Quel ballo in maschera al Municipio nel 1897

by Carmine de Leo

Aria di carnevale, maschere e memorie, tante emozioni tra le pagine di antiche testate locali, storie che ricordano tempi passati, iniziative che forse oggi non sarebbero proponibili.

A dire il vero, pare quasi di sentire le dolci melodie dei valzer e di qualche altra bella musica come colonna sonora che accompagna la lettura di vecchie storie d’amore nella città di Foggia in un freddo carnevale di fine dell’Ottocento, tra lo sfolgorio dei luminosi lampadari del salone del vecchio municipio di Foggia, ubicato allora presso l’antico palazzo Arpi.

Tra le varie cronache di gossip cittadino che si leggono sui vecchi periodici di quegli anni ormai lontani abbiamo notizia di una particolare festa in maschera, che avvenne nella notte di carnevale del lontano anno 1897 e si tenne proprio presso il salone d’onore del Municipio di Foggia.

Verso la fine dell’Ottocento, prima dell’incendio dei suoi locale avvenuto nel 1898 nel corso di una rivolta popolare provocata dall’aumento del prezzo del pane,  il Municipio della città d Foggia era alloggiato, come si è già detto, presso Palazzo Arpi, attualmente sede del Museo Civico di Foggia.

Quella sera del lontano 1897 numerose carrozze invasero l’attuale piazza Vincenzo Nigri, in quel tempo chiamata ancora Largo del Municipio e ne scesero diverse signore travestite con questa o quella maschera di carnevale e tutte rigorosamente con il volto  completamente nascosto da una mascherina.

L’anonimato delle varie maschere era un punto fondamentale per la buona riuscita della festa.

Per l’occasione tutti i locali ed il salone del Municipio di Foggia furono illuminati sfarzosamente a cura della stessa Amministrazione Comunale.

Si provvide anche ad addobbare lo scalone d’onore dove quella sera di carnevale  transitarono circa un centinaio di invitati in maschera di ambo i sessi.

La cronaca di questo singolare veglione mascherato di carnevale, riportata con dovizia di particolari dal periodico locale “Scienza e diletto”, ci riferisce che gli invitati: “erano mariti, papà, fratelli ed anche qualche innamorato, ai quali erasi affidato il segreto della mascherata.

Ad un tratto… ecco sfilare a due a due le Vestali.

L’esposizione era splendida ed originale.

La festa si animò d’incanto, l’orchestra suonò col massimo brio e le Vestali, formando 22 coppie, danzarono trasportate da un valzer vertiginoso.

Quando la musica tacque, cominciarono gli equivoci graziosissimi, scambiando facilmente cameriera colla padrona e la mamma con la figliola, la sorella coll’estranea e coll’innamorata. Come distinguerle in quel costume perfettamente uguale ?

Si ricominciò a ballare con lo stesso brio, collo stesso entusiasmo”

L’anonimato delle splendide signore e signorine mascherate, nel corso delle danze, aveva però creato anche qualche gelosia tra chi pensava di aver riconosciuto la propria dama che cinguettava impunemente con altri cavalieri.

Le gelosie covavano sotto la cenere e, ad un tratto della festa… un giovanotto attaccò briga…tra equivoci, lamenti e proteste.

Il baccano provocato era tanto ed aumentava terribilmente di minuto in minuto, tanto che le donne mascherate, temendo che si sfociasse in una rissa tra mariti e fidanzati ciechi di gelosia decisero ad un certo punto di abbandonare tutte insieme il veglione di carnevale prima della conclusione del ballo mascherato.

Il cronista, anzi la cronista, forse anch’ella in maschera e nascosta sotto lo pseudonimo di “Mary”conclude il suo articolo annotando che con l’uscita di scena delle belle Vestali fu spento…  “Il fuoco sacro nel tempo di Tersicore” la cara musa della danza !

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.