Lezioni di chirurgia by Lidia Croce

by Teresa Rauzino

Chi conosce già i miei lavori artistici, potrebbe meravigliarsi molto di questo mio recente dipinto, così intimo, così privato, così privo di quella forte carica di universalità che ha caratterizzato le mie opere precedenti soprattutto le sculture, basta elencare alcuni titoli: ADAMO ED EVA- ovvero “LA CREAZIONE DELL’UMANITA’”, o LA MATERNITA’”, o “STUDIO DEL PARTO”,”EQUAZIONE”, “L’ETERNO NAVIGATORE”, “l’ecologo, il nuovo messia” e tante ancora.

Ma è chiaro che nella vita di un artista ci sono zone privatissime, di cui è difficile parlare e che, cionondimeno esistono e ,talvolta emergono prepotentemente a seguito di profonde emozioni.

Un intervento chirurgico può essere a volte fatale… e presentarsi, nei tre minuti precedenti al suo realizzarsi, alla mente terrorizzata del pittore, in forma conclusa, sé stessi sul tavolo operatorio, rosei come neonati,  soli davanti all’ineluttabile, mentre il chirurgo e i suoi collaboratori stanno per metter mano ad un pezzetto della creazione…

Tutto è fermo, forse per sempre?

Lontani, i cavalli scalpitano, uniche creature  dinamiche nella quiete irreale che sembra precedere la fine…

Pesante come piombo, l’atmosfera del quadro -tale era- in quei terribili momenti.

Ci vorrebbe ora un secondo dipinto, con l’artista che corre felice in riva al mare, chiedendosi intanto: quale potente sapienza possieda il chirurgo ,tanto da poter contestare lo stato dell’ARTE di un corpo umano che la natura  ha stabilito di distruggere!!

Questo dipinto non è destinato alle folle transitanti nelle piazze, dove grandi sculture possano eccitare alla guerra o all’amore, alle battaglie politiche, o  a più o meno dispotici dominatori, ma andrà in un luogo semi-privato dove , in un silenzio meditativo qualcuno dovrà rendersi conto che l’uomo, oltre alle grandi innovazioni e scoperte scientifiche, è riuscito a sostituirsi effettivamente a chi aveva assoluto potere di vita o di morte sull’essere umano.

Si sente , il medico un semidio??Ha coscienza di ciò, e per infinita modestia cerca di dimenticarlo?

Ho voluto presentare anche io la mia opera pittorica non per lodarla, ma  per delineare i suoi limiti di mancata universalità, giustificati dalle condizioni ambientali ed emozionali, che però non costituiscono errore in quanto, ad esempio, già in altre epoche e stili, gli artisti stessi davano valore a momenti privati… ricordiamo i bellissimi: “DONNA CHE SI PETTINA” o si fa il bagnetto per dar modo all’artista impressionista di ritrarre una incolpevole nudità nei pressi di una catinella di ceramica o ferro smaltato.

Al tempo in cui mancava la macchina fotografica e occorrevano testimonianze della realtà, ecco meravigliose visioni di “lezione di anatomia” di REMBRANDHT e “mangiatori di patate” di VAN GOGH, di una commovente e non agiata quotidianità.

Tra l’altro ,i miei dipinti sono sovente progetti per sculture, e conservano, in nuce, la forza di quelle.

questo dipinto rimarrà tale, anche per la sua natura estesa nello spazio, non concentrata nella sua sintesi, che invece è ciò che caratterizza le sculture.

SIENA-maggio 2020

Lidia Croce

Lezione di chirurgia, 31/12/2019 – Siena, di Lidia Croce

Sull’altare operatorio si attua il sacrificio che restituisce alla vita un corpo piegato a morte da dolori invalidanti. Sacralità della cura che guarisce, balsamo del corpo ma ancor più dell’ anima che si è arresa alla sapienza medica e che tende verso la beatitudine della pienezza vitale, in gravitazione sulla scena chirurgica senese il vorticante groviglio dei cavalli del palio, motori dell’energia di sollevamento dalle nostre paure, dove più ci siamo pensati feriti.

Il dipinto intitolato Lezione di chirurgia, 31/12/2019 – Siena, è solo in apparenza autoreferenziale. Vi è in esso il tableau-vivant di un’operazione chirurgica attuata sul corpo – esposto in tutta la sua fragilità, dell’autrice dell’opera, la pittrice Lidia Croce. La messa in analogia della scena operatoria con la celeberrima Ultima Cena leonardesca ha il fulcro nel raggio salvifico, discendente dalla città gravitante sul gruppo raffigurato, fino alle mani del chirurgo. Il corpo femminile offerto al sacrificio è la vita stessa che attende di essere vivificata dall’energia guaritrice.

                                                                   Maria M. Maggiano

Lezioni di chirurgia  31-12-2019

Una atmosfera misteriosa e rarefatta pervade con delicatezza il dipinto che il pittore mi ha mostrato purtroppo solo in foto, perché viviamo in città distanti tra loro.

Tre fasce orizzontali di colore si alternano, due rosa e una verdazzurra nel centro: una monotonia cercata apposta, sembrerebbe, per evitare qualsiasi sovrabbondanza inutile, dove tutto è ridotto all’essenziale, nessun orpello ad appesantire la realtà.

Ecco in primissimo piano il corpo nudo anestetizzato, inerte, incosciente, indifeso, in attesa. Subito dietro, in secondo piano, l’equipe medica, con al centro il chirurgo che, concentratissimo, attende che gli attrezzi da lavoro gli vengano poggiati sulle mani aperte, palmi rivolti verso l’alto, in un atteggiamento che ci è noto soprattutto come sacro.

In terzo piano scenografico, c’è SIENA tutta rosea e pulsante di cavalli che originalmente e inaspettatamente prendono il posto delle case.

Una sala operatoria en plein air, come surrealisticamente ci piacerebbe avere ,come luogo di lavoro, immersa nel verde contado senese.

Dall’ universo scende, obliqua, una sorta di raggio denso di formule, come un apporto tecnico-informativo superiore.

E’ l’unica semiretta non orizzontale, dinamica, nella immota attesa degli eventi.

Quale il significato, la significanza di quest’opera, oltre l’evento chirurgico dichiarato nel titolo?

Perché noi non ci accontentiamo mai della pura bellezza di un’opera d’ARTE, ma dovremmo, e cerchiamo il primo movens, oppure il fine…..

Si vuole forse l’autore riferire alla stupenda missione umanitaria di noi medici, di ri-creazione di un corpo altrimenti destinato al dolore o alla nostra aperta battaglia per impedire la distruzione continua, incessante dell’umanità da parte di chi l’ha creata?

Mi correggo, il tentativo, non ancora riuscito?

Lasciamo da parte le domande senza risposte e torniamo a questo dipinto, lasciamoci sopraffare da questa preziosa tavolozza, da questa atmosfera di attesa, e notiamo intanto il regalo fatto a SIENA, sulla sinistra ,un poco invadente mare azzurro, certamente il TIRRENO, con un’isola dalle cime nevose, da cui arriva una piccola nave….

Sì, il chirurgo è un giovane bruno venuto dal mare!

Un medico amante dell’ARTE, quella vera!

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