioni nascono anche da un certo pregiudizio che la bellezza si porta appresso, un pregiudizio non necessariamente legato alla mentalità maschile – anzi spesso più presente in quella femminile e che trova spazio ampiamente ancora oggi a molti livelli – cioè che una bella donna non possa anche essere intelligente.

L’eccellente documentario di Alexandra Dean su di lei è molto istruttivo: una parabola delle moderne politiche sessuali e delle ipotesi scientifiche.

Hedy Kiesler arriva in America come rifugiata ebrea dall’Austria di Hitler ed già una celebrità per la sua apparizione nel fumoso film tedesco Ecstasy (con il suo nuovo nome d’arte “Lamarr”) dove secondo gli storici è la prima attrice a simulare un orgasmo sullo schermo e la prima ad apparire completamente nuda.

Negli anni ’40 Hedy nel tempo libero inizia a seguire le invenzioni che ha in testa. Progetta un nuovo modello di semaforo, tenta di sviluppare una pasticca effervescente per trasformare l’acqua in bevande gassate e persino un supporto per aiutare i disabili ad andare in bagno. Ma una è l’invenzione che avrebbe dovuto farla passare alla storia.

Senza il sostegno e senza nessun finanziamento ufficiale – che pure il governo profondeva in quantità in esperimenti strampalati e improduttivi – e con qualche equipaggiamento da hobbista datole da Howard Hughes, Hedy ha contribuito a una scoperta che avrebbe cambiato il corso del Ventesimo secolo.

Con il suo amico, il compositore George Antheil, ha presentato un brevetto per una tecnologia di “salto di frequenza” delle comunicazioni sicure che la US Navy avrebbe dovuto utilizzare e che sarebbe diventata la base per lo sviluppo del Bluetooth e del Wi-fi .

In sostanza si tratta di un segnale radio  che salta da una frequenza a un’altra in modo prefissato e che fa saltare  il ricevitore a sua volta in modo sincronizzato raccogliendo il segnale completo.

Alla fine degli anni Cinquanta, a brevetto scaduto, la Difesa Americana inizia a usare il sistema che oggi chiamiamo frequency hopping spread spectrum che è alla base di tutte le tecnologie senza fili che usiamo anche noi.

Hedy morì in povertà mentre la sua invenzione valeva miliardi. Alla fine, grazie al lavoro di un coraggioso giornalista della rivista Forbes, Fleming Meeks, negli anni ’90, le fu dato qualche riconoscimento. Ma senza soldi.  Cos’altro avrebbe potuto ottenere questa donna straordinaria se avesse avuto anche un solo sostegno?

Il documentario Bombshell mostra che ha avuto parecchi successi, inventato la stazione sciistica di Aspen, in Colorado, notando la somiglianza di questo posto con l’Austria e le grandi possibilità di sciare: ha comprato uno chalet lì e ha creato i semi per quello che sarebbe diventato. Hedy ha anche, probabilmente, contribuito a inventare la moderna chirurgia estetica dicendo ai medici dove e come avrebbero dovuto fare le incisioni.

Era famosa per il suo stile raffinato, per la sensualità felina e l’eleganza cosmopolita che aveva ereditato dalla Vienna di Freud e incantò una generazione di spettatori di sesso maschile.

Hedy sapeva che i film ai quali partecipava non erano tutti eccezionali. Così iniziò a co-produrre i suoi film – di nuovo, un’innovazione quasi inaudita in quel mondo fatto solo di magnati maschili – tra cui Loves of Three Queens (1954), follemente ambizioso ma finanziariamente rovinoso, in cui interpretava Elena di Troia, l’imperatrice Giuseppina e la medievale eroina del mito Genoveffa di Brabante. 

Ha continuato a inseguire invenzioni, suggerendo modifiche di progettazione aeronautica a Hughes e sopportando matrimoni multipli e divorzi, tutti finiti male.  Lucille Ball – con cui aveva una vaga rassomiglianza facciale – la prendeva in giro crudelmente in TV. E lei non glielo perdonò mai.

Hedy Lamarr era un enigma: un grande cervello intrappolato in una stupida immagine di glamour, mentre il suo vero talento avvizziva. Una storia triste ma affascinante.

Il documentario Bombshell prodotto da Susan Sarandon  e diretto da Alexandra Dean insegue tutte le sfaccettature, restituendole la statura che il maschilismo di produttori e registi, ma ancora più quello di ingegneri, generali e ammiragli, le negarono al suo tempo. Per chi volesse vederlo è in programmazione su LaEffe nella giornata della festa della donna.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.