Il falso sogno di una moglie adultera di Mesagne e un tentato uxoricidio. «Marito mio, ho sognato un tesoro nel pozzo, ma intanto ti butto giù!»

by Carmine de Leo

Le cronache giudiziarie sono ricchissime di episodi curiosi e di storie di mogli e mariti adulteri che cercano di sbarazzarsi della propria metà per godersi l’amante.

A parziale attenuante di questo fenomeno bisogna però sottolineare come in passato ed ancora oggi in alcune popolazioni più arretrate, i matrimoni erano tutti combinati dalle famiglie e quindi il risultato era che spesso l’accoppiamento tra due soggetti che non avevano mai avuto modo di approfondire la loro conoscenza, non funzionava!

Nel tarantino, a Mesagne, nei primi anni del secolo scorso, una singolare cronaca criminale vede protagonista una donna adultera, tale Erminia Della Monaco che tentò di assassinare il marito, un buon uomo di nome Francesco Zito, facendolo precipitare in un pozzo.

Purtroppo per lei, però, il suo tentativo di omicidio non ebbe l’esito sperato dall’adultera, perché l’uomo sopravvisse.

Ma andiamo per ordine, narrano le cronache che la Della Monaco coltivava da un po’ di tempo una relazione extra coniugale con un giovane di un altro paese limitrofo con cui cercava con grandi difficoltà di incontrasi appena poteva, appena il marito si allontanava dalla casa coniugale.

Stanca di queste notevoli difficoltà e vogliosa di godersi il proprio amante in piena libertà, l’adultera pensò di architettare un piano perfetto per eliminare definitivamente il proprio coniuge.

La fantasia, a Erminia Della Monaco non mancava di certo e pensò di sfruttare anche il carattere bonaccione e credulone del marito.

Una notte del lontano 1907, questo l’anno in cui si svolsero i fatti criminosi, Francesco Zito dormiva, come era sua abitudine, molto profondamente, quando nel pieno della notte la moglie adultera fece finta di svegliarsi all’improvviso gridando … mamma, mamma!

Lo Zito, svegliato di soprassalto dal trambusto della moglie, le chiese cosa era successo e questa prontamente gli raccontò di aver visto all’improvviso la madre in sogno che passeggiava per la camera da letto.

In un primo tempo la Della Monaco non si era spaventa, perché il fantasma della madre la salutò con un cenno della mano e le disse che le avrebbe svelato un segreto, ovvero che: nel pozzo, esistente nella casa, profondo parecchi metri, era nascosto un tesoro.

Il marito stava a sentirla con sempre più attenzione e la moglie proseguì riferendo che il fantasma della madre le aveva poi rivelato che proprio in fondo al pozzo vi era una pietra quadrangolare che, se spostata, immetteva in un locale sotterraneo ove era conservato un magnifico tesoro.

Al povero Francesco Zito sorridevano gli occhi all’idea di diventare subito ricco e presto alzatosi dal letto, invitò la moglie a seguirlo subito nella ricerca del prezioso tesoro indicato in sogno dalla suocera.

Giunti al pozzo, lo Zito si legò intorno al busto una solida corda e disse alla moglie di aiutarlo tenendo una delle estremità della corda cui erasi legato per fare la piccola discesa

Era proprio quello che voleva l’adultera che, appena il marito si calò nel pozzo, dopo pochi metri, lasciò la corta e iniziò anche a buttare nel pozzo dei grossi massi che aveva accantonati a terra presso lo stesso pozzo.

Il povero marito si vide subito perduto, ma con un balzo riuscì a rifugiarsi in una piccola nicchia che si apriva sulle pareti nel profondo del pozzo e da qui iniziò a gridare in cerca di aiuto.

Le sue grida attirarono presto l’attenzione della servitù e dei vicini che provvidero ben presto a far risalire con un ‘altra corte lo sfortunato Zito.

La moglie, esterrefatta per la piega che aveva preso il suo tentativo di uccidere il proprio coniuge, ma per nulla scoraggiata, disse a quelli che erano accorsi per salvarlo, che la corda le era improvvisamente sfuggita di mano per il troppo peso del marito.

Ma quest’ultimo, appena recuperato dal profondo del pozzo puntò subito l’indice contro la moglie accusandola di essere una bugiarda assassina che in realtà aveva tentato di ucciderlo.

Infatti, in fondo al pozzo, giacevano ancora i grossi massi che ella vi aveva lasciato cadere con la speranza che questi colpissero il marito in testa, tanto che seppur lievemente, lo Zito sanguinava dalla testa perché colpito di striscio da uno dei massi lanciati dalla moglie!

Ormai smascherata quindi, la fedifraga fu subito arrestata dai Regi Carabinieri, intervenuti intanto sul luogo del tentato delitto e tradotta in carcere per essere processata insieme al suo amante, fermato intanto anche lui perché considerato complice del tentato omicidio in quando alcuni testimoni lo avevano visto raccogliere dei grossi massi e portarli, in assenza dello Zito, presso l’abitazione dell’adultera Erminia Della Monaca!

Infine, non possiamo dimenticare come la storia vera di questo tentato uxoricidio ricorda quella di Timocleia, di cui Plutarco ci narra la storia simile per alcuni aspetti a quella dell’adultera di Mesagne; questa donna tebana infatti, violentata da un capitato macedone, gli riferì che nel pozzo di casa erano nascosto del denaro, l’ufficiale, chinatosi per osservare il fondo del pozzo fu subito spinto giù dalla Timocleia che provvide poi a lanciare sul capitano anche dei grossi massi provocandone la morte.

Arrestata, fu condotta innanzi al condottiero macedone Alessandro Magno, che la fece liberare perché impressionato dal coraggio della donna; l’episodio fu anche immortalato nel Seicento in una tela della pittrice bolognese Elisabetta Sirani.

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